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Visualizzazione dei post con l'etichetta ANTIPERTENSIVI

589 - Antipertensivi e anziani: prudenza!

Nei pazienti anziani e fragili, l’inizio di una terapia antipertensiva può comportare rischi significativi, come insufficienza renale acuta, cadute e fratture. [Lettura 5 min] I ricercatori hanno utilizzato i dati del Clinical Practice Research Datalink (CRPD) del Regno Unito per valutare la terapia antipertensiva sugli anziani con esigenze sanitarie complesse (ESC). La popolazione dello studio includeva persone di età >65 anni con ESC, definite da tre indicatori valutati durante l’anno precedente l’inizio dello studio: ricoveri non programmati (coorte ricovero) punteggio dell’indice di fragilità elettronico ≥3 (coorte fragilità) prescrizione di ≥10 farmaci diversi (coorte politerapia) Sono stati esclusi i pazienti in terapia con antipertensivi nell’anno precedente l’inizio dello studio. Gli esiti studiati, cadute, fratture e insufficienza renale acuta (IRA) grave, sono stati identificati dai dati del CRPD e da quelli ospedalieri. I dati sulle prescrizioni sono stati utilizzati per...

557 - Antipertensivi e rischio di fratture negli anziani

L'inserimento in terapia di un farmaco antipertensivo negli anziani va ponderato con attenzione, soppesando rischi e benefici. Soprattutto nei soggetti più fragili. [Lettura 4 min] Nonostante l'uso diffuso di antipertensivi negli anziani, esistono poche evidenze che mettano in rapporto l'inizio di questa terapia al rischio di fratture in questa popolazione vulnerabile, caratterizzata da multimorbilità, politerapia e fragilità. Gli anziani in strutture residenziali hanno un rischio elevato di cadute: più di un quarto di queste comportano lesioni gravi; nel 10-15% dei casi esitano in fratture, ricoveri ospedalieri o morte. La terapia farmacologica è un fattore di rischio modificabile che può condizionare le cadute. Gli antipertensivi, data l'alta prevalenza di ipertensione, sono i farmaci più comunemente utilizzati in questa fascia di età. Questi farmaci spesso causano ipotensione ortostatica, che può innescare cadute e, di conseguenza, fratture, soprattutto nel periodo i...

501 - Antipertensivi al mattino o alla sera?

[Tempo di lettura: 7 min]  Il grande studio randomizzato TIME ha coinvolto più di 21.000 pazienti confrontando l'assunzione degli antipertensivi al mattino o alla sera. Diversamente da studi precedenti con protocolli diversi, non ha mostrato differenze tra i gruppi in termini di mortalità o frequenza di eventi cardiovascolari. L'ipertensione notturna è un importante fattore predittivo di esiti avversi negli ipertesi. È stata osservata anche una relazione parallela tra l'aumento insolitamente elevato della pressione arteriosa mattutina ed esiti cardiovascolari avversi, attraverso l'attivazione mediata dal ritmo circadiano dei sistemi alfa-adrenergico e renina-angiotensina-aldosterone. Questi dati hanno fatto ipotizzare che l'assunzione serale di farmaci antipertensivi possa migliorare gli esiti cardiovascolari. Alcuni studi avevano suggerito che l'assunzione serale della terapia antipertensiva potrebbe avere risultati migliori rispetto all'assunzione mattu...

484 - Qual è il miglior antipertensivo?

[Tempo di lettura: 5 min]  La risposta della pressione arteriosa ai diversi farmaci varia notevolmente tra gli individui, tra i trattamenti e persino tra i pazienti che assumono lo stesso trattamento in momenti diversi. Uno studio svedese evidenzia questa variabilità e il fatto che una terapia personalizzata è più efficace per ridurre i valori pressori, indipendentemente dal principio attivo utilizzato. Sul mercato sono disponibili molti antipertensivi diversi e non è sempre chiaro quale principio attivo possa offrire la miglior riduzione della pressione sanguigna (PA) per un determinato paziente. Benché la maggior parte delle linee guida per l'ipertensione sostenga la terapia in associazione, molti pazienti continuano ad essere trattati in monoterapia, con effetti avversi e mancanza di compliance che rappresentano problemi clinici importanti. Non è noto se la scelta ottimale della terapia antipertensiva vari da una persona all'altra e se le terapie individualizzate possano ...

