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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

344 - Farmaci e colite microscopica

[Tempo di lettura: 7 min]  La colite microscopica causa una diarrea cronica ed è diagnosticata solo a livello bioptico. Negli ultimi vent’anni numerosi studi e segnalazioni di casi clinici hanno fatto ipotizzare un’associazione con farmaci diversi che potrebbero avere un ruolo causale o scatenante. La colite microscopica (CM) è una malattia infiammatoria del colon caratterizzata da diarrea cronica, acquosa e non ematica. Si verifica tipicamente in persone di mezza età e con preponderanza del sesso femminile. È una diagnosi che interessa il 10-30% dei pazienti con diarrea cronica. Un tempo considerata una patologia rara, negli ultimi dieci anni gli studi epidemiologici hanno notato un aumento di incidenza, con un’incidenza paragonabile a quella di altre malattie infiammatorie intestinali. Alla colonscopia il colon appare macroscopicamente normale o quasi. La diagnosi è stabilita dalla biopsia della mucosa che dimostra alterazioni istologiche caratteristiche. Il termine “colite micr

343 - POP: pillola di solo progestinico

[Tempo di lettura: 8 min]  La mini-pillola contiene solo un progestinico. È un’alternativa agli estro-progestinici per donne in cui è controindicata o non desiderano una contraccezione con estrogeni. Ha meccanismi di azione e caratteristiche proprie. La pillola di solo progesterone (POP, Progestin-Only Pill ) o "minipillola" contiene solo un progestinico, a differenza degli estroprogestinici tradizionali. I progestinici tradizionalmente utilizzati nella POP sono: noretisterone (o noretindrone) 350 mcg (disponibile in Italia solo in formulazioni da 10 mg per il trattamento delle metrorragie funzionali, endometriosi e polimenorrea, Primolut Nor°) levonorgestrel 30 mcg (disponibile in Italia solo in formulazioni da 1,5 mg per la ➡ contraccezione di emergenza , Norlevo°, o in dispositivi intrauterini medicati). In Italia le POP disponibili contengono: desogestrel dosato a 75 microgrammi (Azalia°, Cerazette°, Desantrel°) drospirenone 4 mg (Slinda°) L’effetto contraccettivo d

342 - 🔎 APPROFONDIMENTO: Mirtazapina

[Tempo di lettura: 8 min]  La mirtazapina è un antidepressivo atipico. Dato il suo effetto sedativo, viene spesso utilizzata in caso di insonnia associata a depressione. Tra gli effetti avversi, oltre alla sedazione, va tenuto presente l’aumento di peso. In commercio da circa 20 anni, la mirtazapina è indicata per il trattamento di episodi di depressione maggiore negli adulti. La mirtazapina, chimicamente molto simile alla mianserina (Lantanon°), è un antidepressivo tetraciclico e ha un meccanismo di azione diverso da altri antidepressivi. Inibisce i recettori centrali presinaptici alfa-2-adrenergici, provocando un aumento del rilascio di serotonina e noradrenalina. Agisce anche come potente antagonista dei recettori H1 dell'istamina, con effetto sedativo e calmante, e dei recettori serotoninergici 5-HT2A, 5-HT2C e 5-HT3, permettendo alla serotonina di interagire con i recettori 5-HT1 e produrre l’effetto antidepressivo. Una revisione sistematica del 2018 e una meta-analisi su 21

341 - OLIGOELEMENTI: Rame

[Tempo di lettura: 8 min]  Il rame è un componente di molti enzimi, la cui funzione principale consiste in reazioni di ossido-riduzione. Forme estreme di carenza e tossicità si osservano in rare malattie genetiche. Nella dieta occidentale, circa il 60% del rame alimentare proviene da vegetali: verdure, cereali e legumi che forniscono circa il 20% del fabbisogno. Un ulteriore 20% proviene da carne, pesce e pollame. Il maggior contenuto di rame si trova nel fegato. L'assorbimento può essere compromesso da ferro, zinco o acido ascorbico nella dieta. Nell'organismo il rame si trova in alte concentrazioni in fegato, cervello e ossa e, in misura minore, nei reni, nel cuore e nel pancreas. Il latte materno contiene relativamente poco rame. L'apporto dietetico raccomandato è di 200-300 mcg/d per i bambini piccoli e sale fino a 900 mcg/d per gli adulti, 1200 mcg/d in gravidanza e 1600 mcg/d in allattamento ( Società Italiana di Nutrizione Umana , SINU, 2014). Il maggior livello d

340 - Farmaci per l’Alzheimer: effetti avversi e interazioni

[Tempo di lettura: 10 min]  A un quarto di secolo dall’immissione in commercio dei farmaci per il morbo di Alzheimer, si hanno molte informazioni su profilo di sicurezza e interazioni farmacologiche. Sono farmaci che non hanno modificato la storia naturale della malattia e in alcune situazioni la deprescrizione può essere la scelta migliore. In Italia i farmaci disponibili per il trattamento della malattia di Alzheimer sono: Anticolinesterasici Donepezil (demenza di grado lieve-moderato) Rivastigmina (demenza da lieve a moderatamente grave) Galantamina (demenza da lieve a moderatamente grave) Antagonista dei recettori dell’N-Metil-D-Aspartato (NMDA) Memantina (demenza da moderata a grave) EFFETTI AVVERSI DEGLI ANTICOLINESTERASICI Gastroenterici - Sono frequenti e dose-dipendenti. Si tratta soprattutto di nausea, vomito, anoressia, diarrea, dolore addominale e dispepsia. Per prevenire questi disturbi è utile iniziare la terapia a basse dosi gradualmente crescenti. Neurologici - Si

