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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

170 - Controindicazioni alla terapia steroidea nei pazienti con COVID

Tempo di lettura: 4 min Le attuali linee guida dell'OMS sulla gestione delle infezioni respiratorie acute nel sospetto di COVID (l'ultima versione è del 13 marzo) sconsigliano l'utilizzo di routine dei corticosteroidi. Come è noto, le forme gravi di infezione da virus SARS-CoV-2 si complicano con una polmonite interstiziale e sindrome da distress respiratorio acuto, in parte causate dalle risposte immunitarie dell'ospite. Teoricamente, la terapia steroidea potrebbe avere una sua ratio nella soppressione dell'infiammazione polmonare, tuttavia questi farmaci inibiscono anche le risposte immunitarie e la clearance del virus. Negli studi effettuati durante l'epidemia di SARS, i pazienti a cui erano stati somministrati corticosteroidi avevano maggiori probabilità di richiedere una ventilazione meccanica, farmaci vasopressori e una terapia di sostituzione renale per insufficienza renale acuta. In uno studio randomizzato e controllato su 16 pazienti con SARS,

169 - Dispepsia funzionale

Tempo di lettura: 5 min La dispepsia funzionale è definita come fastidio epigastrico per almeno un mese senza evidenza di malattia organica alla gastroscopia. Il sintomo è presente nel 30% della popolazione generale e il 70% di questi pazienti ha una dispepsia funzionale. I sintomi riferiti sono senso di pienezza post-prandiale, sazietà precoce, dolore o bruciore epigastrico. Le cause della dispepsia funzionale (DF) sono multifattoriali. L'infezione da Helicobacter pylori e la secrezione acida possono svolgere un ruolo perché l'eradicazione dell'H. pylori e la soppressione acida migliorano i sintomi. Nel 70-80% dei pazienti con DF accompagnata da dolore o malessere postprandiale sono state osservate anche anomalie della motilità gastrica o duodenale. C'è una certa sovrapposizione tra dispepsia funzionale, colon irritabile (presente in un terzo dei pazienti con DF) e malattia da reflusso gastroesofageo (presente nel 50% dei pazienti con DF). La DF è una diagn

168 - Valutare il paziente con trombocitosi

Tempo di lettura: 5 min La trombocitosi è definita come l'aumento della conta piastrinica oltre 450,000/microL e si può osservare in circa il 2% della popolazione. La diagnosi differenziale è ampia, ma le numerose cause si possono raggruppare in trombocitosi reattive e primarie. Trombocitosi reattive - Sono causate da una risposta a fattori di crescita rilasciati in condizioni infiammatorie o neoplastiche sottostanti; non sono dovute a disturbi ematologici primari. Il conteggio delle piastrine tende a normalizzarsi dopo la risoluzione della malattia acuta. La trombocitosi è indotta da fattori di crescita prodotti in seguito a numerosi stimoli: emorragia acuta, anemia emolitica ; carenza marziale ; iposplenismo (funzionale o chirurgico); neoplasie occulte ; infezioni (acute virali e batteriche, croniche, tubercolosi); condizioni infiammatorie acute o croniche (malattie reumatologiche, IBD, celiachia, sindrome nefrosica); danno tissutale (ustioni, infarto miocardico, t

167 - Caratteristiche cliniche dell'infezione da virus SARS-CoV-2

Tempo di lettura: 6 min In un articolo di fine febbraio sul NEJM vengono descritti gli aspetti clinici di una cospicua coorte di pazienti ambulatoriali o ricoverati con COVID-19 nei mesi di dicembre e gennaio in Cina. Nella casistica sono stati inseriti solo casi confermati, definiti dalla positività del tampone nasofaringeo alla RT-PCR. La coorte, composta da 1099 pazienti, aveva le caratteristiche illustrate in tabella; l'endpoint primario composito comprendeva pazienti ricoverati in unità di cure intensive, eventualmente trattati con ventilazione meccanica o deceduti. Il periodo di incubazione medio è risultato di 4 giorni (da 2 a 7). L'età mediana dei pazienti era di 47 anni e meno dell'1% di loro aveva meno di 15 anni (di cui nessuno con endpoint primario). L'età mediana dei pazienti con endpoint primario era di 63 anni.  Meno di un terzo dei pazienti con endpoint primario era di sesso femminile, dato che ricorre anche in altre casistiche di minori di

