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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

537 - Antipertensivi e rischio di fratture negli anziani

L'inserimento in terapia di un farmaco antipertensivo negli anziani va ponderato con attenzione, soppesando rischi e benefici. Soprattutto nei soggetti più fragili. [Lettura 4 min] Nonostante l'uso diffuso di antipertensivi negli anziani, esistono poche evidenze che mettano in rapporto l'inizio di questa terapia al rischio di fratture in questa popolazione vulnerabile, caratterizzata da multimorbilità, politerapia e fragilità. Gli anziani in strutture residenziali hanno un rischio elevato di cadute: più di un quarto di queste comportano lesioni gravi; nel 10-15% dei casi esitano in fratture, ricoveri ospedalieri o morte. La terapia farmacologica è un fattore di rischio modificabile che può condizionare le cadute. Gli antipertensivi, data l'alta prevalenza di ipertensione, sono i farmaci più comunemente utilizzati in questa fascia di età. Questi farmaci spesso causano ipotensione ortostatica, che può innescare cadute e, di conseguenza, fratture, soprattutto nel periodo i

536 - Terapia con statine e aumento del rischio di diabete

È ormai noto che la terapia con statine aumenta il rischio di sviluppare un diabete di tipo 2. Una metanalisi ha valutato l'entità di questo rischio. [Lettura 4 min] Si stima che per ogni 100-250 persone trattate con statine per 2-5 anni, una persona in più svilupperà un diabete attribuibile all'assunzione della statina. È stata da poco pubblicato una metanalisi condotta per valutare l’aumento del rischio di diabete di tipo 2 nei pazienti trattati con statine. Nella metanalisi sono stati inclusi 19 studi randomizzati controllati sulla terapia con statine, che hanno coinvolto oltre 123.000 partecipanti e con un follow-up mediano di 4,3 anni. Tutti gli studi randomizzati e controllati in doppio cieco sulla terapia con statine avevano un follow-up di almeno 2 anni e con almeno 1.000 partecipanti. La metanalisi ha valutato gli effetti della terapia con statine sul diabete di nuova insorgenza e sul peggioramento del compenso glicemico nei diabetici. I dati includevano la tempistica

535 - Terapia delle crisi di emicrania in allattamento

È importante conoscere alcuni farmaci utilizzabili anche durante l'allattamento, quando è necessario sospenderlo per un breve periodo e quali principi attivi non utilizzare [Lettura 5 min] L'emicrania è caratterizzata da attacchi ricorrenti di cefalea che durano da 4 a 72 ore. Queste cefalee sono generalmente unilaterali e pulsanti, spesso accompagnate da nausea, vomito, foto- o fonofobia. Talvolta sono precedute da sintomi neurologici transitori, in genere di tipo sensoriale (p.es. visivo), che durano di solito meno di un'ora (aura). Gli interventi non farmacologici comprendono: applicazione di calore o freddo massaggi riposo evitare i fattori scatenanti (p.es. mantenere una regolarità nei pasti e nel sonno) yoga / meditazione terapia comportamentale (p.es. esercizi di rilassamento, biofeedback, terapia cognitiva comportamentale) Le crisi possono essere legate al ciclo mestruale; la frequenza spesso si riduce in gravidanza e aumenta dopo il parto. La cefalea post-partum è

534 - Anziani e interazioni farmacologiche

Pazienti sempre più anziani che assumono sempre più farmaci: un cocktail pericoloso che aumenta il rischio di interazioni gravi. [Lettura 4 min] L'invecchiamento della popolazione negli ultimi decenni ha comportato un aumento delle prescrizioni di farmaci, accompagnato da un incremento del numero di medicinali disponibili. Di conseguenza, il numero di soggetti in politerapia (uso concomitante di cinque o più farmaci) è in costante aumento, con una crescente esposizione a interazioni farmaco-farmaco (DDI, Drug-Drug Interaction ). In Italia il 68,1% dei soggetti di età ≥65 anni ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diversi principi attivi nel corso del 2022 e più di un soggetto su 4 (28,6%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi (rapporto OsMed 2022). La probabilità che queste politerapie contengano farmaci controindicati in associazione aumenta di conseguenza. Un'analisi francese su un campione di 7 milioni di prescrizioni ha dimostrato che le prescrizioni concomitanti di

533 - Indicazioni dei fluorochinolonici

I fluorochinolonici sono antibiotici utili ed efficaci, anche se con un profilo di effetti avversi pesante. La prescrizione va riservata a infezioni gravi e per le quali non ci siano alternative. [Lettura 5 min] I fluorochinoloni costituiscono un gruppo relativamente omogeneo di antibiotici ad ampio spettro, generalmente efficaci nelle infezioni sistemiche.   Sono antibiotici critici, cioè farmaci con indicazioni ristretta che hanno un impatto maggiore sul microbiota digestivo e sulle resistenze batteriche. Benché l'uso sconsiderato degli ultimi decenni abbia fatto aumentare le resistenze, sono potenzialmente attivi contro un gran numero di batteri patogeni (tabella). L'utilizzo espone i pazienti a numerosi effetti avversi, alcuni gravi, per cui deve essere attentamente considerato e limitato a indicazioni validate. Negli ultimi anni sono emersi anche effetti avversi di durata prolungata o irreversibili, che riducono il rapporto rischio-beneficio. Non è quindi giustificata la