435 - Antipertensivi: assunzione mattutina o serale?

[Tempo di lettura: 5 min]  L'ipertensione notturna è un importante predittore di eventi avversi nei soggetti ipertesi. Ciò ha fatto ipotizzare che l'assunzione serale degli antipertensivi possa migliorare gli esiti cardiovascolari. I risultati di alcuni studi condotti negli ultimi quindici anni hanno evidenziato un vantaggio dell’assunzione serale. Pro e contro della somministrazione serale sono stati dibattuti a lungo senza raggiungere un consenso definitivo. Un nuovo studio britannico non ha rilevato differenze sostanziali, senza tuttavia chiudere definitivamente la questione. La pressione arteriosa si abbassa tipicamente durante la notte ( dipping ) e aumenta al mattino. Gli eventi cardiovascolari avversi si verificano più frequentemente con il normale picco mattutino e nelle persone che non presentano la consueta variazione diurna della BP. Due studi precedenti avevano segnalato una marcata riduzione degli eventi cardiovascolari avversi quando i farmaci antipertensivi ve...

379 - Paracetamolo e pressione arteriosa

[Tempo di lettura: 7 min]  Il paracetamolo è consigliato come alternativa ai FANS, anche perché questi ultimi possono aumentare la pressione arteriosa. Alcuni studi osservazionali, tuttavia, avevano fatto ipotizzare un effetto ipertensivo anche del paracetamolo.  In pazienti inglesi e statunitensi  è stato studiato q uesto effetto, del principio attivo e/o del sodio usato come eccipiente in alcune formulazioni. Il paracetamolo è considerato un analgesico di prima scelta per il dolore nei pazienti ipertesi, dato il noto effetto ipertensivo dei FANS. Studi osservazionali, tuttavia, suggeriscono che anche l’uso del paracetamolo possa aumentare la pressione arteriosa (PA). Il paracetamolo orale è disponibile in diverse forme, tra cui quelle in bustine e come compresse effervescenti per un assorbimento più rapido. Queste forme farmaceutiche contengono una quantità significativa di sodio che può fare aumentare la PA. Per quantificare questo fenomeno, sono stati valutati i d...

279 - Pressione arteriosa: abbassarla comunque?

[Tempo di lettura: 4 min]  Una grande metanalisi suggerisce che il trattamento antipertensivo possa essere uno strumento di riduzione del rischio cardiovascolare in prevenzione primaria e secondaria, indipendentemente dai valori basali di pressione arteriosa. La selezione dei pazienti e gli obiettivi di trattamento per la riduzione della pressione arteriosa ( PA) rimangono controversi, soprattutto in soggetti con PA ai valori superiori della norma e senza precedenti malattie cardiovascolari (CV). Il 1° maggio è stata pubblicata su Lancet una grande metanalisi finanziata dalla British Heart Foundation e dal National Institute for Health Research britannico. Con l'accesso ai dati individuali di più di 340.000 pazienti in 48 studi, si tratta della più grande e dettagliata indagine sugli effetti della riduzione farmacologica della PA. Negli studi analizzati erano confrontati gli effetti di farmaci diversi, di farmaci e placebo o della maggiore o minore intensità del trattamento. I r...

