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In Italia, nel 2020, l’azitromicina è stato l’antibiotico che ha subito il maggior aumento dei consumi, particolarmente in rapporto alle due ondate pandemiche. Una revisione Cochrane ribadisce, se ce ne fosse ancora bisogno, l'assenza di dimostrazioni di efficacia di questo antibiotico nella terapia delle infezioni da virus SARS-CoV2.
Il rapporto AIFA sull'uso degli antibiotici nel 2020 ha messo in evidenza che nelle prescrizioni dei medici di medicina generale, l’azitromicina è stato l’unico principio attivo, insieme alla fosfomicina, per il quale i consumi complessivi del 2020 non sono diminuiti rispetto al 2019.
L’acquisto privato di questo antibiotico, inoltre, ha costituito un quarto del consumo totale. Nel primo semestre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli acquisti diretti di azitromicina sono aumentati del 192,0% al Nord, del 69,1% al Centro e del 145,6% al Sud.
Una revisione Cochrane ha incluso 11 studi randomizzati e controllati con oltre 11.000 pazienti. Sette studi riguardavano pazienti ricoverati, con infezione da SARS-CoV2 da moderata a grave, e quattro studi pazienti ambulatoriali, con infezione da SARS-CoV2 asintomatica o lieve.
Tutti gli studi inclusi hanno confrontato l'azitromicina con il placebo, la terapia standard o un altro antibiotico come terapia diretta per il COVID.
Tra i pazienti ricoverati con COVID da moderato a grave, non sono state rilevate differenze significative con l'uso di azitromicina sulla mortalità per tutte le cause o sul miglioramento delle condizioni cliniche a 28 giorni di follow-up. Non sono stati registrati eventi avversi (incluse aritmie cardiache) durante il periodo dello studio e non si è osservato un aumento del rischio di eventi avversi gravi.
Tra i pazienti ambulatoriali con COVID asintomatico o lieve, non sono state osservate evidenze che l'azitromicina abbia migliorato la mortalità per tutte le cause, diminuito la frequenza di ricovero a 28 giorni o risolto i sintomi entro 14 giorni. In nessuno studio ambulatoriale sono stati segnalati eventi avversi o aritmie cardiache nel periodo di follow-up.
Il fatto che negli studi inclusi nella revisione non siano stati segnalati aumenti degli effetti avversi, non significa che questi non ci fossero. In studi non specificamente ideati per la valutazione degli effetti avversi, eventuali problemi o complicanze durante il follow-up possono essere stati attribuiti alla infezione e non alla terapia.
L'uso eccessivo di antibiotici e la conseguente resistenza antimicrobica è una minaccia alla salute globale. In particolare, i macrolidi hanno un alto potenziale di resistenza e sono stati identificati come obiettivi chiave di stewardship e monitoraggio per ridurre le resistenze. Nella lista AWaRe dell'OMS, non ci sono macrolidi nella lista Access, gli antibiotici di scelta per le 25 infezioni più comuni.
Lo studio MORDOR ha analizzato le conseguenze della distribuzione di massa di azitromicina ogni 6 mesi per 4 anni a bambini tra 1 e 59 mesi d’età in 30 villaggi dell’Africa Sub Sahariana.
Nel gruppo trattato con azitromicina, rispetto al placebo, a 48 mesi si è verificato un aumento di 7,5 volte degli indici di resistenza ai macrolidi.
Il rapporto AIFA sull'uso degli antibiotici nel 2020 ha messo in evidenza che nelle prescrizioni dei medici di medicina generale, l’azitromicina è stato l’unico principio attivo, insieme alla fosfomicina, per il quale i consumi complessivi del 2020 non sono diminuiti rispetto al 2019.
L’acquisto privato di questo antibiotico, inoltre, ha costituito un quarto del consumo totale. Nel primo semestre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli acquisti diretti di azitromicina sono aumentati del 192,0% al Nord, del 69,1% al Centro e del 145,6% al Sud.
Una revisione Cochrane ha incluso 11 studi randomizzati e controllati con oltre 11.000 pazienti. Sette studi riguardavano pazienti ricoverati, con infezione da SARS-CoV2 da moderata a grave, e quattro studi pazienti ambulatoriali, con infezione da SARS-CoV2 asintomatica o lieve.
Tutti gli studi inclusi hanno confrontato l'azitromicina con il placebo, la terapia standard o un altro antibiotico come terapia diretta per il COVID.
Tra i pazienti ricoverati con COVID da moderato a grave, non sono state rilevate differenze significative con l'uso di azitromicina sulla mortalità per tutte le cause o sul miglioramento delle condizioni cliniche a 28 giorni di follow-up. Non sono stati registrati eventi avversi (incluse aritmie cardiache) durante il periodo dello studio e non si è osservato un aumento del rischio di eventi avversi gravi.
Tra i pazienti ambulatoriali con COVID asintomatico o lieve, non sono state osservate evidenze che l'azitromicina abbia migliorato la mortalità per tutte le cause, diminuito la frequenza di ricovero a 28 giorni o risolto i sintomi entro 14 giorni. In nessuno studio ambulatoriale sono stati segnalati eventi avversi o aritmie cardiache nel periodo di follow-up.
Il fatto che negli studi inclusi nella revisione non siano stati segnalati aumenti degli effetti avversi, non significa che questi non ci fossero. In studi non specificamente ideati per la valutazione degli effetti avversi, eventuali problemi o complicanze durante il follow-up possono essere stati attribuiti alla infezione e non alla terapia.
L'uso eccessivo di antibiotici e la conseguente resistenza antimicrobica è una minaccia alla salute globale. In particolare, i macrolidi hanno un alto potenziale di resistenza e sono stati identificati come obiettivi chiave di stewardship e monitoraggio per ridurre le resistenze. Nella lista AWaRe dell'OMS, non ci sono macrolidi nella lista Access, gli antibiotici di scelta per le 25 infezioni più comuni.
Lo studio MORDOR ha analizzato le conseguenze della distribuzione di massa di azitromicina ogni 6 mesi per 4 anni a bambini tra 1 e 59 mesi d’età in 30 villaggi dell’Africa Sub Sahariana.
Nel gruppo trattato con azitromicina, rispetto al placebo, a 48 mesi si è verificato un aumento di 7,5 volte degli indici di resistenza ai macrolidi.
Nello studio si è anche osservato che la distribuzione continuativa di azitromicina sembra aver selezionato resistenze anche ad altri antibiotici non macrolidi, tra cui i beta-lattamici.
In pratica - In assenza di evidenze a sostegno dell'efficacia dell'azitromicina nell'infezione da virus SARS-CoV2, i medici di famiglia non dovrebbero prescriverla di routine per i pazienti con COVID e dovrebbero adoperarsi per dissuadere i pazienti da iniziative personali per procurarsi questi farmaci.
Antibiotics for the treatment of COVID-19.
Am Fam Physician. 2022 Mar ;105(3):237-238
Antibiotics for the treatment of COVID-19.
Cochrane Database Syst Rev. 2021 Oct 22;10(10):CD015025
Macrolide and nonmacrolide resistance with mass azithromycin distribution.
N Engl J Med 2020;383:1941-50.
L'uso degli antibiotici in Italia - Rapporto Nazionale anno 2020
AIFA - 10 marzo 2022
Gilberto Lacchia - Pubblicato 19/03/2022 - Aggiornato 19/03/2022
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