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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

32 - I farmaci non antibiotici possono alterare profondamente il microbioma intestinale

Tempo di lettura: 3 min Negli ultimi 10 anni sono stati pubblicati numerosissimi studi su quella che una volta era chiamata flora intestinale e che oggi viene definito microbiota. Questi studi hanno dimostrato che la massa di microrganismi che ci portiamo dentro (tra le 500 e 10000 specie diverse), con un patrimonio genetico 100 volte superiore al nostro e un numero di cellule superiore al numero di cellule del nostro organismo, ha interazioni fondamentali e non sospettate prima con i nostri sistemi. Ci sono dati che fanno pensare che le modifiche del microbiota possano facilitare o meno lo sviluppo dell’obesità, di malattie come il diabete, influenzare il sistema immunitario o favorire la comparsa della depressione. Gli antibiotici, naturalmente, oltre ad agire sui patogeni verso cui sono diretti, alterano il microbioma intestinale (il patrimonio genetico del microbiota). È stato però scoperto che la metformina e molti altri farmaci non antibiotici ampiamente utilizzati possono f

31 - Automisurazione domiciliare per migliorare la terapia antipertensiva

Uno studio pubblicato su Lancet sostiene l'automonitoraggio della pressione arteriosa per una migliore gestione della terapia antipertensiva. Alcuni ricercatori britannici hanno randomizzato 1182 pazienti con ipertensione non controllata (PA misurata in studio ≥140/90 mmHg, nonostante l’utilizzo di 3 antipertensivi) suddividendoli in gruppi: gestione abituale (letture della PA in studio); automonitoraggio (letture semestrali della PA una settimana al mese inviate per email) con istruzioni per contattare il medico in caso di valori molto alti o molto bassi; telemonitoraggio (letture semestrali della PA per una settimana, inviate tramite SMS mensili) con istruzioni per contattare il medico in caso di valori molto alti o molto bassi o per valori pressori medi elevati. Al basale, la PA sistolica media misurata in studio era ≈153 mmHg in tutti e tre i gruppi. Dopo 12 mesi, la PA sistolica media misurata in studio è risultata significativamente più bassa con l'automonitor

30 - Terapia delle sinusiti acute

In uno studio pubblicato su JAMA Intern Med è stato valutato quanto venga seguita la raccomandazione di una terapia di 5-7 giorni nella terapia delle sinusiti acute in medicina generale. Dallo studio emerge che quasi il 70% delle prescrizioni aveva una durata di 10 giorni o più. La raccomandazione delle linee guida riguarda pazienti adulti a basso rischio. Si tende a scoraggiare l'uso dell'azitromicina a causa del rischio di sviluppare resistenze. In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un database di prescrizioni nazionale (Stati Uniti) che includeva quasi 3,7 milioni di visite per sinusite in medicina generale in pazienti adulti. Sono stati valutati gli antibiotici prescritti per classe e la durata della prescrizione. Le visite per sinusite cronica o per diagnosi associate sono state escluse. Quasi il 70% delle prescrizioni aveva una durata di 10 giorni o superiore; escludendo le prescrizioni di azitromicina (di solito prescritte per 5 giorni), la percentuale

29 - Nuovi anticoagulanti orali e gotta?

L'agenzia per la sicurezza dei farmaci neozelandese, Medsafe , ha messo in evidenza un possibile rischio di gotta o sintomi simili alla gotta con l'uso di dabigatran (Pradaxa). Nel settembre 2017 il Centro per il monitoraggio delle reazioni avverse (CARM) ha ricevuto una segnalazione di aggravamento della gotta dopo l'inizio del trattamento con dabigatran. Il paziente ha avuto un netto aumento degli episodi di gotta dopo l'inizio della terapia con dabigatran ed è migliorato dopo la sospensione del trattamento, senza altri interventi. VigiBase , la banca dati di farmacovigilanza dell' OMS, documenta 71 segnalazioni di gotta (o episodi simile-gottosi) in relazione a Dabigatran. Medsafe considera le segnalazioni sospette come un segnale di rischio. Nella scheda tecnica dei nuovi anticoagulanti non è menzionata la gotta o sintomi simili a alla gotta, per cui è ancora più importante la segnalazione di casi simili. Dabigatran and gout or gout-like symptoms 

