Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2024

549 - Anticoagulanti orali ed SSRI: aumento del rischio emorragico

È noto che gli SSRI aumentano il rischio emorragico. L'associazione con anticoagulanti orali ha un effetto sinergico sul rischio di emorragie maggiori. [Lettura 5 min] I farmaci antidepressivi sono tra le classi di farmaci più frequentemente prescritte in tutto il mondo.  Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono quelli più utilizzati e spesso raccomandati per il trattamento del disturbo depressivo maggiore rispetto ad altre classi di antidepressivi, a causa dell'efficacia simile e del profilo di sicurezza relativamente favorevole. È stato dimostrato da tempo che gli SSRI aumentano il rischio di emorragie maggiori, probabilmente a causa della loro inibizione dell'attivazione piastrinica durante l'emostasi. Il rischio assoluto è basso per la maggior parte dei soggetti che assumono SSRI, ma l'associazione con antiaggreganti o anticoagulanti orali (AO) può aumentarlo. Molti studi (ma non tutti) degli ultimi 15 anni hanno dimostrato che il

548 - Anticoagulanti diretti: sì, no, forse

Una interessante revisione della letteratura fa il punto sulle indicazioni degli anticoagulanti diretti, sulle controindicazioni e sugli aspetti ancora incerti. [Lettura 9 min] Negli ultimi dieci anni, sulla base dei dati provenienti da ampi studi randomizzati e controllati, i DOAC sono diventati gli anticoagulanti preferiti per la prevenzione dell'ictus nella fibrillazione atriale e per il trattamento acuto e la prevenzione secondaria a lungo termine del tromboembolismo venoso (TEV) nella maggior parte dei pazienti, oltre ad aver ottenuto anche altre indicazioni, come la prevenzione primaria del TEV, per esempio dopo chirurgia ortopedica. I DOAC, che comprendono sia gli inibitori orali del fattore Xa sia gli inibitori della trombina, hanno alcuni vantaggi rispetto al warfarin, tra cui: minor rischio di emorragia intracranica dosaggio fisso senza monitoraggio di laboratorio di routine o restrizioni dietetiche più rapido onset/offset del farmaco, che facilita la pianificazione perip

547 - Effetti avversi della cascata prescrittiva

Prescrivere un farmaco per trattare un effetto avverso di una terapia precedente è comune negli anziani. La politerapia facilita queste situazioni. Il medico di famiglia ha un'importante funzione di "deprescrittore" in questi casi. [Lettura 4 min] La cascata prescrittiva si verifica quando un evento avverso di un farmaco viene erroneamente interpretato come nuovo problema medico e viene prescritto un secondo farmaco, potenzialmente non necessario, per trattare l'evento avverso. Si stima che circa un sesto delle visite al pronto soccorso degli anziani sia indotto da eventi avversi da farmaci. Il gruppo della geriatra Paula Rochon, che ha coniato il termine “cascata prescrittiva” negli anni ‘90, ha studiato diverse cascate prescrittive comuni nella pratica clinica. L'edema degli arti inferiori è un effetto collaterale ben noto dei calcio-antagonisti (CA). La prescrizione di diuretici per trattare edemi da CA è una frequente cascata prescrittiva: in genere i CA sono

546 - Effetti avversi psichiatrici di farmaci non psicotropi

Innumerevoli farmaci possono causare effetti avversi psichiatrici. Riconoscere l'origine iatrogena evita terapie psichiatriche di lungo termine e le conseguenze gravi di una diagnosi psichiatrica. [Lettura 8 min] Gli effetti avversi psichiatrici (EAP) sono definiti come comparsa di nuovi sintomi psichiatrici che si sviluppano durante una terapia non psichiatrica o peggioramento di disturbi psichiatrici preesistenti. La presentazione clinica è simile a sindromi psichiatriche spontanee. I sintomi possono verificarsi alle dosi abituali, in caso di intossicazione o nei giorni successivi alla sospensione di un determinato trattamento (p.es. dopo la sospensione dell’interferon-alfa). Gli effetti avversi sono molteplici: agitazione euforia confusione pensieri deliranti allucinazioni deflessione dell'umore e depressione ideazione suicidaria I fattori di rischio predisponenti sono disturbi psichiatrici pregressi o attuali, età estreme e le dosi più elevate. Effetti avversi intollerabili

545 - Cecità transitoria da ondansetron

La cecità transitoria è un effetto avverso raro dell'ondansetron somministrato sia per via parenterale sia orale. [Lettura 2 min] L'ondansetron (Zofran°) è un antiemetico, antagonista dei recettori della serotonina 5HT3, in commercio da circa 30 anni e autorizzato per il trattamento della nausea e vomito indotti da chemioterapia citotossica e radioterapia (adulti e bambini di età ≥6 mesi) e per la prevenzione e il trattamento della nausea e del vomito post-operatori (adulti e bambini di età ≥1 mese). Nel database di farmacovigilanza dell’OMS ( Vigiaccess ) sono stati registrati una cinquantina di casi di cecità attribuiti al l’ondansetron, in alcuni casi unilaterale. Il tempo di comparsa della cecità in media è stato di alcune ore dopo la somministrazione, sia per via endovenosa, sia per via orale. Nella metà dei casi analizzati da un centro di farmacovigilanza francese, la dose giornaliera era <4 mg, cioè inferiore alla posologia raccomandata per gli adulti in scheda tecni

544 - Normalizzazione del TSH negli anziani

I valori di TSH aumentano con l'età e nel tempo possono ritornare a valori considerati normali. Negli anziani è appropriato un follow-up prolungato, prima di prescrivere una terapia con levotiroxina. [Lettura 4 min] Con l'avanzare dell'età, i livelli circolanti di TSH di solito aumentano, accompagnati da una maggiore prevalenza di ipotiroidismo subclinico, definito da un aumento del TSH, con un livello di fT4 nell'intervallo normale. Diversi studi controllati randomizzati hanno dimostrato che il trattamento dell'ipotiroidismo subclinico lieve negli anziani non migliora i risultati clinici e molti esperti credono che sia opportuno rivalutare il range di riferimento del TSH negli anziani. Molti studi hanno anche dimostrato che l'ipotiroidismo subclinico può normalizzarsi spontaneamente, ma non è chiaro quali siano i fattori più importanti per la normalizzazione spontanea del TSH negli anziani. Uno studio longitudinale ha voluto indagare l'incidenza della norm