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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

457 - La funzione renale in medicina generale [1]

[Tempo di lettura: 8 min]  La valutazione della funzione renale è all’ordine del giorno per il medico di medicina generale. Bisogna tenerne conto sia per aggiustare le posologie di molti farmaci, sia per prevenire il deterioramento nei pazienti a rischio. La velocità di filtrazione glomerulare (VFG) è il miglior indice della funzione renale e idealmente dovrebbe essere misurata con procedure standard che seguono la clearance di una sostanza esogena infusa. Si tratta di metodi poco pratici. È ampiamente utilizzata la stima della VFG con equazioni validate. Queste equazioni utilizzano la relazione inversa tra concentrazione della creatininemia e VFG, applicando correzioni per età, sesso ed etnia. Le stime della VFG sono espresse per 1,73 m 2  di superficie corporea, che è la superficie media per un adulto. Perciò il valore potrebbe essere sovrastimato in individui minuti e viceversa. La creatininemia, infatti, deriva prevalentemente dal muscolo: in pazienti con basso BMI e ridotta mas

456 - Furosemide o torasemide nello scompenso cardiaco?

[Tempo di lettura: 5 min]  La furosemide, il primo diuretico dell’ansa in uso dal 1964, è ancora oggi il più comunemente usato nell'insufficienza cardiaca. Nonostante la disponibilità di altre molecole che potrebbero avere vantaggi aggiuntivi, come la torasemide, non è chiaro quale sia il miglior diuretico nell’insufficienza cardiaca congestizia. Nel 2020, la furosemide era il 19° farmaco più prescritto negli Stati Uniti, ma le evidenze a supporto di 26 milioni di prescrizioni annuali comprendono solo 7 studi controllati con placebo che includono meno di 500 pazienti. I diuretici dell'ansa agiscono sui sintomi dell'insufficienza cardiaca, non sui processi fisiopatologici di base. Fortunatamente negli ultimi decenni sono state introdotte terapie che agiscono sulle vie neuro-ormonali coinvolte nella patogenesi dell'insufficienza cardiaca. L'associazione di ACE-inibitori, ARNI (neprilisina sacubitril/valsartan), beta-bloccanti (bisoprololo, carvedilolo o metoprolo

455 - Aspirina come tromboprofilassi in ortopedia

[Tempo di lettura: 4 min]  Nei pazienti con fratture di arti o bacino, operati o meno, viene prescritta di routine la tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare. Un grande studio multicentrico ha stabilito che per la profilassi l’aspirina non è inferiore in termini di efficacia e sicurezza. La trombosi venosa è una complicanza ben nota e potenzialmente fatale dopo un trauma ortopedico. Numerose linee guida raccomandano la tromboprofilassi per ridurre il rischio di morte e le complicanze associate al trombosi venosa dopo lesioni ortopediche traumatiche. Non è tuttavia chiaro quale sia il farmaco ottimale. I risultati di recenti studi e metanalisi suggeriscono che l'aspirina può essere un'efficace alternativa all'eparina a basso peso molecolare (EBPM) in pazienti sottoposti ad artroplastica totale, con un profilo di sicurezza più favorevole. Le evidenze in pazienti con fratture, sottoposte o meno a terapia chirurgica, sono invece scarse. Lo studio PREVENT CLOT (

454 - Daridorexant per l’insonnia

[Tempo di lettura: 10 min]  Daridorexant è il primo inibitore dell'orexina approvato in Europa per il trattamento dei disturbi del sonno gravi negli adulti. È stato approvato basandosi su due studi randomizzati verso placebo. Gli scarsi dati di efficacia e sicurezza e la mancanza di confronti con altri ipnotici non permettono di stabilire se sia un reale progresso terapeutico. Daridorexant è il primo farmaco approvato in Europa della classe dei DORA ( Dual Orexin Receptor Antagonists ) per il trattamento dei disturbi gravi del sonno. È un antagonista dei recettori dell'orexina di tipo 1 e 2 (OX1 e OX2) scelto da una serie di farmaci analoghi, in base a una durata prevista dell'effetto di ≈8 ore, con un'emivita intesa a minimizzare gli effetti residui durante il giorno. Negli Stati Uniti sono già stati approvati suvorexant (2014) e lemborexant (2019). OX1 e OX2 sono recettori accoppiati a proteine G ampiamente espressi nel cervello. I ligandi endogeni orexina A e orex

453 - Tramadolo per coxartrosi e gonartrosi

[Tempo di lettura: 5 min]  Il tramadolo è un analgesico oppioide tra i più prescritti per il dolore non oncologico. Continua a essere prescritto, nonostante metanalisi che lo hanno confrontato con FANS e con placebo in cui è risultato sostanzialmente poco efficace e con frequenti effetti avversi. In una linea guida dell' American College of Rheumatology , il tramadolo ha una “raccomandazione condizionale” in pazienti con artrosi dell'anca o del ginocchio, quando altri trattamenti siano inefficaci o controindicati. Gli autori della linea guida ammettono che “lavori recenti hanno evidenziato il livello molto modesto di efficacia degli oppioidi nella terapia a lungo termine (da 3 mesi a 1 anno) nel dolore non oncologico”. Ritengono, tuttavia, che ci siano circostanze in cui il tramadolo o altri oppioidi possono essere appropriati per il trattamento dell'artrosi, per esempio quando nei pazienti siano controindicati i FANS, altre terapie siano risultate inefficaci o non siano

