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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

413 - Diabete tipo 2: aggiornamento delle linee guida NICE

[Tempo di lettura: 6 min]  A marzo 2022 il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha aggiornato le linee guida per la terapia del diabete di tipo 2 negli adulti. Nella scelta della terapia assume particolare importanza la valutazione della situazione cardiovascolare e del rischio cardiovascolare del paziente. La principale modifica riguarda l’utilizzo delle gliflozine, consigliate come prima scelta in caso di patologie cardiovascolari o rischio elevato. Nella rivalutazione dell’approccio terapeutico per gli adulti con diabete di tipo 2, il NICE ha dato particolare importanza alla situazione cardiovascolare, al rischio cardiovascolare e alla presenza o meno di disfunzione renale. In questo post sono riassunte le raccomandazioni relative alla protezione cardiovascolare. In uno successivo saranno illustrate quelle per i pazienti con disfuzione renale. Le principali modifiche pratiche riguardano le nuove raccomandazioni per l'uso delle gliflozine o inibitori SGLT2

412 - Effetti avversi ai mezzi di contrasto con gadolinio

[Tempo di lettura: 7 min]  Le reazioni di ipersensibilità ai mezzi di contrasto a base di gadolinio sono più rare di quelle a mezzi di contrasto iodato. Sono comunque possibili e in una piccola percentuale di casi possono essere gravi. Vanno identificati i pazienti a rischio, ai quali va prescritta una premedicazione. I mezzi di contrasto (MDC) a base di gadolinio (GBCA) sono chelati di gadolinio, un metallo con proprietà paramagnetiche e che può indurre un campo magnetico per aumentare il segnale durante la risonanza magnetica. I GBCA sono stati utilizzati per la risonanza magnetica fin dagli anni '80. Uno studio del 2007 ha rilevato 48 reazioni di ipersensibilità (0.07%) su oltre 65.000 somministrazioni di GBCA per via endovenosa. Un altro studio pubblicato nel 2018, su oltre 700.000 somministrazioni, riportava una percentuale di reazioni avverse di tipo allergico dello 0.09%, di cui il 6% (37 su 662) erano gravi. I GBCA sono MDC relativamente sicuri, rispetto a quelli iodati.

411 - Antibiotici per l’appendicite

[Tempo di lettura: 5 min]  Per oltre 100 anni, l'appendicectomia è stata il trattamento di scelta in caso di appendicite. Un numero crescente di studi suggerisce che la terapia antibiotica da sola possa essere efficace per molti pazienti con appendicite non complicata. Nello studio randomizzato APPAC, condotto in Finlandia e pubblicato nel 2015, sono stati confrontati un ciclo di antibiotici di 10 giorni e l'appendicectomia in più di 500 adulti tra i 18 e i 60 anni, con appendicite non complicata confermata dalla TC. L’appendicite non complicata era definita da un’appendice infiammata, ma senza appendicoliti, perforazioni o ascessi. Il 73% dei partecipanti trattati con antibiotici ha evitato l'intervento chirurgico a 1 anno. I pazienti randomizzati alla terapia antibiotica hanno ricevuto ertapenem per ev (1 g/d) per 3 giorni, seguito da 7 giorni di levofloxacina orale (500 mg/d) e metronidazolo (500 mg x 3/d). In questo studio, 100 (39,1%) dei 256 pazienti trattati con a

410 - Vitamina B12: orale o intramuscolare?

[Tempo di lettura: 6 min]  La carenza di vitamina B12 è comune, soprattutto nella popolazione anziana, a causa di patologie intestinali o farmaci che interferiscono con l’assorbimento. Per la integrazione è di solito consigliata la via intramuscolare. La somministrazione per via orale, tuttavia, sarebbe più pratica, meno costosa ed è la modalità preferita dai pazienti. La vitamina B12 (VB12) è un nutriente essenziale per la sintesi del DNA cellulare. Il fabbisogno giornaliero negli adulti è compreso tra 2 e 3 µg/die ( Società di nutrizione umana ). Si stima che la dieta occidentale contenga 7-30 µg/die di cobalamina, di cui 1-5 µg vengono assorbiti e immagazzinati, e che le riserve siano di 2-5 mg. Pertanto, i sintomi derivanti da un deficit di VB12 non si manifesterebbero prima di 2-5 anni dopo la riduzione dell’assunzione o dell’assorbimento. La carenza di VB12 può portare a disturbi ematologici e neuropsichiatrici, oltre che a fattori di rischio cardiovascolare. La prevalenza neg

