Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2023

484 - Qual è il miglior antipertensivo?

[Tempo di lettura: 5 min]  La risposta della pressione arteriosa ai diversi farmaci varia notevolmente tra gli individui, tra i trattamenti e persino tra i pazienti che assumono lo stesso trattamento in momenti diversi. Uno studio svedese evidenzia questa variabilità e il fatto che una terapia personalizzata è più efficace per ridurre i valori pressori, indipendentemente dal principio attivo utilizzato. Sul mercato sono disponibili molti antipertensivi diversi e non è sempre chiaro quale principio attivo possa offrire la miglior riduzione della pressione sanguigna (PA) per un determinato paziente. Benché la maggior parte delle linee guida per l'ipertensione sostenga la terapia in associazione, molti pazienti continuano ad essere trattati in monoterapia, con effetti avversi e mancanza di compliance che rappresentano problemi clinici importanti. Non è noto se la scelta ottimale della terapia antipertensiva vari da una persona all'altra e se le terapie individualizzate possano

483 - Nota 85: il punto sui farmaci per il morbo di Alzheimer

[Tempo di lettura: 10 min]  Dopo un quarto di secolo dalla prima approvazione, i farmaci per il morbo di Alzheimer non hanno dimostrato reali e sostanziali benefici clinici. L’AIFA ha finalmente revisionato la nota 85, richiedendo una valutazione a breve termine dei pazienti in terapia e un minimo di efficacia nella valutazione clinica complessiva. A fine marzo 2023 l’AIFA ha modificato la nota 85 sulla prescrizione dei farmaci per il trattamento della malattia di Alzheimer. I farmaci con questa indicazione devono essere prescritti tenendo conto della risposta clinica che va rivalutata periodicamente. La prescrizione è limitata a pazienti con malattia di Alzheimer: di grado lieve, con MMSE tra 21 e 26 (donepezil, rivastigmina, galantamina) di grado moderato, con MMSE tra 10 e 20 (donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina) di grado severo, con MMSE <10 (memantina) La risposta clinica deve essere monitorata nei CDCD a intervalli regolari: a 1 mese (valutazione degli effetti c

482 - Metodologia ATC/DDD

[Tempo di lettura: 7 min]  Per comprendere i rapporti periodici dell’osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali dell’AIFA è necessario capire il concetto di Dose Definita Giornaliera (DDD) applicato alla classificazione ATC. L’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) assicura il monitoraggio dei consumi e della spesa dei medicinali erogati a carico del Servizio sanitario nazionale per l’assistenza convenzionata, la distribuzione diretta e per conto da parte delle farmacie, l’assistenza ospedaliera e per i medicinali di classe C acquistati direttamente dal cittadino, oltre all’acquisto privato dei medicinali di classe A-H. Istituito nel 1998, l'OsMed ha varie finalità, tra cui: descrivere i cambiamenti nell’uso dei farmaci; correlare problemi di sanità pubblica e uso di medicinali o categorie terapeutiche; favorire la diffusione dell’informazione sull’uso dei farmaci; confrontare il consumo dei medicinali in Italia con quello delle diverse regioni; forni

481 - Steatosi epatica non alcolica

[Tempo di lettura: 11 min]  È l’espressione epatica di un’alterazione metabolica generale. È diffusa nel mondo occidentale, con prevalenze superiori al 60% in diabetici e obesi. Il medico di famiglia ha un ruolo importante nell’intercettare precocemente i soggetti a rischio. La steatosi epatica non alcolica ( Non-alcoholic fatty liver disease , NAFLD) è una malattia metabolica del fegato che comprende un continuum di condizioni patologiche progressive: steatosi non alcolica semplice ( non-alcoholic fatty liver , NAFL): steatosi epatica del 5% o superiore senza lesioni epatocellulari o fibrosi; steatoepatite ( non-alcoholic steatohepatitis , NASH): steatosi epatica del 5% o superiore con lesioni epatocellulari e infiammazione, con o senza fibrosi; fibrosi epatica; cirrosi epatica. Quando la steatosi epatica non è causata da un abuso di alcol o altre cause riconosciute di steatosi, e in presenza di fattori di rischio cardiometabolico, aumenta la probabilità che la condizione sia una N

