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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

503 - Gomito del tennista

[Tempo di lettura: 8 min]  L’epicondilite laterale è una condizione frequente in medicina generale, di solito autolimitantesi in 6-12 mesi. Non ci sono dimostrazioni che un trattamento sia nettamente più efficace rispetto ad altri. L’informazione del paziente da parte del medico di famiglia ha un ruolo fondamentale nella gestione. Gli estensori del polso originano dall'epicondilo laterale del gomito, mentre i muscoli flessori originano dall'epicondilo mediale. Il dolore all'inserzione tendinea o alla giunzione miotendinea di questi gruppi muscolari viene definito tendinopatia laterale del gomito ("gomito del tennista" o epicondilite laterale) e tendinopatia mediale del gomito ("gomito del golfista" o epitrocleite). Il dolore insorge insidiosamente, di solito in assenza di traumi. Si tratta di una condizione frequente, che colpisce l’1-3% della popolazione, senza differenze tra uomini e donne, più spesso nella quarta decade di vita. La causa non è ben

502 - Agonisti GLP-1 e cancro della tiroide

[Tempo di lettura: 7 min]  Uno studio francese caso-controllo su più di 45.000 diabetici di tipo 2 ha suggerito che il rischio di neoplasie tiroidee aumenti di circa 1,5 volte in chi assume un agonista del recettore GLP-1 per almeno 1 anno. Gli agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1 RA), exenatide, liraglutide, dulaglutide e semaglutide, sono farmaci comunemente utilizzati nel trattamento del diabete di tipo 2. Inducono l'attivazione diretta del recettore GLP-1 stimolando la secrezione pancreatica di insulina in modo dipendente dal glucosio e inibendo contemporaneamente la secrezione di glucagone. Studi preclinici avevano fatto ipotizzare che i GLP-1 RA avessero effetti sulla tiroide, favorendo tumori della tiroide, soprattutto il carcinoma midollare della tiroide (a cellule C). I recettori GLP-1 sono espressi nei tessuti della tiroide e gli studi di cancerogenicità in ratti e topi hanno dimostrato un aumento del rischio di carcinoma midollare dose-dipendente e proporzionale al

501 - Antipertensivi al mattino o alla sera?

[Tempo di lettura: 7 min]  Il grande studio randomizzato TIME ha coinvolto più di 21.000 pazienti confrontando l'assunzione degli antipertensivi al mattino o alla sera. Diversamente da studi precedenti con protocolli diversi, non ha mostrato differenze tra i gruppi in termini di mortalità o frequenza di eventi cardiovascolari. L'ipertensione notturna è un importante fattore predittivo di esiti avversi negli ipertesi. È stata osservata anche una relazione parallela tra l'aumento insolitamente elevato della pressione arteriosa mattutina ed esiti cardiovascolari avversi, attraverso l'attivazione mediata dal ritmo circadiano dei sistemi alfa-adrenergico e renina-angiotensina-aldosterone. Questi dati hanno fatto ipotizzare che l'assunzione serale di farmaci antipertensivi possa migliorare gli esiti cardiovascolari. Alcuni studi avevano suggerito che l'assunzione serale della terapia antipertensiva potrebbe avere risultati migliori rispetto all'assunzione mattu

✨500✨ - Criteri di Beers: aggiornamento 2023

[Tempo di lettura: 11 min]  Da più di vent’anni i criteri di Beers sono un utile strumento per la prescrizione, la riconciliazione terapeutica e la deprescrizione nei pazienti anziani. L’American Geriatrics Society aggiorna periodicamente gli elenchi per adattarli all’impiego di nuovi farmaci e alle nuove evidenze scientifiche. I Criteri di Beers (CdB) sono stati sviluppati da Mark Beers e colleghi dell'Università della California Los Angeles nel 1991, con lo scopo di identificare farmaci con un rapporto rischio/beneficio sfavorevole e da evitare nei residenti in strutture per anziani. Nel 1997 il dr. Beers (scomparso nel 2009) ha ampliato i criteri per poterli applicare a tutti gli anziani. Dal 2010, l' American Geriatrics Society (AGS) gestisce i CdB e li aggiorna a cadenza regolare. I CdB sono raggruppati in elenchi di farmaci potenzialmente inappropriati (PIM, Potentially Inappropriate Medication ) da evitare o usare con particolare cautela negli anziani. I criteri vann