166 - Consumo di alcool e fibrillazione atriale

Tempo di lettura: 3 min Il trattamento della fibrillazione atriale (FA) si è concentrato prevalentemente sulla prevenzione dell'ictus e sulla gestione dell'aritmia con strategie di controllo della frequenza o del ritmo. Più di recente si è posta una maggiore attenzione sulla modificazione più aggressiva dei fattori di rischio per la prevenzione della fibrillazione atriale stessa. I fattori di rischio modificabili comprendono ipertensione, obesità, diabete, apnee del sonno, stile di vita sedentario e consumo di alcol. Il consumo di alcol da moderato a intenso è fortemente associato alla FA, sia negli uomini che nelle donne. Sembra esserci un effetto dose-dipendente: 1 bevanda al giorno farebbe aumentare dell'8% il rischio di FA. L'alcool è anche indicato come un comune fattore scatenante degli episodi di fibrillazione atriale parossistica. Secondo uno studio australiano pubblicato a inizio anno sul NEJM, l'astinenza dalle bevande alcoliche può contribuire a pr

165 - Bupropione per smettere di fumare

Tempo di lettura: 5 min È stato il primo farmaco non nicotinico approvato per la cessazione del fumo. Il meccanismo d'azione non è del tutto noto; si presume che determini un re-uptake di dopamina e noradrenalina nel sistema mesolimbico. Una metanalisi Cochrane del 2014 su 44 studi randomizzati supporta l'efficacia del bupropione nel trattamento della dipendenza da nicotina e conclude che il bupropione aumenta significativamente il tasso di astinenza a lungo termine rispetto al placebo. Posologia - In Italia il bupropione è disponibile in compresse da 150 mg a rilascio prolungato (Zyban°). La terapia va iniziata una settimana prima della data di cessazione del fumo, poiché sono necessari 5-7 giorni per raggiungere livelli ematici stabili. Smettere bruscamente di fumare sembra essere più efficace, anche se una riduzione graduale del fumo è un'alternativa accettabile: 50% di riduzione del fumo entro la 4a settimana, seguita da un'altra riduzione del 50% entr

164 - Valutazione della diarrea funzionale e sindrome dell'intestino irritabile a dominanza diarroica

Tempo di lettura: 3 min La diarrea funzionale e la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) a dominanza diarroica sono disturbi con elevata prevalenza che, solo in base ai sintomi, possono essere difficilmente distinguibili dalla diarrea cronica (cioè di durata >4 settimane) da cause organiche. Per la diagnosi si possono utilizzare alcuni marcatori, ma ci sono poche indicazioni disponibili per quanto riguarda l'uso razionale di questi test diagnostici. Una nuova linea guida dell'AGA ( American Gastroenterology Association ) fornisce alcune raccomandazioni sull'utilizzo di esami di laboratorio in adulti con sospetta diarrea funzionale o IBS a dominanza diarroica. Sintesi delle raccomandazioni Escludere una celiachia con transglutaminasi IgA. In caso di carenza di IgA, è possibile misurare la transglutaminasi IgG o le IgG anti-gliadina. Escludere una infezione da Giardia con test antigenico o PCR. Considerare la possibilità di effettuare un test per la di

163 - Avvertenze per la prescrizione del domperidone

Tempo di lettura: 4 min Il domperidone è un neurolettico, antagonista dei recettori della dopamina, utilizzato dagli anni '80 come procinetico nel trattamento del reflusso gastro-esofageo e come antiemetico. Viene metabolizzato dall'isoenzima CYP3A4 del citocromo P450 e l'inibizione di questo isoenzima può portare all'accumulo del farmaco. Da più di 10 anni è noto che il domperidone può allungare l'intervallo QT e causare morti improvvise (la forma iniettabile è stata ritirata dal commercio a causa di questo effetto avverso). Nel numero di dicembre di " Drug Safety Update ", il bollettino dell'agenzia del farmaco britannica (MHRA), vengono ricordate ai medici alcune attenzioni da porre nella prescrizione di domperidone. La prescrizione di domperidone, anche in Italia, non è più autorizzata in bambini di età inferiore ai 12 anni o di peso inferiore ai 35 kg. I risultati di uno studio controllato con placebo in bambini di età inferiore ai 12 a