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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

537 - Gabapentinoidi e riacutizzazioni di BPCO

Nei pazienti con BPCO, l'uso di gabapentinoidi è stato associato a un aumento del rischio di esacerbazione grave. Un elemento in più per utilizzare con prudenza questi farmaci, spesso prescritti off-label. [Lettura 4 min] I gabapentinoidi (gabapentin e pregabalin) sono anticonvulsivanti indicati per il trattamento di epilessia, dolore neuropatico periferico e disturbo d'ansia generalizzato (pregabalin). In tutto il mondo la prescrizione è aumentata, in parte per un'eccessiva prescrizione off-label , in alcuni casi per la percezione che siano un'alternativa più sicura degli oppioidi. Diverse autorità regolatorie hanno emesso inviti alla prudenza, sia per i possibili effetti avversi, sia perché i gabapentinoidi non sono efficaci in molti degli usi off-label , esponendo i pazienti a effetti avversi potenzialmente gravi. La possibilità di causare depressione del SNC, con sedazione e depressione respiratoria, è stata segnalata sia negli studi sugli animali che sull'uomo

536 - Incretinomimetici e ostruzione intestinale

Tra gli effetti degli incretinomimetici c'è anche il rallentamento del transito intestinale. È stato segnalato un aumento del rischio di ileo paralitico grave in diabetici trattati con questi farmaci. [Lettura 3 min] Gli agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1 RA) e gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4i), sono comunemente utilizzati come farmaci di seconda/terza scelta per il diabete di tipo 2. I GLP-1 RA hanno dimostrato di ridurre il rischio cardiovascolare, a differenza dei DPP-4i. Gli effetti clinici dipendono dall'aumento dell'azione delle incretine (soprattutto GLP-1), con secrezione di insulina e riduzione della glicemia. L'aumento dell'effetto del GLP-1 riduce anche la motilità gastrointestinale con possibile stipsi. Nel corso degli anni, sono stati segnalati casi di ileo paralitico e ostruzione intestinale, effetti che non sono stati descritti negli studi randomizzati su questi farmaci. Una recente analisi di farmacovigilanza basata sul databa

535 - Approccio alla terapia anticoagulante nella trombosi venosa

Per la terapia anticoagulante nei pazienti con trombosi venosa profonda ed embolia polmonare sono disponibili diversi farmaci. I fattori da tenere presente per la scelta del farmaco e per decidere la durata della terapia sono numerosi. [Lettura 10 min] La trombosi venosa profonda (TVP) e l'embolia polmonare (EP) sono forme di tromboembolia venosa (TEV). La terapia anticoagulante è alla base della terapia per la TEV, con lo scopo di prevenire le recidive, l’embolia e la morte, il cui rischio è maggiore nei primi 3-6 mesi dalla diagnosi. Dopo la terapia anticoagulante iniziale per i primi 5-10 giorni, i pazienti con TEV richiedono una terapia più prolungata. Nella definizione del tipo e della durata della terapia anticoagulante è importante tenere presenti alcuni concetti: TVP non provocata : non è presente un evento ambientale causale. TVP provocata : è causata da un evento noto (p.es. intervento chirurgico, ricovero, trauma,…). Fattori di rischio transitori : intervento chirurgico

534 - Un vademecum per gli inibitori di pompa

Introdotti più di 30 anni fa, sono farmaci efficaci e relativamente sicuri, ma serve una migliore pratica prescrittiva per evitarne la banalizzazione e i rischi dell'uso improprio a lungo termine. [Lettura 10 min] Gli inibitori di pompa sono farmaci tra i più efficaci nel trattamento dei disturbi legati all'acidità gastrica. Ciononostante, l'uso indiscriminato desta preoccupazioni sui rischi di un’ipocloridria a tempo indeterminato e possibili interazioni farmacologiche. Valutare e rivalutare costantemente l'adeguatezza dell'indicazione, delle caratteristiche dei pazienti, della posologia e della durata del trattamento è essenziale per la prescrizione responsabile di qualsiasi farmaco, inibitori di pompa compresi. In Italia, nel 2022, la classe di farmaci per i disturbi correlati all’acidità è al quinto posto dei consumi, dopo i farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina, vitamina D, ipolipemizzanti e antitrombotici (dati OsMed 2022). Gli IPP sono al primo

533 - Agonisti del recettore GLP-1 e rischio di suicidio

Per questi farmaci, commercializzati negli ultimi 15 anni, non sono poche le segnalazioni di effetti avversi gravi, come tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. Le schede tecniche europee non li menzionano ancora. [Lettura 4 min] Gli agonisti del recettore GLP-1 sono analoghi del GLP-1, una incretina intestinale. Il GLP-1 e gli agonisti del GLP-1 si legano a uno specifico recettore espresso in vari organi: oltre alle cellule beta pancreatiche con secrezione postprandiale di insulina, anche dotti pancreatici, mucosa gastrica, reni, polmoni, cuore, cute, cellule immunitarie e ipotalamo. Oltre al suo effetto sulla secrezione di insulina, il GLP-1 rallenta lo svuotamento gastrico e induce una sensazione di sazietà attraverso i recettori ipotalamici del GLP-1. In Europa sono disponibili exenatide (autorizzata nel 2006), liraglutide, dulaglutide, lixisenatide, semaglutide e tirzepatide, l’ultima approvata a fine 2022. All'inizio di luglio 2023, il Comitato Europeo di Farmacovigi