409 - Profilo di sicurezza dei DOAC in Italia

[Tempo di lettura: 7 min]  Gli anticoagulanti orali diretti sono ormai entrati stabilmente nella pratica clinica e stanno gradualmente sostituendo il warfarin per le indicazioni approvate. Tre studi italiani hanno analizzato i dati di farmacovigilanza degli ultimi anni per valutare il profilo di sicurezza dei singoli principi attivi, che negli studi registrativi non erano stati confrontati uno con l’altro. Rivaroxaban e apixaban risultano quelli con il miglior profilo di sicurezza. Gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) hanno un rapporto rischio/beneficio complessivamente più vantaggioso rispetto al warfarin e permettono di superare molte limitazioni associate alla terapia anticoagulante orale tradizionale. Dal 2014 al 2020 il consumo degli anticoagulanti in Italia è aumentato del 47,9% (OsMed 2020): i DOAC sono la categoria più prescritta e il rivaroxaban è il principio attivo più utilizzato, seguito dall'apixaban. L'equilibrio tra rischio trombotico e rischio emorragico è

408 - La cascata prescrittiva

[Tempo di lettura: 4 min] Negli ultimi decenni l'aumento delle politerapie, soprattutto negli anziani, ha fatto aumentare il problema delle reazioni avverse e delle interazioni tra farmaci. In un articolo del 1997 sul BMJ, la geriatra canadese Paula Rochon coniava il termine cascata prescrittiva per definire un fenomeno che inizia quando, dopo la prescrizione di un farmaco, si verifica una reazione avversa che viene mal interpretata come una nuova condizione medica e, di conseguenza, trattata con un nuovo farmaco e così via. Il paziente in questo modo continua a essere esposto all'effetto negativo del primo farmaco, eventualmente a quello del secondo e a possibili nuove interazioni. Esempi di cascata prescrittiva illustrati nell'articolo originale sono: prescrizione di un FANS seguita dall'aumento dei valori pressori che a sua volta induce l'inizio o l'intensificazione di una terapia antipertensiva; prescrizione di un diuretico tiazidico che fa aumentare l&

407 - Gliflozine: effetti cardiovascolari e renali

[Tempo di lettura: 8 min]  Gli inibitori dell’SGLT2 o gliflozine hanno comportato un importante cambiamento nella terapia dei pazienti con o ad alto rischio di insufficienza cardiaca, progressione di una nefropatia cronica o entrambe. L'inibizione dell’SGLT2 migliora gli esiti cardiovascolari nei pazienti con insufficienza cardiaca, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un diabete di tipo 2. Oltre ad avere proprietà glicosuriche e natriuretiche, questi farmaci riducono anche il rischio di nefropatia terminale nei diabetici di tipo 2 e nei pazienti con nefropatia cronica. I trasportatori di glucosio sono proteine integrali di membrana che mediano il trasporto di glucosio e sostanze strutturalmente correlate attraverso le membrane cellulari. Il trasporto del glucosio trans-membrana è legato a quello del sodio e queste proteine sono definite S odium- GL ucose T ransporter (SGLT). Sono state descritte due isoforme di SGLT: SGLT1, che si trova principalmente nell'intesti

406 - Danno renale ed encefalopatia da aciclovir

[Tempo di lettura: 5 min]  Aciclovir e valaciclovir sono antivirali che possono ridurre la funzione renale fino all’insufficienza renale acuta. Nei pazienti con funzione renale compromessa è possibile una encefalopatia indotta dagli antivirali, con sintomi neurologici anche gravi. È fondamentale la prevenzione, adeguando la posologia alla funzione renale ed evitando fattori che possono diminuire la funzionalità renale. Aciclovir e valaciclovir sono antivirali utilizzati in diverse infezioni virali da herpes virus e citomegalovirus. Il valaciclovir è l'estere L-valina dell'aciclovir. Dopo la somministrazione orale subisce un effetto di primo passaggio nel fegato e viene rapidamente convertito in aciclovir. Presenta quindi gli stessi effetti avversi. L'aciclovir (derivato o meno dal metabolismo del valaciclovir) viene eliminato per via renale per filtrazione glomerulare ed escrezione tubulare, principalmente in forma immodificata. La posologia di questi farmaci deve essere

405 - COVID, atleti e cuore

[Tempo di lettura: 3 min]  I timori relativi alla frequenza di miocardite in giovani atleti che hanno superato l’infezione da SARS-CoV2 e alla possibilità di aritmie pericolose hanno indotto a elaborare diversi protocolli per questi soggetti, con richiesta di esami cardiologici prima della ripresa dell’attività sportiva. Uno studio prospettico documenta la rarità delle complicanze cardiologiche pericolose negli atleti che hanno superato il COVID. Studi prospettici su larga scala stimano la prevalenza di un interessamento cardiaco da infezione da SARS-CoV2 compresa tra 0,5-3,0% in giovani atleti con attività agonistica. La maggior parte delle società sportive richiede l’esecuzione di esami cardiologici, come ECG e/o ecocardiogramma, per riammettere l’atleta all’attività sportiva. In uno studio descritto in una research letter pubblicata su Circulation , il gruppo di studio dell’ Outcomes Registry for Cardiac Conditions in Athletes ha seguito 3675 atleti di 45 college e università dal