452 - 🔎 APPROFONDIMENTO: Digossina

[Tempo di lettura: 12 min]  Un farmaco del XIX° secolo ma ancora utilizzato, anche se non come un tempo. Ha una lunga emivita e una finestra terapeutica ristretta. È necessaria molta attenzione nella prescrizione e nel controllo dei livelli sierici, dato che oggi l’utilizzo interessa spesso soggetti con fattori di rischio per intossicazione digitalica: insufficienza renale, anziani, fragili, defedati, donne e politrattati. La prima descrizione dell'uso terapeutico della Digitalis purpurea si trova in un testo del 1775 di William Withering. I suoi glicosidi, tra cui la digossina, vennero isolati nella seconda metà dell'ottocento. Fino a quando non sono stati disponibili i diuretici, i glicosidi cardiaci erano gli unici farmaci per l'insufficienza cardiaca. Comprendono diverse molecole, ma attualmente solo la digossina è utilizzata in terapia. Fino agli anni '80, i glicosidi cardiaci venivano dosati in base agli effetti terapeutici quali il miglioramento della diuresi

451 - 🔎 APPROFONDIMENTO: Ivabradina

[Tempo di lettura: 10 min]  L’ivabradina, approvata in Europa da più di 15 anni, è un farmaco che agisce sul nodo del seno modulando la frequenza cardiaca. È indicata come terapia sintomatica dell’angina pectoris e nel trattamento dell’insufficienza cardiaca con disfunzione sistolica. Non c’è unanimità sulla sua efficacia e sicurezza e secondo alcuni il rapporto rischio/beneficio non sarebbe favorevole. Una frequenza cardiaca elevata è considerata un marker di rischio cardiovascolare. L'ivabradina, chimicamente derivata dal verapamil, è un inibitore selettivo del pacemaker del nodo del seno che blocca un canale ionico regolato da nucleotidi ciclici (HCN) attivato dall'iperpolarizzazione e inibisce selettivamente la corrente I(f), riducendo così la frequenza cardiaca, senza influenzare la pressione arteriosa o la funzione sistolica del ventricolo sinistro. La frequenza sinusale viene ridotta prolungando la fase di depolarizzazione lenta. Gli effetti cardiaci sono specifici pe

450 - Omega-3 e fibrillazione atriale

[Tempo di lettura: 5 min]  L’integrazione con acidi grassi omega-3 è ancora indicata nell’ipertrigliceridemia. Due recenti metanalisi, tuttavia, mettono in evidenza un rischio dose-dipendente di fibrillazione atriale. Sulla base di questi dati il rapporto rischio/beneficio della terapia di integrazione sembra nettamente sfavorevole e ne mette in questione l’utilizzo. Gli acidi grassi polinsaturi omega-3 sono presenti in diversi alimenti, in particolare nei pesci grassi (salmone, tonno, ecc.) e negli oli da questi derivati. Nel 2018, a causa della mancanza di efficacia dimostrata nella prevenzione di un nuovo evento cardiaco dopo un infarto miocardico, per i farmaci contenenti esteri etilici dell'acido eicosapentaenoico e dell'acido docosaesaenoico l’EMA ha revocato l’indicazione della prevenzione cardiovascolare secondaria. Quesi farmaci rimangono autorizzati nell’ipertrigliceridemia “quando la risposta alle diete e ad altre misure non farmacologiche da sole si sia dimostrat

449 - Abuso di quetiapina e olanzapina

[Tempo di lettura: 4 min]  L’analisi dei database di farmacovigilanza ha messo in evidenza numerosi casi di abuso di antipsicotici di seconda generazione, soprattutto quetiapina e olanzapina. La prescrizione di questi farmaci in soggetti a rischio va ponderata con attenzione. Negli ultimi decenni, diversi antipsicotici atipici, noti anche come antipsicotici di seconda generazione (SGA), come risperidone, aripiprazolo, olanzapina e quetiapina, sono diventati i farmaci di scelta per il trattamento della schizofrenia e di altre psicosi. Il loro uso è in costante aumento anche perché le indicazioni sono state ampliate. In Italia l’olanzapina è autorizzata per il trattamento della schizofrenia e dell’episodio di mania da moderato a grave. La quetiapina è autorizzata per il trattamento della schizofrenia, del disturbo bipolare e del trattamento aggiuntivo degli episodi depressivi maggiori nei pazienti con disturbo depressivo maggiore che hanno avuto una risposta sub-ottimale alla monote

448 - Bronchite acuta nell’adulto

[Tempo di lettura: 10 min]  La bronchite acuta è una condizione clinica comune, con esordio acuto e tosse persistente, con o senza produzione di espettorato. In genere si risolve senza terapia specifica in 1-3 settimane. I sintomi originano dall'infiammazione delle basse vie aeree e sono più frequentemente dovuti a un'infezione virale. Il trattamento si concentra sull'educazione del paziente e sulla terapia sintomatica. Gli antibiotici non sono necessari nella grande maggioranza dei casi, ma sono largamente prescritti in modo inappropriato per questa patologia. La bronchite acuta è un'infiammazione acuta di trachea e bronchi che si verifica in assenza di una broncopneumopatia cronica. È un’affezione comune, soprattutto in autunno e in inverno. I virus sono i patogeni più comunemente identificati nei pazienti con bronchite acuta. Quelli più spesso identificati sono virus influenzale A e B, virus parainfluenzale , coronavirus tipo 1-3 , rinovirus , v irus respirat