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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

275 - Interazioni farmacologiche del fumo di sigaretta

[Tempo di lettura: 7 min]  Il fumo di sigaretta può influenzare il metabolismo dei farmaci attraverso meccanismi farmacocinetici e farmacodinamici. Smettere di fumare mentre si assumono alcuni farmaci può mettere i pazienti a rischio di reazioni avverse gravi .   È importante monitorare regolarmente l'abitudine al fumo e il numero di sigarette quotidiane; le posologie di alcuni farmaci andranno modificate di conseguenza. L'attività dei sistemi enzimatici coinvolti nel metabolismo dei farmaci è sensibile agli inibitori e agli induttori enzimatici. Un inibitore enzimatico provoca un accumulo di un altro farmaco/sostanza inibendone il metabolismo. Gli effetti clinici degli inibitori enzimatici di solito si verificano in circa 2-3 giorni, poiché il meccanismo più comune è la competizione per l'enzima che viene inibito. Un induttore enzimatico accelera il metabolismo di un altro farmaco/sostanza. Gli effetti clinici degli induttori enzimatici richiedono più tempo rispetto ag

274 - Colchicina dopo un infarto miocardico

[Tempo di lettura: 3 min] ♻ AGGIORNAMENTO ♻ Nel 2019 un primo studio ha concluso che la colchicina potesse essere utilizzata in prevenzione secondaria nei cardiopatici. Un secondo grande studio randomizzato pubblicato recentemente sostiene questa ipotesi.   L'infiammazione è un promotore dell'arteriosclerosi e facilita gli eventi clinici. I trattamenti con benefici dimostrati per la prevenzione secondaria delle malattie coronariche (come statine e aspirina) sembrano avere effetti positivi sull'infiammazione, ma l'identificazione di un trattamento efficace e mirato all'infiammazione finora è stata elusiva.   A fine dicembre 2019 è stato pubblicato sul NEJM lo studio randomizzato e controllato COLCOT ( Colchicine Cardiovascular Outcomes Trial ). Lo scopo era stabilire se la colchicina, somministrata per via orale a 0.5 mg/die, avesse un effetto preventivo sul rischio cardiovascolare. Sono stati arruolati 4745 pazienti di età media 61 anni che avevano avuto un

273 - Il punto sulle trombosi dopo la vaccinazione con Vaxzevria°

[Tempo di lettura: 8 min]  Il 7 aprile 2021, l'agenzia europea dei medicinali (EMA) e le autorità britanniche (MHRA) hanno considerato le trombosi venose cerebrali e quelle viscerali addominali, associate a trombocitopenia, come effetti avversi molto rari del vaccino a vettore virale ChAdOx1 (Vaxzevria°) di AstraZeneca. I dati presi in esame erano stati raccolti principalmente in Unione europea e Regno Unito. Il rischio di trombosi venose profonde nella popolazione generale adulta, stimato su database danesi e un database italiano, è circa 90 casi/settimana o 400/mese su 5 milioni di soggetti adulti tra 18 e 64 anni. A metà marzo 2021, dopo la vaccinazione di circa 20 milioni di persone, in Unione europea e nel Regno Unito erano stati notificati 469 casi di tromboembolie verificatesi dopo l’inoculo del vaccino. In rapporto alla frequenza abituale, il comitato di farmacovigilanza (PRAC) non ha ritenuto che questi casi rappresentassero un segnale di farmacovigilanza. Nello stesso

272 - Terapia antidepressiva nei non-responder

[Tempo di lettura: 3 min]  Il miglioramento della depressione entro le prime 2 settimane di terapia antidepressiva predice un buon risultato, ma i non-responder possono ancora avere benefici o una remissione; spesso chi risponde precocemente non ha ulteriori benefici. Molti pazienti non rispondono ai farmaci antidepressivi: negli studi clinici le percentuali di risposta sono mediamente intorno al 50%.   È importante identificare questi pazienti prima possibile per ridurre al minimo la durata del trattamento inefficace e i tempi di risposta. Le linee guida raccomandano attualmente 4-8 settimane di terapia prima di prendere in considerazione una sostituzione del farmaco nei soggetti che non hanno alcun miglioramento. Le evidenze per questa raccomandazione sono tuttavia scarse. Una metanalisi britannica ha valutato se il miglioramento precoce dei sintomi depressivi individuali predicesse meglio la risposta o la remissione. Sono stati utilizzati i dati dei singoli pazienti ottenuti da

