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376 - Paracetamolo, alcool e digiuno: la tempesta perfetta

[Tempo di lettura: 6 min] 
È ben noto l’effetto epatotossico del paracetamolo in caso di overdose, come si osserva, per esempio, nei tentativi di suicidio. Negli ultimi anni, tuttavia, è stata descritta una epatopatia acuta a dosi terapeutiche che si osserva in persone che fanno uso cronico eccessivo di alcool e in chi ha avuto un periodo di digiuno prima dell’assunzione del farmaco. Sono condizioni da tenere presente quando si stabilisce la posologia del paracetamolo nel singolo paziente.

È noto che un'overdose di paracetamolo può portare a gravi danni epatici acuti, che possono essere fatali senza un trapianto di fegato.

Il paracetamolo è un analgesico di prima scelta in dosi moderate, purché non si superi una dose massima giornaliera di 4000 mg (4 g) negli adulti.

La sua tossicità epatica è aumentata in alcuni pazienti, in particolare in caso di malattia epatica, elevato consumo di alcol o digiuno prolungato.

Anche l'uso concomitante di farmaci o prodotti erboristici che inducono gli enzimi CYP2E1 può predisporre all'epatotossicità a dosi terapeutiche di paracetamolo e può peggiorare il risultato di un sovradosaggio intenzionale.

Esempi di farmaci che alterano l'attività del CYP2E1 includono alcuni anticonvulsivanti e farmaci antitubercolari.

L’utilizzo concomitante di farmaci come trimetoprim-sulfametossazolo, oppiacei e zidovudina può potenziare l'epatotossicità da paracetamolo competendo per le vie di glucuronidazione, con conseguente aumento del metabolismo CYP2E1-dipendente.

Il danno epatico indotto dal paracetamolo può essere amplificato da alcuni prodotti erboristici, come l’iperico, l’aglio e il camedrio. Ai pazienti va chiesto specificamente dell'uso di integratori a base di erbe, dato che sono ampiamente usati ma spesso non menzionati durante una normale visita medica.

Il paracetamolo è presente in molti prodotti in associazione con altri farmaci. È importante verificare che i pazienti non assumano diverse specialità contenenti paracetamolo, esponendosi così ad un'overdose.

Nel 2021, un gruppo di gastroenterologi francesi ha analizzato i dati di 623 pazienti ricoverati in terapia intensiva tra il 2002 e il 2019 per gravi lesioni epatiche acute. Per 407 di questi pazienti il paracetamolo è stato considerato la causa del danno epatico, con concentrazioni plasmatiche a livelli tossici. Sono stati esclusi dallo studio 7 pazienti con cirrosi.

I restanti 400 pazienti sono stati trattati con acetilcisteina endovena. La mortalità a un mese è risultata del 7%. Undici pazienti hanno ricevuto un trapianto di fegato.

Circa 300 pazienti erano stati esposti a più di 6 g al giorno di paracetamolo, in tre quarti dei casi a scopo suicida.

Tra i restanti 89 pazienti con danno epatico acuto legato al paracetamolo, per 85 di loro era nota la posologia: ≤3 g in 34 pazienti, 3-4 g in 22 pazienti e 4-6 g in 29 pazienti.

La durata mediana dell'esposizione al paracetamolo era di 4 giorni. I motivi per i quali veniva assunto il paracetamolo erano: dolore addominale (45%), artropatie (25%), odontalgia (10%), infezioni virali (8%), cefalea (5%).

Gli autori non hanno segnalato l'uso di altri farmaci epatotossici. Nello studio non sono state descritte circostanze in cui fosse nota l'assunzione errata di diverse specialità a base di paracetamolo con nomi commerciali diversi.

Oltre il 90% (83) di questi 89 pazienti assumeva alcool in eccesso (in media 80 g/d).

Il digiuno per almeno un giorno è stato verificato nel 47,5% di questi 89 pazienti.

Sei pazienti con danno epatico a dosi terapeutiche non assumevano alcolici, ma tutti avevano avuto un periodo di digiuno prima dell'assunzione di paracetamolo, compreso uno con evidente malnutrizione grave e 2 con una diagnosi di disturbo alimentare.

In questo studio in pazienti con danno epatico grave, le epatopatie a dosi terapeutiche di paracetamolo rappresentano il 20% dei casi.

In quasi tutti questi pazienti è stato confermato un eccessivo consumo cronico di alcol, un periodo di digiuno e diversi giorni di assunzione di paracetamolo (in media 4 giorni).

Il ruolo dei primi due fattori è stato dimostrato in modelli animali, soprattutto a causa della deplezione di glutatione, che aumenta la tossicità del paracetamolo.

L’età era un fattore di rischio indipendente per la gravità del danno epatico e mortalità, e ciò suggerisce che gli anziani abbiano un maggior rischio di sviluppare un’epatopatia a dosi terapeutiche di paracetamolo.

Gli esiti dei pazienti con epatopatia a dosi terapeutiche sono peggiori rispetto a quelli con overdose, a causa del danno epatico più grave e dell'età più avanzata.

In pratica - Questo studio conferma ciò che già era noto: il rischio di danno epatico da paracetamolo, anche a dosi terapeutiche, aumenta nei consumatori abituali di elevate quantità di alcol (>50 mg/d) o in caso di digiuno.

È importante evitare di superare le dosi raccomandate in base al peso del paziente.

La posologia raccomandata dai revisori della rivista Prescrire, sono le seguenti:
  • adulti e bambini con peso corporeo ≥50 kg: da 500 mg a 1 g per dose, a distanza di almeno 4-6 ore, senza superare i 4 grammi nelle 24 ore.
  • adulti e bambini con peso corporeo <50 kg: 10-15 mg/kg per dose, a distanza di almeno 4-6 ore, senza superare 60 mg/kg in 24 ore.



Acute Liver Injury With Therapeutic Doses of Acetaminophen: A Prospective Study.
Hepatology. 2021 May;73(5):1945-1955


What dose of paracetamol for older people?
Drug Ther Bull. 2018 Jun;56(6):69-72

Paracetamol in therapeutic dosages and acute liver injury: causality assessment in a prospective case series.
BMC Gastroenterol. 2011 Jul 15;11:80






Gilberto Lacchia - Pubblicato 04/03/2022 - Aggiornato 04/03/2022

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