480 - Risonanza magnetica nelle artropatie croniche

[Tempo di lettura: 5 min]  Molti accessi in un ambulatorio di medicina generale sono motivati da dolori cronici lombari, a spalle o ginocchia. Di solito, per diagnosi e terapia non è indicata una risonanza magnetica, che viene spesso sollecitata dagli stessi pazienti. Il numero di pazienti anziani che riferiscono dolori cronici (persistenti da più di 2-3 mesi) a regione lombare, spalle e ginocchia continuerà ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione. La valutazione del dolore cronico può essere difficile. La risonanza magnetica (RM) è spesso utilizzata come ausilio diagnostico. È un esame frequentemente sollecitato dagli stessi pazienti o da specialisti. La RM può essere utile per definire la causa del dolore dopo un evento traumatico importante, come una lesione meniscale acuta. In caso di dolore cronico in anziani che non hanno subito traumi significativi, le evidenze suggeriscono che il dolore possa dipendere da fattori non correlati ai risultati della RM. Molte pat

479 - Corticosteroidi topici

[Tempo di lettura: 9 min]  I numerosi principi attivi disponibili hanno potenze diverse, anche in virtù della loro concentrazione. Sono disponibili in formulazioni diverse, adatte a diverse zone del corpo e periodi di trattamento più o meno lunghi. La FTU è un metodo empirico per dosare la quantità di principio attivo da applicare. I corticosteroidi topici sono indicati nella terapia di molte malattie cutanee infiammatorie e autoimmuni (p.es. dermatite atopica, dermatite allergica da contatto, dermatite da radiazioni, psoriasi, vitiligine, lichen, lupus eritematoso discoide). I corticosteroidi topici si legano a uno specifico recettore citoplasmatico che transmigra nel nucleo dove regola la trascrizione di alcuni geni, bloccando la sintesi di numerosi mediatori dell'infiammazione (citochine, chemochine, molecole d’adesione, enzimi) e attivando quella di molecole antinfiammatorie. CLASSIFICAZIONE La classificazione americana li divide in sette classi in base alle loro prestazioni

478 - Terapia del reflusso gastroesofageo in gravidanza

[Tempo di lettura: 9 min]  Il reflusso gastroesofageo è un problema comune. In gravidanza può comparire ex novo o accentuarsi. Il trattamento di prima scelta è non farmacologico. In caso di necessità, tuttavia, alcuni farmaci si sono dimostrati sicuri anche in gravidanza. Il reflusso gastroesofageo (RGE) è un problema comune, che riduce la qualità di vita e può avere ripercussioni sulla qualità del sonno e sull'alimentazione. I fattori che predispongono al reflusso patologico includono l'aumento dell'età, lo stile di vita, il consumo di alcune bevande e alimenti, il sovrappeso, l'obesità e la gravidanza. Le donne incinte possono avere sintomi quotidianamente e con maggiore frequenza con l'avanzare della gravidanza. Le complicanze del RGE durante la gravidanza sono poco frequenti; i sintomi sono generalmente limitati al periodo della gravidanza, senza effetti a lungo termine. La gestione del RGE in gravidanza si concentra sul sollievo della pirosi e del rigurgito,

477 - L'edema periferico in medicina generale

[Tempo di lettura: 9 min]  L’edema è un gonfiore palpabile prodotto dall’espansione di volume del liquido interstiziale. Le cause possono essere molteplici, locali o sistemiche, acute o croniche. Anche molti farmaci possono essere causa di edema periferico. L'edema è una manifestazione frequente di malattia sistemica che comporta un’alterata distribuzione dell'acqua corporea totale. L'acqua corporea totale si suddivide in: intracellulare (due terzi) extracellulare (un terzo) plasma (un quarto) liquido interstiziale (tre quarti) L'accumulo di liquidi nello spazio interstiziale (edema) è dovuto a uno squilibrio dell'emodinamica capillare causato da diversi meccanismi: aumento della pressione oncotica dello spazio interstiziale, aumento della pressione idrostatica intravascolare, aumento della permeabilità endoteliale, diminuzione della pressione oncotica all'interno del capillare o alterazioni del drenaggio linfatico. L'edema è spesso localizzato alle estre

476 - Associazione ibuprofene + codeina: rischio di effetti avversi gravi

[Tempo di lettura: 4 min]  L'aumento della dose di quest’associazione di analgesici, indotto dalla dipendenza e dalla tolleranza alla codeina, può causare un sovradosaggio di ibuprofene, con un rischio di acidosi tubulare renale e perforazioni o emorragie gastroenteriche. L'associazione di ibuprofene e codeina è in commercio in Italia (Brufecod°) da qualche anno. Secondo la scheda tecnica, per minimizzare gli effetti indesiderati, va usata "la dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi". La posologia indicata negli adulti è "1 compressa ogni 4-6 ore. La dose non deve superare 6 compresse (2.400 mg ibuprofene /180 mg codeina fosfato emidrato) nelle 24 ore". Nel settembre 2022, il Comitato di Farmacovigilanza (PRAC) dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha disposto l'aggiunta in scheda tecnica, tra le reazioni avverse, di ipokaliemia grave e acidosi tubulare renale, a volte fatale,