271 - Valvulopatie e terapia con cabergolina

[Tempo di lettura: 2 min]  La terapia con cabergolina può aumentare il rischio di valvulopatie cardiache. Anche a basse dosi. La cabergolina (Dostinex°) è un agonista dopaminergico derivato dall'ergot in commercio da più di trent’anni. È utilizzata per la terapia dell’iperprolattinemia a dosi intorno a 1 mg alla settimana e del morbo di Parkinson a 1-3 mg/d. È noto che i derivati dell’ergot possono causare valvulopatie cardiache alle dosi usate nel morbo di Parkinson. Una metanalisi ha valutato il rischio di valvulopatie all’ecocardiografia in pazienti trattati con cabergolina a basse dosi per iperprolattinemia. Circa 800 soggetti che assumevano cabergolina sono stati confrontati con oltre 1300 controlli senza iperprolattinemia e non esposti al farmaco. I gruppi sono stati confrontati per età, sesso, ipertensione, diabete e tabagismo. Il rischio è risultato maggiore in caso di esposizione alla cabergolina. In particolare, il rischio di insufficienza tricuspidale da moderata a

270 - Efficacia del vaccino di AstraZeneca contro la variante inglese

[Tempo di lettura: 2 min]  ⚡ NOTIZIA FLASH ⚡ La diffusione di nuove varianti di SARS-CoV2 ha fatto nascere preoccupazioni sull'efficacia dei vaccini attualmente in uso. L'analisi di dati provenienti da studi randomizzati del vaccino prodotto da AstraZeneca ha fornito risultati tranquillizzanti per quanto riguarda la variante inglese. In una recente analisi di studi randomizzati e controllati sul vaccino ChAdOX1 (AstraZeneca), ricercatori britannici hanno valutato l'attività anticorpale neutralizzante e l'efficacia del vaccino sulla variante B.1.1.7 (cosiddetta variante inglese). Su 8534 partecipanti allo studio, 520 hanno sviluppato un'infezione da SARS-CoV2. Nei vaccinati i titoli anticorpali neutralizzanti erano circa nove volte più bassi contro la variante B.1.1.7 rispetto a quelli contro forme precedenti del virus. Nonostante questa riduzione della neutralizzazione osservabile in laboratorio, l'efficacia del vaccino sull'infezione sintomati

269 - Diagnosi e gestione delle cefalee in medicina generale

[Tempo di lettura: 12 min]  La cefalea porta spesso i pazienti a consultare il medico di famiglia. È utile saper valutare, diagnosticare e gestire il sintomo in modo appropriato, anche con i limiti di tempo di una consultazione in medicina generale. Le cefalee si possono classificare in primarie e secondarie. Le cefalee secondarie sono precipitate da una patologia diversa, mentre quelle primarie non dipendono da altre condizioni. Esistono quattro categorie principali di cefalea primaria che il medico di famiglia dovrebbe conoscere: Emicrania Cefalea di tipo tensivo Cefalalgie autonomico-trigeminali (compresa la cefalea a grappolo) Altre, come la cefalea da abuso di analgesici Anamnesi Di solito è possibile sospettare o definire la diagnosi con un’anamnesi dettagliata e sistematica. Una valutazione inadeguata può portare a diagnosi errate, inutili ansie per i pazienti, cattiva gestione e inutili invii allo specialista. Le domande iniziali dovrebbero essere aperte, per ottenere un res

268 - Aggressività da antiepilettici

[Tempo di lettura: 2 min]  Numerosi farmaci antiepilettici possono causare comportamenti aggressivi e violenti. È importante identificare tempestivamente il rapporto con la terapia e agire di conseguenza. Alla fine del 2019, la Commissione europea ha comunicato i risultati dell'analisi di 7.914 segnalazioni di comportamento ostile o aggressivo attribuite al levitracetam (Keppra°). Le reazioni avverse segnalate erano, in ordine di frequenza: aggressività irritabilità rabbia disturbi comportamentali agitazione disturbi psicotici cambiamenti di personalità iperattività psicomotoria labilità emotiva comportamento paranoico Il comportamento violento verso gli altri è una reazione avversa a molti antiepilettici. La frequenza stimata è tra l'1% e il 10%: topiramato (Topamax°), lamotrigina (Lamictal°), levetiracetam, acido valproico (Depakin°), tiagabina (Gabitril°), perampanel (Fycompa°) o vigabatrin (Sabril°). Attualmente levetiracetam, perampanel e topiramato sono quelli con le

267 - La durata ottimale della terapia antibiotica

[Tempo di lettura: 7 min]  L'uso eccessivo di antimicrobici è una delle cause principali della antibiotico-resistenza. È un uso inappropriato anche una durata inutilmente lunga della terapia in pazienti con infezioni batteriche comuni, come le riacutizzazioni della BPCO, la polmonite comunitaria, le infezioni delle vie urinarie e le infezioni di cute e tessuti molli. La prescrizione di antibiotici è un tema particolarmente delicato in medicina generale, sia in termini di appropriatezza sia di durata della terapia. Oltre alla scelta dell'antibiotico, un uso appropriato comprende anche la giusta durata della terapia.    Se ci sono evidenze e dimostrazioni di una sicurezza clinica, ridurre la durata della terapia riduce l'esposizione totale agli antibiotici, la pressione selettiva per organismi resistenti e il rischio di effetti avversi. Un gruppo di autori dell' American College of Physicians ha condotto una revisione delle linee guida sulla terapia di riacutizzazion

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se