Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2022

422 - “Vacanza terapeutica” dai bifosfonati: come, quando e per quanto tempo

[Tempo di lettura: 11 min]  I bifosfonati sono una terapia efficace per l’osteoporosi utilizzata da più di 40 anni. Negli ultimi anni, le preoccupazioni per reazioni avverse riconosciute (p.es. esofagite) e i potenziali problemi di sicurezza a lungo termine, come le fratture femorali atipiche, e l'osteonecrosi della mandibola, insieme alla possibilità che la riduzione del rischio di fratture possa persistere per mesi o anni dopo l'interruzione del trattamento a lungo termine, hanno fatto aumentare l'interesse per l'interruzione o la sospensione della terapia dopo alcuni anni di trattamento. I legami chimici dei bifosfonati (P-C-P) sono analoghi biologici dei legami di pirofosfato (P-O-P) prodotti naturalmente. La sostituzione dell'atomo di ossigeno con uno di carbonio impedisce al composto di essere metabolizzato. Tutti i bifosfonati si legano all'osso e ne inibiscono il riassorbimento. I vari bifosfonati si differenziano per il grado di legame con l'osso

421 - Contraccettivi ormonali e depressione

[Tempo di lettura: 6 min]  I contraccettivi orali possono indurre o aumentare i sintomi depressivi e l’uso di farmaci antidepressivi in donne sensibili. Nella prescrizione e nel follow-up di donne che utilizzano questi farmaci è importante la valutazione della salute mentale. La contraccezione ormonale può precipitare o perpetuare la depressione in alcune pazienti. Il legame tra pillole contraccettive orali e depressione è legato al dosaggio e al tipo di progestinico contenuto in queste pillole. Effetti di estrogeni e progesterone sull'umore Estrogeni e progesterone influenzano la funzione cerebrale e l'attività di neurotrasmettitori come acido gamma-aminobutirrico, serotonina e dopamina. I recettori degli estrogeni ER-alfa e ER-beta sono ampiamente distribuiti nel sistema nervoso centrale. I recettori ER-alfa si trovano principalmente nell'ipotalamo, nell'ippocampo, nell'amigdala e nel tronco encefalico. I recettori del progesterone alfa e beta sono più abbondan

419 - Inibitori della PCSK9

[Tempo di lettura: 11 min]  Dal 2003, quando è stato scoperto l’enzima PCSK9, sono stati sviluppati farmaci per la terapia dell’ipercolesterolemia. Negli ultimi anni gli anticorpi monoclonali sono utilizzati con sempre maggiore frequenza, oltre che nell’ipercolesterolemia famigliare, anche nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. I farmaci che si basano sulla tecnica siRNA hanno ancora un utilizzo di nicchia e pochi dati che permettano di giudicarne efficacia e sicurezza. Le proproteine convertasi sono una famiglia di serin-proteasi coinvolte nella conversione di precursori di proteine secretorie (ormoni, enzimi e recettori) in molecole bioattive. La PCSK9 ( Proprotein Convertase Subtilisin/Kexin-type 9 ) è stata descritta per la prima volta nel 2003. Nella sua forma attiva, la PCSK9 regola i recettori della superficie cellulare; in particolare, regola la degradazione del recettore LDL (LDL-R) in risposta alle concentrazioni di colesterolo intracellulare. L'enzima codificat

420 - Agonisti del GLP-1 e patologie delle vie biliari

[Tempo di lettura: 7 min]  Gli agonisti del recettore del peptide-1 glucagone-simile sono farmaci entrati nella terapia del diabete mellito e utilizzati anche per promuovere la perdita di peso. L’utilizzo di queste molecole è associato a un aumento di patologie delle vie biliari, come colelitiasi e colecistite. Gli agonisti del recettore del peptide-1 glucagone-simile (GLP-1) si sono affermati come terapia di seconda scelta per i pazienti con diabete di tipo 2 o obesità. Per il diabete di tipo 2, è stato dimostrato che l'uso degli agonisti del GLP-1 riduce i livelli di emoglobina glicata e promuove il calo ponderale. Dalla loro introduzione sul mercato, gli agonisti del GLP-1 come exenatide (Byetta°), liraglutide (Victoza°) o semaglutide (Ozempic°) sono stati associati a effetti avversi gastrointestinali, che spesso ne limitano l'uso nella pratica clinica. Alcuni effetti avversi gastrointestinali lievi e transitori, come la nausea, sono comuni ma tendono a risolversi nel tem