203 - La deprescrizione dei farmaci antipertensivi nell'anziano

La deprescrizione dei farmaci antipertensivi nell'anziano - Blog Prescrivere Tempo di lettura: 4 min Benché l'ipertensione arteriosa sia uno dei più importanti fattori di rischio modificabili per la prevenzione cardiovascolare, nella popolazione studiata nei grandi studi, come lo SPRINT ( Systolic Blood Pressure Intervention ), erano rappresentati solo un terzo dei soggetti più anziani della popolazione generale. Non è chiaro come questi dati possano essere applicati ai pazienti fragili con multimorbilità. Le indicazioni provenienti da studi osservazionali suggeriscono che la riduzione pressoria e prescrizioni multiple di antipertensivi possono essere dannose in alcuni pazienti anziani. Le linee guida raccomandano di ricorrere al giudizio clinico quando si prescrive in pazienti anziani fragili, sottolineando un approccio personalizzato che potrebbe includere la deprescrizione per migliorare la qualità di vita. Uno studio inglese in un contesto di cure primarie ...

195 - Rischio cardiovascolare e momento di assunzione degli antipertensivi

Tempo di lettura: 4 min Le attuali linee guida per la gestione dell'ipertensione arteriosa non specificano il momento ottimale per l'assunzione degli antipertensivi, ma l'abitudine più comune è quella di farli assumere al mattino. Lo stretto rapporto tra pressione arteriosa (PA) notturna ed eventi cardiovascolari ha fatto ipotizzare che una riduzione notturna mirata della pressione arteriosa con farmaci antipertensivi assunti di sera possa migliorare la protezione rispetto all'assunzione mattutina. I dati emersi dallo studio spagnolo Hygia Chronotherapy suggeriscono che l'assunzione di antipertensivi prima di coricarsi sia associata a un migliore controllo pressorio e a una riduzione del 45% del rischio relativo di eventi cardiovascolari rispetto all'assunzione mattutina. Questo studio prospettico, multicentrico e controllato, condotto in un contesto di cure primarie, ha coinvolto circa 19.000 pazienti ipertesi (56% uomini e 44% donne) con una prescrizio...

117 - Assunzione dei farmaci: tempistica e rapporti con gli alimenti

Tempo di lettura: 6 min Soprattutto nelle terapie croniche, l'aderenza è un fattore critico. Il momento di assunzione dei farmaci dovrebbe massimizzare gli effetti terapeutici e minimizzare quelli avversi. Se possibile, le dosi e i momenti di assunzione si dovrebbero integrare con la routine quotidiana del paziente. Informazioni specifiche sull'assunzione in rapporto ai pasti esistono per meno della metà dei farmaci di uso comune e a volte fonti diverse possono fornire indicazioni contraddittorie per la mancanza di aggiornamento quando sono disponibili nuove informazioni. Gli alimenti possono aumentare o diminuire l'assorbimento e anche migliorare la tollerabilità gastrica. Per diversi farmaci esistono istruzioni specifiche riguardo l'assunzione in relazione ai pasti (v. rif. 2 Tab. 1). L'istruzione "assumere con i pasti" indica un'assunzione entro 30 minuti dal pasto, mentre con "a stomaco vuoto" si intende un'assunzione che av...

31 - Automisurazione domiciliare per migliorare la terapia antipertensiva

Uno studio pubblicato su Lancet sostiene l'automonitoraggio della pressione arteriosa per una migliore gestione della terapia antipertensiva. Alcuni ricercatori britannici hanno randomizzato 1182 pazienti con ipertensione non controllata (PA misurata in studio ≥140/90 mmHg, nonostante l’utilizzo di 3 antipertensivi) suddividendoli in gruppi: gestione abituale (letture della PA in studio); automonitoraggio (letture semestrali della PA una settimana al mese inviate per email) con istruzioni per contattare il medico in caso di valori molto alti o molto bassi; telemonitoraggio (letture semestrali della PA per una settimana, inviate tramite SMS mensili) con istruzioni per contattare il medico in caso di valori molto alti o molto bassi o per valori pressori medi elevati. Al basale, la PA sistolica media misurata in studio era ≈153 mmHg in tutti e tre i gruppi. Dopo 12 mesi, la PA sistolica media misurata in studio è risultata significativamente più bassa con l'automonitor...