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Visualizzazione dei post da 2021

353 - Screening per la vitamina D

[Tempo di lettura: 7 min]  Secondo l’ente statunitense che coordina i servizi di prevenzione, non ci sarebbero vantaggi nel dosare i livelli di vitamina D in persone che non hanno segni o sintomi di carenza. Nel 2011, la National Academy of Medicine ha stabilito che un livello di 25-idrossivitamina D <20 ng/ml definisce una condizione di carenza e che non ci sono evidenze per definire diverse soglie di vitamina D per diverse condizioni di salute. Nelle persone di età ≥70 anni, istituzionalizzate o che non escono di casa, l'integrazione di vitamina D probabilmente riduce il rischio di frattura del collo del femore. A parte queste situazioni, negli adulti senza sintomi di carenza di vitamina D, non è chiaro quanto sia utile dosare la vitamina D per decidere se iniziare l’integrazione. Diversi studi epidemiologici hanno suggerito un legame tra bassi livelli di vitamina D e alcuni problemi di salute come fratture, diabete, malattie cardiovascolari e cancro. Una revisione sistema

352 - Tubercolosi latente

[Tempo di lettura: 10 min]  Nella maggior parte degli individui, l'infezione da Mycobacterium tuberculosis è inizialmente contenuta dalle difese dell'ospite. Tuttavia, un'infezione latente può progredire in malattia attiva sintomatica in qualsiasi momento. L'identificazione e il trattamento della tubercolosi latente possono ridurre il rischio di malattia fino al 90% e proteggere la salute individuale e collettiva limitando il numero di potenziali fonti di infezione. L'infezione da Mycobacterium tuberculosis è trasmessa per via aerea da pazienti con malattia respiratoria attiva. Dopo l'infezione primaria, la tubercolosi (TB) può progredire verso una malattia polmonare attiva (la più comune) o extra-polmonare, o può rimanere latente per una parte o per tutta la vita del soggetto. La TB latente è una condizione di risposta immunitaria persistente allo stimolo antigenico del M. tuberculosis , senza evidenza clinica di tubercolosi attiva e con replicazione batter

351 - Iperkaliemia da farmaci

[Tempo di lettura: 8 min]  L’aumento del potassio sierico è causato nella maggior parte dei casi dall’insufficienza renale e/o dalle terapie farmacologiche. Tenere presente questa possibilità è importante per modificare le terapie prima che si verifichino conseguenze cliniche. L'iperkaliemia è una condizione definita da una potassiemia superiore a 5,0 mmol/L. In pazienti ricoverati, l'incidenza di iperkaliemia varia dall’1,3 al 10%, con una mortalità di 1 su 1.000. L'iperkaliemia indotta da farmaci è la causa più importante di aumento del potassio sierico nella pratica clinica quotidiana. I pazienti ad alto rischio sono quelli con condizioni predisponenti, come insufficienza renale cronica da moderata a grave o ipoaldosteronismo, anziani e chi assume associazioni di farmaci che possono far aumentare la potassiemia. L'iperkaliemia indotta da farmaci può essere asintomatica, ma può anche essere pericolosa per la vita. I sintomi, se presenti, sono aspecifici e prevalen

350 - Rischio di trasmissione dell'infezione da SARS-CoV2 dai soggetti vaccinati

[Tempo di lettura: 3 min]  ⚡ NOTIZIA FLASH ⚡ Chi si ammala di COVID-19 nonostante il completamento del ciclo vaccinale è considerevolmente meno contagioso per i contatti, che a loro volta sono più protetti dall'infezione se vaccinati. Nel corso di questi mesi diventato evidente che alcuni individui possono sviluppare un COVID-19 nonostante una vaccinazione completa, soprattutto se sono più anziani o immunocompromessi e se sono trascorsi intervalli di tempo più lunghi dalla seconda dose. Anche in questi casi la malattia è generalmente lieve o asintomatica, la trasmissione del virus può avvenire. L'infettività dei vaccinati, tuttavia, rimane poco chiara. Uno studio di popolazione a Colonia, in Germania, fornisce alcune risposte. Tra il 27 dicembre 2020, data della prima vaccinazione a Colonia, e il 6 agosto 2021, si sono verificati casi di COVID-19 rispettivamente in 357 persone con vaccinazione completa e 27.457 non vaccinati. Ogni soggetto COVID-19 positivo nel gruppo