28 - La prescrizione di statine in prevenzione primaria

Tempo di lettura: 4 min Su un recente numero dell'edizione francese della rivista Prescrire è stato fatto il punto sulla prescrizione delle statine in prevenzione primaria. Quelle che seguono sono le conclusioni della redazione di Prescrire per una condivisione con i pazienti su dati e incertezze della prescrizione di questi farmaci nella prevenzione primaria.  Il rischio di eventi cardiovascolari aumenta con l'età, la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo. È aumentato in associazione a: sesso maschile, fumo, diabete, storia familiare di incidente cardiovascolare precoce, stile di vita sedentario. La sospensione del fumo, l'attività fisica regolare, il calo ponderale in caso di obesità, la cosiddetta dieta mediterranea e alcuni trattamenti per l'ipertensione o per il diabete riducono il rischio di incidenti cardiovascolari. Nella prevenzione cardiovascolare primaria, ossia in assenza di una storia clinica di malattie cardiovascolari, non vi sono pro

27 - Bisoprololo o Amlodipina? Elementare, Watson!

Sento spesso i colleghi lamentarsi per l'onere delle visite domiciliari. Di fatto siamo ormai quasi gli unici medici che vedono i pazienti nelle loro case. Uno dei vantaggi del medico che va nell'abitazione dei  propri assistiti è la possibilità di rendersi conto di situazioni, abitudini e soprattutto errori che altrimenti non sarebbero emersi facilmente. A volte tuttavia è necessario essere quasi dei novelli Sherlock Holmes per trovare l'indizio giusto. Ecco un esempio. Paziente 76enne, dimesso dalla cardiologia. Il medico di medicina generale viene chiamato per la "solita" visita domiciliare di ripresa in carico e presa in visione della documentazione. Un paziente complesso, con diabete, BPCO, fibrillazione atriale cronica in cardiomiopatia dilatativa e un'insufficienza cardiaca in compenso labile. Il ricovero era dovuto a un nuovo episodio di scompenso. A casa, parlando con lui e la moglie, il medico si rende conto che non hanno le idee chiare sul

26 - La "classica" laringite da reflusso

Quante volte una visita ORL, richiesta per i motivi più diversi, si conclude con una diagnosi (unica o accessoria) di laringite da reflusso, con la conseguenza di indurre la prescrizione di inibitori di pompa? Nel corso degli ultimi 20 anni, in ambito scientifico si era fatta strada la filosofia secondo la quale i sintomi classici di pirosi e reflusso fossero solo la punta dell’iceberg sotto cui si nasconderebbe la maggior parte dei casi pazienti con MRGE che invece presenterebbe sintomi extraesofagei, come quelli laringei, suscettibili di risposta alla terapia con inibitori di pompa. Micheal Vaezi, gastroenterologo della Vanderbuilt University, un'autorità nel campo della malattia da reflusso (su PubMed si trovano più di 160 sue pubblicazioni solo su questo argomento), già nel 2010, in un editoriale, osservava come diversi studi avessero rilevato una mancanza di beneficio degli inibitori di pompa nei pazienti con diagnosi di reflusso laringofaringeo o laringite da reflusso,

25 - Il quarto farmaco nell'ipertensione resistente

L'ipertensione resistente è un problema clinico raro ma difficile da gestire. [Lettura 2 min] Dopo la prescrizione dei comuni farmaci di prima scelta (diuretico, ACE-inibitore/sartano e calcioantagonista), il farmaco più adatto da aggiungere è incerto.  Nello studio ReHOT ( Resistant Hypertension Optimal Treatment ), alcuni ricercatori brasiliani hanno confrontato spironolattone e clonidina come quarto farmaco in pazienti con ipertensione resistente. In questo studio in due fasi, 1597 pazienti ipertesi sono stati trattati con ≤3 farmaci per 12 settimane e 187 pazienti (11,7%) sono stati identificati come affetti da ipertensione resistente.  Rispetto agli altri pazienti, quelli con ipertensione veramente resistente hanno avuto maggiori incidenze di ictus e diabete e valore di filtrazione glomerulare minore. Di questo gruppo, 162 sono stati randomizzati a spironolattone o clonidina per via orale, con dosi medie giornaliere rispettivamente di 40 mg e 0,35 mg. L'endpoint prima