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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

138 - Durata della terapia anticoagulante dopo un evento tromboembolico

Tempo di lettura: 5 min Una volta iniziata una terapia anticoagulante dopo una diagnosi di evento tromboembolico, si pone il problema di quando sospendere il trattamento. La durata deve essere individualizzata in funzione della presenza o meno di eventi e fattori di rischio, rischio di recidiva e rischio emorragico. La presenza di uno o più fattori di rischio maggiori (es. neoplasie) o minori (es. sesso maschile) può favorire il proseguimento della terapia anticoagulante oltre il periodo convenzionale di 3-12 mesi. I fattori che influenzano il rischio emorragico (es. età >75 anni, cadute frequenti) e le preferenze del paziente (es. onere del monitoraggio terapeutico) influenzano fortemente la decisione di continuare o interrompere la terapia anticoagulante oltre il periodo convenzionale. La terapia anticoagulante a tempo indeterminato ha maggiori probabilità di beneficiare coloro che hanno un rischio aumentato di recidiva in cui il rischio emorragico è basso. La decisione d

137 - Diarrea da farmaci

136 - Disturbi sessuali persistenti da antidepressivi

Tempo di lettura: 3 min A metà del 2019, l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato di aggiungere la menzione dei "disturbi sessuali persistenti" alla scheda tecnica di alcuni antidepressivi. Sono stati riportati casi di disfunzioni sessuali persistenti a lungo termine, nonostante l'interruzione dell'antidepressivo, dopo terapie con inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina e noradrenalina (SNRI, venlafaxina e duloxetina). I dati provengono dalla Banca dati di farmacovigilanza europea, e comprendono 574 casi attribuiti alla duloxetina, e da pubblicazioni, compresa una serie di 219 osservazioni, su 170 uomini e 49 donne. Gli antidepressivi più spesso coinvolti in questa serie erano escitalopram, citalopram e paroxetina. Le reazioni avverse più frequentemente riportate sono state: disfunzione erettile, perdita della libido, anestesia genitale, difficoltà a raggiungere l'orgasmo, ottundimento emotivo. Di questi a

135 - Valutare un TSH soppresso

Tempo di lettura: 3 min Il riscontro di bassi valori di TSH è piuttosto comune in medicina generale. Ecco alcune dritte su come impostare la valutazione del paziente. Esame obiettivo : va indirizzato alla ricerca di segni di tirotossicosi, come tachicardia, fibrillazione atriale, tremore fine, segni oculari (retrazione palpebrale). Anamnesi farmacologica : amiodarone e levotiroxina (sovradosaggio, anche da assunzione impropria) sono i farmaci più spesso in causa. Cause meno frequenti di soppressione del TSH sono corticosteroidi ad alte dosi, recente trattamento con metimazolo e infusioni di dopamina. Valutazione della funzione tiroidea : la fase successiva a un riscontro di TSH basso è il dosaggio della tiroxina e, se normale, dell'fT3. Se entrambi i valori sono normali, la diagnosi più probabile è un ipertiroidismo subclinico o un'anomalia transitoria del TSH che può essere indotta da una malattia non tiroidea che altera l'asse ipotalamo-ipofisario; si può trattar

134 - Enteropatia da olmesartan

Tempo di lettura: 3 min Dal 2012 sono state pubblicate numerose osservazioni di enteropatie attribuibili all'olmesartan, un antagonista dell'angiotensina II utilizzato nell'ipertensione. Si manifestano con diarrea cronica, perdita di peso, talvolta con atrofia dei villi intestinali che simula una malattia celiaca (tuttavia senza una sierologia positiva). Fino a oggi l'olmesartan è l'unico sartano che è stato associato a questo effetto avverso. In uno studio di coorte francese pubblicato nel 2014 è stato osservato un aumento del rischio di ricovero per enteropatia 10 volte superiore dopo due o più anni di terapia con olmesartan rispetto ai soggetti trattati con ACE inibitori o altri sartani. Questo effetto avverso è stato recentemente inserito nella scheda tecnica dei farmaci a base di olmesartan: "Enteropatia simil-sprue: in rari casi molto gravi, in pazienti in trattamento con olmesartan da pochi mesi o anni è stata riportata diarrea cronica con signifi

133 - Attenzione all'associazione di ACE inibitori e sartani!

Tempo di lettura: 2 min Sono già passati dieci anni dalla pubblicazione del grande studio randomizzato in doppio cieco ONTARGET, in cui i pazienti erano trattati con ramipril, telmisartan o entrambi. I risultati erano chiari già allora, in quanto la terapia di associazione riduceva sì la proteinuria in misura maggiore rispetto alla monoterapia, ma nel complesso peggiorava la funzionalità renale. Nel 2013 in una metanalisi di 33 studi randomizzati (oltre 68000 pazienti) gli autori concludevano: "Sebbene il doppio blocco del sistema renina-angiotensina possa avere effetti apparentemente benefici su alcuni endpoint surrogati, questo non riduce la mortalità e si associa a un rischio eccessivo di eventi avversi come iperkaliemia, ipotensione e insufficienza renale rispetto alla monoterapia. Il rapporto rischio/beneficio depone contro l'utilizzo della doppia terapia." Mi sembra che il livello di evidenza (studi randomizzati, metanalisi di studi randomizzati) già anni f