418 - Ricadute di COVID-19 dopo terapia antivirale orale

[Tempo di lettura: 6 min]  Dopo l'introduzione della terapia antivirale con nirmatrelvir/ritonavir sono stati descritti casi di ricadute cliniche della malattia dopo la terapia antivirale. I pazienti sono contagiosi durante la ricaduta.. Si tratta di situazioni solitamente benigne che richiedono una terapia sintomatica. Nei 6 mesi successivi all'introduzione di due nuovi farmaci antivirali orali attivi contro SARS-CoV2, sono state descritte ricadute cliniche dopo il trattamento con nirmatrelvir/ritonavir (Paxlovid°). Alcuni ricercatori hanno suggerito che un fenomeno simile si possa verificare anche con molnupiravir. Sono in corso studi preliminari nei quali si sta cercando di capire frequenza, eziologia e implicazioni cliniche di queste ricadute. Attualmente non esiste una definizione universalmente accettata di "ricaduta" di COVID associata al trattamento antivirale; tuttavia, i CDC statunitensi descrivono la ricaduta come recidiva dei sintomi di COVID o nuovo te

417 - Punture di zecca

[Tempo di lettura: 8 min]  Le zecche sono il secondo vettore più comune di malattie umane dopo le zanzare. Le punture di zecca sono eventi frequenti, soprattutto nella stagione calda. Le zecche sono molto diffuse nei boschi di tutta Europa dall'inizio della primavera al tardo autunno. La maggior parte delle malattie trasmesse da zecche si manifesta se queste sono rimaste attaccate all’ospite per ≥ 24-36 ore. Sono importanti la prevenzione, la tecnica di rimozione  e l’osservazione dopo una puntura. Le zecche sono artropodi dell’ordine degli Ixodidi. Sono parassiti esterni, con dimensioni variabili da qualche millimetro a circa 1 centimetro, a seconda della specie e dello stadio di sviluppo. In Italia ne sono note 36 specie: quelle più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sono Ixodes ricinus (zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus . Il ciclo biologico delle zecche può compiersi su uno stesso os

416 - Ipersensibilità alla propoli

[Tempo di lettura: 8 min]  La propoli è ampiamente utilizzata in medicina naturale per una varietà di indicazioni. In Italia è commercializzata come integratore alimentare senza particolari avvertenze. Sono tuttavia note molte reazioni di ipersensibilità  alla propoli,  locali e sistemiche, le cui segnalazioni sono aumentate negli ultimi anni, anche per il sempre maggior utilizzo della propoli nei biocosmetici e nei farmaci per automedicazione. La propoli (colla d'api) è un materiale resinoso lipofilo che le api raccolgono dalle piante, in particolare pioppi e conifere. Queste sostanze possono essere secrete attivamente dalle piante o essudate dalle ferite: materiali lipofili sulle foglie e sulle gemme fogliari, mucillagini, gomme, resine, ecc. I materiali raccolti vengono mescolati con l'enzima beta-glicosidasi presente nella saliva delle api, parzialmente digeriti e aggiunti alla cera d'api per formare il prodotto finale (propoli grezza). La propoli grezza è dura e sim

415 - Clozapina: ripresa dopo una sospensione

[Tempo di lettura: 7 min]  La clozapina è un antipsicotico atipico con un profilo di sicurezza poco maneggevole. Oltre alla nota agranulocitosi, può provocare effetti avversi cardiovascolari, come aritmie ed arresto cardiaco. La reintroduzione del farmaco senza una titolazione graduale è particolarmente rischiosa. La clozapina è un farmaco antipsicotico atipico usato fin dagli anni '50, indicato nella schizofrenia resistente al trattamento e nei pazienti con effetti collaterali extrapiramidali dopo l'assunzione di altri antipsicotici. A causa degli effetti avversi è un farmaco di seconda scelta, per pazienti che non rispondono ad altri antipsicotici, grazie alla sua azione sui sintomi sia positivi sia negativi. Come antipsicotico atipico, la probabilità che causi effetti avversi extrapiramidali come la discinesia tardiva, è minore rispetto agli antipsicotici di prima generazione. La clozapina è l'unico trattamento con efficacia basata sulle evidenze, disponibile per la s

414 - Epatiti da olmesartan

[Tempo di lettura: 4 min]  L’olmesartan è un sartano che può causare effetti avversi gastroenterici, anche gravi, come un’enteropatia con diarrea cronica e calo ponderale. Da alcuni anni stanno aumentando le segnalazioni di epatiti autoimmuni che regrediscono con la sospensione della terapia. L'olmesartan è una delle numerose molecole di antipertensivi antagonisti dell'angiotensina II (sartani). Ha una efficacia simile a quella di altri sartani. Diversamente dagli altri, ha la particolarità di esporre i pazienti a un’enteropatia simile alla celiachia con diarrea cronica, a volte grave, malassorbimento, perdita di peso e vari gradi di atrofia della mucosa duodenale. Nei numerosi casi pubblicati, la durata media del trattamento alla presentazione era di circa 3 anni. I test per gli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio erano negativi. Il meccanismo di questa enteropatia non è noto ma si suppone di origine immunologica. Benché in scheda tecnica l’enteropatia sia defi