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382 - Intolleranza al lattosio

[Tempo di lettura: 9 min] 
È una intolleranza comune, ma non sempre le persone che ritengono di essere intolleranti lo sono veramente. La terapia si basa sull’assunzione di cibi contenenti lattosio in quantità adeguata per non scatenare i sintomi ed evitare carenze nutrizionali.

Il lattosio per essere assorbito, deve essere idrolizzato in glucosio e galattosio da una beta-galattosidasi, la lattasi intestinale. In alcune persone, la produzione di questa lattasi, elevata nei neonati, diminuisce gradualmente dai 3 ai 5 anni.

Quando la produzione di lattasi intestinale è insufficiente si ha un malassorbimento del lattosio: tutto o parte del lattosio alimentare arriva nel colon e la sua fermentazione, per effetto della flora batterica, può causare sintomi digestivi.

Nell’intolleranza primaria al lattosio  (deficit di lattasi dell'adulto) l'espressione della lattasi intestinale si riduce bruscamente, rendendo i latticini difficili da digerire nella tarda infanzia o nell'adolescenza.

La frequenza negli adulti varia a seconda della provenienza geografica. È comune nelle popolazioni mediterranee o dell’Europa meridionale e interessa quasi il 100% della popolazione in alcune zone dell’Asia e dell’Africa.

Il deficit di lattasi secondario si presenta pressoché in tutte le patologie in cui è presente un danno dell’intestino tenue. Il trattamento della malattia di fondo permette di ripristinare i livelli di lattasi.

La carenza di lattasi causa sintomi di intolleranza al lattosio solo in alcune persone.

I sintomi tipici dell'intolleranza al lattosio sono dolore addominale, crampi, gonfiore, flatulenza, diarrea (in alcuni casi stitichezza), borborigmi, nausea e vomito. In media, i sintomi compaiono circa un'ora dopo l'ingestione di alimenti contenenti lattosio, ma possono comparire anche prima o dopo.

Si stima che dopo l'assunzione di 20 g di lattosio in una sola assunzione (circa 400 ml di latte), solo una persona su cinque con malassorbimento di lattosio presenti sintomi.

La comparsa dei sintomi non dipende solo dalla quantità di gas prodotta, che varia da persona a persona, ma anche dalla sensibilità alla distensione intestinale. Chi ha una sindrome dell'intestino irritabile tende a sviluppare sintomi più intensi.

Inoltre, tra i fattori che influenzano il gonfiore addominale, un ruolo molto importante è svolto dalla flora batterica del colon, che, se alterata, può contribuire all'aumento della produzione di gas, oltre che alla proliferazione batterica.


DIAGNOSI

Sono stati sviluppati diversi test per la diagnosi di malassorbimento del lattosio, come i test genetici, la ricerca rapida della lattasi su biopsie duodenali o la misurazione della glicemia dopo la somministrazione di lattosio.

Il test più affidabile e meno costoso è il breath test dell’idrogeno espirato.

Il test si esegue a digiuno. Viene misurato l'idrogeno espirato prima dell'ingestione di una dose di 25 g di lattosio e ogni 20-30 minuti per 2-5 ore dopo l'assunzione. In caso di malassorbimento, il lattosio non assorbito viene convertito dalla flora batterica del colon in gas, contenente idrogeno che passa nel sangue e viene in parte espirato. La quantità di idrogeno esalata è maggiore nelle persone con intolleranza al lattosio.

Non devono essere somministrati, antibiotici nelle 4 settimane precedenti, procinetici nella settimana precedente e carboidrati complessi nelle 24 ore precedenti.

Si possono avere falsi positivi se il soggetto non è a digiuno, è un fumatore, ha praticato una intensa attività fisica prima del test o assume aspirina o inibitori di pompa. Sono invece possibili falsi negativi nell'1% delle persone con deficit di lattasi e in caso di patologie polmonari o terapie antibiotiche.

La relazione tra il malassorbimento di lattosio e i sintomi non è costante. Diversi studi in cieco hanno valutato l'effetto clinico del latte con e senza lattosio in persone che si considerano altamente intolleranti al lattosio. Per circa 240 ml di latte ingerito ogni mattina, i segni clinici riferiti erano simili in entrambi i gruppi, indipendentemente dal fatto che il latte contenesse o meno lattosio.

In alcuni casi i sintomi possono dipendere dall'intolleranza ad altre componenti del latte, allergia, malassorbimento di zuccheri diversi dal lattosio o fattori psicologici.