349 - OLIGOELEMENTI: Manganese

[Tempo di lettura: 5 min]  Il manganese ha dimostrato per la prima volta nei roditori di essere essenziale per la crescita e lo sviluppo normali. La carenza negli esseri umani è insolita. È meno rara la tossicità, in alcuni ambiti professionali. Cereali, frutta secca, verdura e noci sono buone fonti di manganese, ma l'assorbimento è molto variabile. Il tè contiene grandi quantità di manganese, ma con una ridotta biodisponibilità. L'assunzione raccomandata per il manganese è espressa come assunzione adeguata a causa dei limitati dati disponibili per stabilire i bisogni della popolazione. Si va da 0.4 mg/d nei lattanti ai 2.3-2.7 mg/d negli adulti ( Società Italiana di Nutrizione Umana , SINU, 2014). Il livello di assunzione superiore tollerabile è di 2 mg/d nei bambini e fino a 11 mg/d negli adulti. Il manganese viene assorbito in tutto l'intestino tenue. Ne viene assorbito il 5% circa di quello presente negli alimenti. L'assorbimento è diminuito se si assumono quanti

348 - Disturbi del gusto da farmaci

[Tempo di lettura: 7 min]  I disturbi del gusto indotti da farmaci sono numerosi. Il gusto alterato non è solo un disturbo fastidioso, ma può avere conseguenze sulla compliance alla terapia e sullo stato nutrizionale, soprattutto negli anziani. La fisiologia del gusto è complessa. Oltre alle informazioni raccolte da recettori specializzati nelle cellule gustative sparse della cavità orale, allo sviluppo del gusto contribuiscono l'olfatto e la consistenza del cibo. Il senso del gusto permette di discriminare quattro gusti fondamentali: dolce, acido, amaro e salato. I recettori specializzati si trovano nelle papille gustative sui bordi e sul retro della lingua, sull'epiglottide, sul palato molle, sulla laringe e sull'esofago. Gli stimoli gustativi possono essere sia stimoli ionici (salato e acido) o non ionici (dolce e amaro). L’impulso dalle papille gustative è trasportato attraverso i nervi cranici VII, IX, X al nucleo del tratto solitario nel tronco cerebrale. L'imp

347 - Somministrazione contemporanea dei vaccini anti-COVID e antinfluenzale

[Tempo di lettura: 2 min]  ⚡ NOTIZIA FLASH ⚡ La somministrazione contemporanea dei due vaccini è stata valutata in uno studio randomizzato. La conclusione è che questa pratica è sicura e immunogenica. Quando i vaccini COVID-19 sono stati autorizzati, la raccomandazione era di somministrare altri vaccini dopo almeno 2 settimane. Con l'aumento dell'esperienza la somministrazione contemporanea di altri vaccini è diventata la norma. Uno studio randomizzato pubblicato su Lancet sostiene questa pratica. Sono stati reclutati circa 680 partecipanti per uno studio con due diversi vaccini anti-COVID (ChAdOx1 [AstraZeneca] o BNT162b2 [Pfizer-BioNTech]) e tre diversi vaccini antinfluenzali. Ai partecipanti è stata somministrata la seconda dose di ogni vaccino anti-COVID contemporaneamente a uno dei vaccini antinfluenzali o a distanza di 3 settimane. Erano comuni le reazioni vaccinali lievi o moderate, ma con percentuali simili nella maggior parte delle coorti e non sono emersi prob

346 - Gammopatia monoclonale di significato indeterminato

[Tempo di lettura: 8 min]  La gammopatia di significato indeterminato è frequente nella popolazione generale. Si tratta di una condizione preneoplastica che può evolvere in una neoplasia ematologica, come il mieloma multiplo. Il medico di medicina generale ha un ruolo importante nella diagnosi e nel follow-up. La gammopatia monoclonale a significato indeterminato (MGUS) è una patologia comune delle plasmacellule, caratterizzata da un rischio permanente di trasformazione in neoplasia ematologica, soprattutto mieloma multiplo. È definita dalla presenza nel siero di una proteina monoclonale (proteina M) a concentrazione <3 g/dL, <10% di plasmacellule monoclonali nel midollo osseo e assenza di danno d’organo causato dal processo proliferativo (lesioni ossee litiche, anemia, ipercalcemia, insufficienza renale, iperviscosità plasmatica). I pazienti con MGUS sono di solito identificati dal medico di famiglia, spesso durante accertamenti richiesti per altri problemi. La MGUS ha un

