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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

188 - Polimialgia reumatica

Tempo di lettura: 7 min La polimialgia reumatica (PMR) non è rara in medicina generale (un medico con 1000 assistiti dovrebbe avere almeno 5-6 casi). È una malattia che si osserva pressoché esclusivamente dopo i 50 anni e la prevalenza aumenta progressivamente con l'età; l'incidenza è massima tra i 70 e gli 80. È relativamente comune, seconda solo all'artrite reumatoide. La PMR è 2-3 volte più comune dell'arterite temporale, che è la sua più temuta complicanza, e che si verifica nel 5-30% dei pazienti con PMR in un certo momento della malattia. Diagnosi - La PMR è caratterizzata da dolori simmetrici e rigidità dei cingoli scapolare e pelvico, e di collo e dorso, sintomi più intensi al mattino. L'esordio è più spesso graduale e ingravescente; meno frequente è un esordio improvviso. I sintomi della PMR comprendono dolori e riduzione dell'ampiezza di movimento della parte superiore delle braccia, al collo, al cingolo pelvico e/o regione lombare; i dolo

187 - Tramadolo: profilo di sicurezza

Tempo di lettura: 5 min Il tramadolo è un analgesico oppiaceo in commercio in Italia da circa 20 anni e autorizzato per il trattamento del dolore acuto e cronico di intensità medio-grave e del dolore postoperatorio. È un agonista puro dei recettori degli oppioidi e ha anche effetti noradrenergici e serotoninergici. Espone agli effetti avversi degli oppioidi e ad alcuni altri effetti collaterali. Nel trattamento cronico può indurre dipendenza. Il fatto che abbia un'affinità per i recettori mu 6000 volte inferiore rispetto alla morfina lo ha fatto definire oppiaceo debole, aggettivo che può indurre a ritenerlo un farmaco maneggevole e sicuro. Il suo profilo di sicurezza non dipende solo dagli effetti comuni agli oppiacei. Effetti avversi comuni agli oppiacei : quelli più frequenti sono principalmente nausea, vomito e stipsi; sono anche state segnalate occlusioni intestinali. Lo spasmo dello sfintere di Oddi può causare colestasi. Il sovradosaggio può indurre depressione respir

186 - Revisione e aggiornamento dei criteri di Beers

Tempo di lettura: 5 min Nel 1991 il geriatra americano Mark Beers (morto prematuramente a 55 anni per le complicanze di un grave diabete di tipo 1) pubblicava una lista di farmaci potenzialmente inappropriati nel paziente anziano che rappresentava il primo elenco di indicatori espliciti di inappropriatezza prescrittiva. Inizialmente elaborati per la popolazione di anziani istituzionalizzati, sono stati successivamente rivisti e periodicamente aggiornati dalla American Geriatrics Society e resi applicabili a pazienti anziani ultrasessantacinquenni di qualunque setting assistenziale. I criteri sono anche integrati in sistemi esperti per valutare i rischi della politerapia nell'anziano, per esempio nel software INTERCheck dell'istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri (→ post precedente ). L'attuale versione si basa su cinque criteri: 1. Farmaci che dovrebbero essere evitati nella maggior parte dei pazienti più anziani; esempi: Nitrofurantoina con GFR in

185 - Dolore dentario acuto in medicina generale

[Tempo di lettura: 6 min]  PRIMA SCELTA

184 - Effetti avversi dei chinolonici per uso topico

Tempo di lettura: 5 min È noto da tempo che i chinolonici possono causare effetti avversi ai tessuti molli, in particolare tendinopatie. La patogenesi non è ancora ben chiara, ma è probabilmente multifattoriale: nei modelli animali, in seguito all'esposizione ai fluorochinoloni, si è osservato un aumento dell'attività di degradazione della matrice e una diminuzione della sintesi della matrice e della proliferazione dei fibroblasti, con indebolimento del tendine e aumento del rischio di rottura. Con la somministrazione topica dei chinolonici l'esposizione tissutale può essere 1000 volte superiore a quella della somministrazione sistemica, e può comportare un danno dei tessuti molli con preparazioni auricolari e oftalmiche. Uno studio di coorte retrospettivo ha valutato il rischio di perforazione timpanica utilizzando gocce auricolari contenenti chinolonici, in base ai dati del sistema statunitense Medicaid per i residenti a basso reddito. Nello studio sono stati inc

183 - Ciclo breve di terapia steroidea

Tempo di lettura: 5 min I corticosteroidi sistemici per periodi di pochi giorni vengono prescritti spesso in medicina generale per problematiche varie: disturbi alle vie aeree superiori, allergie, lombalgie e altre artropatie, problemi dermatologici. Benché la prescrizione di un ciclo breve possa sembrare priva di effetti avversi significativi, non ci sono dimostrazioni di efficacia per tutte le situazioni in cui gli steroidi sistemici vengono utilizzati negli adulti. Bronchite acuta - Mentre c'è un chiaro consenso alla prescrizione di corticosteroidi nelle bronchiti associate all'asma bronchiale o alla BPCO, non ci sono prove di efficacia per la maggior parte dei pazienti con bronchite acuta. Faringite acuta - Un ciclo breve di cortisonici può dare un certo beneficio negli ascessi peritonsillari e in pazienti con faringodinia molto intensa ( p.es . nella mononucleosi). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, gli steroidi sistemici non sembrano avere vantaggi. Un a

182 - Ibuprofene orale: efficacia analgesica a "basse dosi"

Tempo di lettura: 2 min L'ibuprofene è uno degli analgesici orali più comunemente usati per trattare il dolore da lieve a moderato, sia come farmaco singolo, sia in associazione al paracetamolo, o il dolore grave associato agli oppiacei. È un FANS non selettivo che inibisce reversibilmente le COX-1 e COX-2 e blocca la sintesi di prostaglandine e trombossano. Ha un'emivita di 2-2,5 ore ed è ampiamente metabolizzato nel fegato ed eliminato attraverso i reni. Per i FANS esiste il concetto di "tetto analgesico" ( analgesic ceiling ) che è la soglia posologica oltre la quale un ulteriore aumento della dose non offre un vantaggio analgesico incrementale ma aumenta il rischio di effetti avversi. I dati della letteratura supportano una dose con tetto analgesico a 400 mg per un massimo di 1200 mg/die; si tratta di dosi più basse di quelle usate correntemente e anche di quelle massime raccomandate nelle schede tecniche (per l'ibuprofene è di 1800 mg/d). In uno

181 - Terapie farmacologiche per pazienti con COVID-19

Tempo di lettura: 7 min Una recente revisione pubblicata su JAMA fa il punto sullo stato dell'arte dei farmaci attualmente in studio. Attualmente, non esistono studi clinici randomizzati e controllati che dimostrino l'efficacia di terapie che migliorino i risultati dei pazienti con COVID-19 sospetti o confermati. Non ci sono dati da studi clinici che supportino una profilassi e sono in corso più di 300 studi di cui si attendono i risultati. L'aumento delle conoscenze sul virus SARS-CoV-2 e delle modalità di interazione con l'ospite ha permesso di ipotizzare diversi meccanismi di azione per lo sviluppo di potenziali terapie farmacologiche. Il SARS-CoV-2 è un virus a singolo filamento di RNA; entra nelle cellule attraverso la proteina S di superficie del virus che si lega al recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2). Una proteasi transmembrana dell'ospite (TMPRSS2) facilita l'ingresso attraverso la proteina S. Una volta all&#