TRATTAMENTO

Chi pensa di avere una intolleranza al lattosio può tendere ad assumere una dieta completamente priva di prodotti caseari. Diversi studi hanno dimostrato una riduzione dell’apporto di calcio di circa il 50% rispetto a quello raccomandato.

Sono stati condotti studi randomizzati e in cieco su pazienti con malassorbimento del lattosio dimostrato e segni clinici di intolleranza. La maggior parte dei pazienti non riferiva pressoché sintomi dopo l'ingestione di 10-15 g di lattosio (circa 250 ml di latte) a stomaco vuoto in una sola assunzione o l'ingestione di circa 24 g di lattosio con altri alimenti distribuiti nel corso della giornata. Una dose di 24 g di lattosio, in una sola assunzione e senza altri alimenti, era generalmente seguita da sintomi digestivi.

Le misure dietetiche consigliabili ai pazienti con intolleranza al lattosio dovrebbero evitare i sintomi mantenendo una dieta senza carenze alimentari, soprattutto di calcio. Si tratta principalmente di ridurre la quantità di latte e latticini ricchi di lattosio, di suddividerli e di assumerli durante i pasti.

Per identificare il livello massimo tollerato dal singolo paziente, una strategia è quella di eliminare tutte le fonti di lattosio dalla dieta per alcuni giorni fino alla scomparsa dei sintomi, e poi reintrodurre gradualmente piccole quantità di alimenti contenenti lattosio, facendo attenzione alla comparsa dei sintomi digestivi.

Nell’intolleranza secondaria, la dieta senza lattosio è necessaria solo per un periodo limitato alla remissione del danno dell’intestino tenue.

Anche la scelta dei latticini è importante per ridurre le quantità di lattosio ingerito. I latticini più ricchi di lattosio sono il latte di vacca o capra (circa 4-5 g/100 g) e il gelato (circa 6 g/100 g).

La maggior parte dei formaggi stagionati contiene poco lattosio.

Lo yogurt può contenere 3-4 g/100 g, ma spesso provoca pochi sintomi, probabilmente a causa della sua consistenza semi-solida che rallenta lo svuotamento gastrico e la presenza di batteri che aiutano l’idrolisi del lattosio.

La dose di lattosio contenuta negli eccipienti di alcuni farmaci, di solito <400 mg per unità, generalmente non causa alcun sintomo.

Nella gestione dei pazienti intolleranti al lattosio, va ricordato che questa intolleranza può far parte di una più ampia intolleranza a oligo-, di-, monosaccaridi e polioli fermentabili ad assorbimento variabile (FODMAP).

Questa condizione è presente in un'alta percentuale di pazienti con sindrome dell'intestino irritabile. In questi casi, per migliorare i sintomi gastrointestinali, è necessaria non solo la restrizione dell'assunzione di lattosio ma anche una dieta a basso contenuto di FODMAP.

L’integrazione enzimatica con beta-galattosidasi ottenuta da lieviti o funghi (Aspergillus) è un altro approccio in pazienti con intolleranza al lattosio che desiderano assumere prodotti caseari.

Studi preliminari hanno mostrato un miglioramento dei sintomi e una diminuzione dei livelli di idrogeno al breath test con la somministrazione di 1.500 U/d di beta-galattosidasi. L’efficacia di questo trattamento, tuttavia, non è ancora ben dimostrata.

In pratica - Il malassorbimento del lattosio è comune e spesso asintomatico. Molte persone che lamentano problemi digestivi che attribuiscono al consumo di latticini non hanno malassorbimento di lattosio.

In persone con intolleranza al lattosio, per mantenere un adeguato apporto di calcio, è utile identificare la dose massima tollerata, consumare latticini come formaggi stagionati e yogurt, che raramente causano sintomi, e limitare l'assunzione di latte a piccole quantità, suddivise e assunte insieme ad altri alimenti.


 





Lactose intolerance: An update on its pathogenesis, diagnosis, and treatment.
Nutr Res. 2021 May;89:23-34

Lactose Intolerance: Common Misunderstandings
Ann Nutr Metab. 2018;73 Suppl 4:30-37

Intolérance au lactose chez les adultes
La revue Prescrire 2015;35(381):533-534




Gilberto Lacchia - Pubblicato 14/03/2022 - Aggiornato 14/03/2022

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