345 - Carenza di ferro senza anemia

[Tempo di lettura: 7 min]  La carenza di ferro senza anemia non è una condizione rara. La terapia sostitutiva può migliorare sintomi e qualità della vita, ma le evidenze a sostegno di questa pratica non sono solide. La terapia sostitutiva orale è quella di prima scelta. La carenza di ferro è la più comune carenza minerale. La carenza marziale senza anemia è ancora più frequente. Negli adulti circa il 70% del ferro si trova nell'emoglobina. L'anemia sideropenica è quindi l'effetto più evidente della carenza di ferro. Negli ultimi 20 anni, tuttavia, si sono accumulate osservazioni sul fatto che la carenza di ferro senza anemia può associarsi a sintomi e problematiche varie. La letteratura attuale sulla carenza marziale senza anemia è formata da piccoli studi con popolazioni spesso eterogenee. Di conseguenza, non ci sono chiare linee guida su diagnosi, terapia e monitoraggio. La carenza marziale senza anemia è stata associata a: astenia, riduzione delle prestazioni sotto

344 - Farmaci e colite microscopica

[Tempo di lettura: 7 min]  La colite microscopica causa una diarrea cronica ed è diagnosticata solo a livello bioptico. Negli ultimi vent’anni numerosi studi e segnalazioni di casi clinici hanno fatto ipotizzare un’associazione con farmaci diversi che potrebbero avere un ruolo causale o scatenante. La colite microscopica (CM) è una malattia infiammatoria del colon caratterizzata da diarrea cronica, acquosa e non ematica. Si verifica tipicamente in persone di mezza età e con preponderanza del sesso femminile. È una diagnosi che interessa il 10-30% dei pazienti con diarrea cronica. Un tempo considerata una patologia rara, negli ultimi dieci anni gli studi epidemiologici hanno notato un aumento di incidenza, con un’incidenza paragonabile a quella di altre malattie infiammatorie intestinali. Alla colonscopia il colon appare macroscopicamente normale o quasi. La diagnosi è stabilita dalla biopsia della mucosa che dimostra alterazioni istologiche caratteristiche. Il termine “colite micr

343 - POP: pillola di solo progestinico

[Tempo di lettura: 8 min]  La mini-pillola contiene solo un progestinico. È un’alternativa agli estro-progestinici per donne in cui è controindicata o non desiderano una contraccezione con estrogeni. Ha meccanismi di azione e caratteristiche proprie. La pillola di solo progesterone (POP, Progestin-Only Pill ) o "minipillola" contiene solo un progestinico, a differenza degli estroprogestinici tradizionali. I progestinici tradizionalmente utilizzati nella POP sono: noretisterone (o noretindrone) 350 mcg (disponibile in Italia solo in formulazioni da 10 mg per il trattamento delle metrorragie funzionali, endometriosi e polimenorrea, Primolut Nor°) levonorgestrel 30 mcg (disponibile in Italia solo in formulazioni da 1,5 mg per la ➡ contraccezione di emergenza , Norlevo°, o in dispositivi intrauterini medicati). In Italia le POP disponibili contengono: desogestrel dosato a 75 microgrammi (Azalia°, Cerazette°, Desantrel°) drospirenone 4 mg (Slinda°) L’effetto contraccettivo d

342 - 🔎 APPROFONDIMENTO: Mirtazapina

[Tempo di lettura: 8 min]  La mirtazapina è un antidepressivo atipico. Dato il suo effetto sedativo, viene spesso utilizzata in caso di insonnia associata a depressione. Tra gli effetti avversi, oltre alla sedazione, va tenuto presente l’aumento di peso. In commercio da circa 20 anni, la mirtazapina è indicata per il trattamento di episodi di depressione maggiore negli adulti. La mirtazapina, chimicamente molto simile alla mianserina (Lantanon°), è un antidepressivo tetraciclico e ha un meccanismo di azione diverso da altri antidepressivi. Inibisce i recettori centrali presinaptici alfa-2-adrenergici, provocando un aumento del rilascio di serotonina e noradrenalina. Agisce anche come potente antagonista dei recettori H1 dell'istamina, con effetto sedativo e calmante, e dei recettori serotoninergici 5-HT2A, 5-HT2C e 5-HT3, permettendo alla serotonina di interagire con i recettori 5-HT1 e produrre l’effetto antidepressivo. Una revisione sistematica del 2018 e una meta-analisi su 21