339 - TRIP database

[Tempo di lettura: 10 min]  🔧 STRUMENTI 🔧 Il TRIP database, a prima vista, può sembrare un qualsiasi motore di ricerca per la letteratura medico-scientifica. Si inseriscono le parole chiave, si preme invio e si guarda cosa viene fuori. Quello che rende Trip diverso, è ciò che appare nella pagina dei risultati. Con sede nel Regno Unito, TRIP ( Turning Research Into Practice ), nonostante il suo nome, non è un database ma un motore di ricerca clinica che permette di cercare contemporaneamente tra molte fonti di informazione e tipi di pubblicazione, utilizzando una singola interfaccia. Trip, inaugurato nel 1997, è stato progettato per rispondere rapidamente alle domande cliniche. L'idea era di riunire tutti i contenuti evidence-based in un unico luogo e di permetterne la ricerca. Le fonti comprendono sia articoli pubblicati su riviste biomediche sia materiale proveniente dalla cosiddetta grey literature , documentazione non pubblicata attraverso i normali canali, ma di

338 - Calprotectina fecale

[Tempo di lettura: 5 min]  La calprotectina è una proteina espressa dai neutrofili. La presenza di calprotectina nelle feci è un indicatore sensibile di infiammazione gastrointestinale che è proporzionale ai livelli di calprotectina. La calprotectina è una proteina che lega zinco e calcio. Deriva principalmente da neutrofili e monociti. Può essere rilevata in campioni di tessuto, liquidi organici e feci, ed è utilizzata come marcatore dell'attività dei neutrofili. La ricerca della calprotectina fecale può essere utile per la diagnosi delle malattie infiammatorie intestinali (IBD) in adulti e bambini con sintomi gastrointestinali e per differenziarle da altre cause non infiammatorie di diarrea, come la sindrome dell'intestino irritabile. Livelli elevati di calprotectina fecale si trovano anche in altre condizioni infiammatorie che possono causare diarrea come enteriti batteriche e virali, linfoma intestinale, celiachia, allergie alimentari e immunodeficienze, e anche in caso

337 - Effetto placebo

[Tempo di lettura: 10 min]  📚 RECENSIONE 📚 Il placebo è spesso considerato solo come una sostanza inerte, quando non associato all’inganno dei pazienti. Un libro di una autorità mondiale nel campo dello studio dell’effetto placebo fornisce informazioni e concetti che potrebbero migliorare i risultati delle terapie prescritte e dell’incontro con il paziente. Il placebo è tradizionalmente considerato in modo negativo (“È solo un placebo!”) o utilizzato negli studi scientifici solo per valutare l’efficacia di interventi o principi farmacologicamente attivi. Negli ultimi decenni, tuttavia, i ricercatori si sono chiesti seriamente perché somministrando un placebo (una terapia finta) si ottenessero dei miglioramenti clinici. Ci si è anche resi conto che la variabilità con cui i pazienti rispondono ai trattamenti e percepiscono i sintomi sono in parte attribuibili agli effetti placebo e nocebo. Oggi parlando di effetto placebo si intende un fenomeno biologico che avviene ne

336 - Aspirina in prevenzione primaria: più no che sì

[Tempo di lettura: 5 min]  Una nuova raccomandazione dell’USPSTF sconsiglia ulteriormente l’utilizzo dell’aspirina in prevenzione primaria. Altre linee guida avevano già preso posizione in merito. Non viene però mai citato il tema spinoso della deprescrizione. Il 12 ottobre 2021, la U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF) ha pubblicato una nuova bozza di raccomandazioni sull'uso dell'aspirina a basso dosaggio per la prevenzione cardiovascolare in persone senza patologie cardiovascolari note. Si precisa che, per le persone nella fascia di età 40-59, con rischio cardiovascolare a 10 anni ≥10%, " la decisione di iniziare la prevenzione primaria con aspirina ... dovrebbe essere individualizzata ". L'USPSTF considera questa raccomandazione di classe "C", indicando che il beneficio netto è probabilmente piccolo e che la decisione di iniziare l'aspirina dovrebbe quindi riflettere " il giudizio professionale e le preferenze del paziente ".

335 - Stop al dapagliflozin nel diabete di tipo 1

[Tempo di lettura: 3 min]  ⚡ NOTIZIA FLASH ⚡ Dal 25 ottobre il dapagliflozin 5 mg non ha più l’indicazione per il diabete mellito di tipo 1. Sarà quindi necessario sospendere il farmaco in questi pazienti e ottimizzare la terapia insulinica. AstraZeneca, titolare dell’AIC per il dapagliflozin, ha deciso di rimuovere l'indicazione “diabete mellito di tipo 1” per il dapagliflozin 5 mg (Forxiga°). La chetoacidosi diabetica è un noto effetto indesiderato delle gliflozine (➡ Gliflozine: prestare attenzione al rischio di chetoacidosi atipica ).    In studi sul diabete di tipo 1 con dapagliflozin, la chetoacidosi si è verificata in almeno 1 paziente su 100 (frequenza comune). A partire dal 25 ottobre 2021, dapagliflozin 5 mg non è più indicato nei pazienti con diabete mellito di tipo 1. L’interruzione di dapagliflozin in questi pazienti deve essere eseguita sotto la supervisione del diabetologo e attuata non appena sia clinicamente possibile. Dopo la sospensione del dapagliflozin l&