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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

100 - Approccio diagnostico all'aumento asintomatico delle transaminasi

Tempo di lettura: 5 min Aumenti asintomatici moderati (inferiori a 5 volte il limite superiore della norma) dei livelli di ALT e AST sono comuni in medicina generale, con una prevalenza di circa il 17% nella popolazione italiana. Dopo un primo riscontro di aumento delle transaminasi veniva di solito consigliato di ripetere gli esami alterati per conferma, ma recentemente ciò è stato sconsigliato sulla base di un ampio studio prospettico britannico: la ripetizione non pareva efficiente in quanto l'84% dei risultati restava anormale dopo un mese e il 75% dopo due anni. La valutazione iniziale dovrebbe comprendere: Anamnesi, anche farmacologica (compresi fitoterapici e integratori) ed esame obiettivo. Valutazione della sindrome metabolica: circonferenza vita, pressione arteriosa, quadro lipidico. Glicemia, HbA1c. Emocromo, albumina, tempo di protrombina.. Sideremia, capacità legante e ferritina. Anti-HCV e HBsAg. CAUSE COMUNI Steatosi epatica non alcolica (NAFLD)

99 - Rischio emorragico: apixaban meglio di rivaroxaban

Tempo di lettura: 4 min È ovviamente indiscutibile che la terapia anticoagulante aumenti il rischio emorragico, ma esistono anticoagulanti orali con maggior rischio di emorragie delle vie digestive superiori? L'associazione con un inibitore di pompa (IPP) riduce questo rischio? È stato recentemente pubblicato su JAMA uno studio retrospettivo di coorte in cui venivano analizzati i dati tra il 2011 e il 2015 di pazienti in terapia con apixaban (Eliquis°), dabigatran (Pradaxa°), rivaroxaban (Xarelto°) o warfarin. L'endpoint primario era il ricovero per emorragia GI superiore potenzialmente prevenibile associando un IPP. Sono stati presi in considerazione diversi fattori e comorbidità, tra cui malattie cardiovascolari, profilassi con ASA a basso dosaggio, fragilità, abuso di alcool, epatopatie, anamnesi di precedenti emorragie GI superiori, uso corrente di altri farmaci che influenzano il rischio emorragico (ad esempio FANS, antiaggreganti), età e altri fattori demografici. L&

98 - Nota informativa importante sul tiocolchicoside

Tempo di lettura: 2 min Circa un anno fa avevo commentato il parere della redazione di Prescrire sul tiocolchicoside (→ post precedente ). Alcuni anni fa un articolo sull'edizione francese aveva segnalato che il tiocolchicoside, approvato come miorilassante, da un lato non avrebbe efficacia dimostrata al di là dell'effetto placebo mentre sarebbe genotossico e teratogeno. Nel 2014 l'EMA aveva emanato delle raccomandazioni per limitarne l'uso e lo controindicava in gravidanza e nelle donne fertili che non utilizzano metodi contraccettivi. Recentemente anche l'AIFA ha rilasciato una nota informativa importante. Questi sono i punti principali: - I risultati preclinici hanno mostrato un rischio di genotossicità associato all'uso sistemico di tiocolchicoside, vale a dire per la soluzione iniettabile per uso intramuscolare, le capsule rigide e le compresse orodispersibili. - L'uso di tiocolchicoside è controindicato, e pertanto, non deve essere pre

97 - La prima valutazione di un paziente con possibile insufficienza cardiaca

Tempo di lettura: 2 min Qual è l'approccio migliore per la prima valutazione di pazienti con sospetta insufficienza cardiaca? È stato condotto uno studio in un contesto di medicina generale, con l'arruolamento di almeno 100 pazienti e dati registrati prospetticamente su segni, sintomi e anamnesi del paziente. Lo standard di riferimento in ogni paziente comprendeva una misura oggettiva della funzione cardiaca (ecocardiogramma) e una revisione da parte di uno o più cardiologi di tutti i dati dei pazienti. L'età media dei partecipanti era di 71 anni e il 34% aveva un'insufficienza cardiaca. Gli autori hanno identificato 4 predittori indipendenti di insufficienza cardiaca: sesso maschile, storia di infarto miocardico, crepitii all'esame obiettivo polmonare ed edema delle caviglie (MICE, Male, Infarction, Crepitations, Edema). Sono state confrontate diverse combinazioni di questa regola clinica con BNP e NT-pro-BNP, concludendo che il miglior approccio era quello d

96 - Disfunzione erettile indotta da farmaci

Tempo di lettura: 4 min L'erezione è una funzione che coinvolge fattori vascolari, neurologici, ormonali e psicologici. La disfunzione erettile è definita come l'incapacità di un uomo di avere o mantenere un'erezione sufficiente a compiere un atto sessuale che il paziente considera soddisfacente. Può essere un disturbo permanente o episodico e la prevalenza aumenta con l'età. Le cause sono molteplici, a volte più di una è presente nello stesso paziente: disturbi mentali (compresa ansia e depressione); disturbi vascolari (insufficiente apporto di sangue arterioso ai corpi cavernosi o fuga del sangue dal distretto venoso; disturbi neurologici periferici o centrali (lesioni traumatiche del midollo spinale, sclerosi multipla, neuropatia periferica); disturbi endocrini o ormonali (ipogonadismo, iperprolattinemia, ipotiroidismo); malformazioni del pene (malattia di La Peyronie, microfallo, fimosi); chirurgia pelvica. Alcool e tabagismo sono altri fattori che po