499 - Il valore della pressione arteriosa notturna

[Tempo di lettura: 8 min]  Il monitoraggio della pressione nelle 24 ore è una valutazione più accurata dei valori pressori rispetto alle singole misurazioni durante le visite ambulatoriali. In particolare, l’aumento dei valori notturni avrebbe una maggiore predittività sul rischio di mortalità ed eventi cardiovascolari. Il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa (MAPA) nelle 24 ore fornisce una valutazione più completa dei valori pressori rispetto alle singole misurazioni in ambulatorio. Si è osservato che il MAPA predice meglio gli esiti cardiovascolari e di mortalità rispetto alla pressione misurata in ambulatorio o a domicilio. Gli studi disponibili sono tuttavia di dimensioni relativamente piccole, con ridotta capacità di discriminare il valore predittivo della PA misurata in ambulatorio rispetto al MAPA. Inoltre, l'influenza sulla mortalità di alcuni fenotipi, come l'ipertensione da camice bianco e l'ipertensione mascherata, è rimasta poco definita, soprat

498 - Fotodermatosi da farmaci

[Tempo di lettura: 11 min]  I farmaci che possono causare fotosensibilizzazione sono molto numerosi, sia sistemici sia topici, con diversi meccanismi patogenetici. Soprattutto nella stagione estiva è importante riconoscere queste reazioni e avvertire i pazienti di non esporsi al sole quando assumono i farmaci che più frequentemente causano fotosensibilizzazione. Le reazioni di fotosensibilità sono la terza più comune reazione avversa cutanea: costituiscono fino all'8% degli effetti avversi cutanei. La diagnosi non è sempre facile, perché molti dei segni e dei sintomi si presentano in modo simile ad altre condizioni dermatologiche più comuni. È importante la localizzazione delle lesioni e un'attenta anamnesi. La diagnosi di fotosensibilizzazione da farmaci deve soddisfare i seguenti criteri: I segni e i sintomi devono verificarsi solo in seguito all'esposizione alle radiazioni (UVA, UVB o luce visibile). Il farmaco o i suoi metaboliti devono essere presenti durante l'

497 - 🔎 APPROFONDIMENTO: Fondaparinux

[Tempo di lettura: 10 min]  È il primo inibitore selettivo sintetico del fattore Xa, indicato per la profilassi della trombosi venosa profonda e la terapia della trombosi venosa superficiale. È un'alternativa efficace, ma più costosa, ad altri antitrombotici. L’emivita più lunga rispetto all’eparina consente la somministrazione una volta al giorno, ma non è disponibile un antidoto approvato, in caso di necessità. Fondaparinux (Arixtra°) e in commercio in Italia dal 2003 con le seguenti indicazioni: Prevenzione della tromboembolia venosa in adulti sottoposti a chirurgia ortopedica maggiore degli arti inferiori (anca, ginocchio). Prevenzione della tromboembolia venosa in adulti sottoposti a chirurgia addominale considerati ad alto rischio di complicanze tromboemboliche (p.es. pazienti oncologici). Prevenzione della tromboembolia venosa in adulti considerati ad alto rischio tromboembolico e che sono immobilizzati a causa di una patologia acuta. Trattamento di adulti con trombosi ve

496 - Ipotiroidismo nell’anziano

[Tempo di lettura: 12 min]  È la tireopatia più frequente nell’anziano. Gli intervalli di riferimento del valore di TSH dovrebbero essere rapportati all’età. Le indicazioni alla terapia sostitutiva vanno adeguate all’età, alla presenza di comorbidità e alla presenza di sintomi fortemente suggestivi di ipotiroidismo. La maggior parte degli esperti non consiglia la terapia nei grandi anziani. Secondo i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES III), la prevalenza dell'ipotiroidismo è del 4,6%, (0,3% in forma franca e 4,3% in forma subclinica). Si tratta della tireopatia più frequente negli anziani, con una maggiore prevalenza nelle donne. La tiroidite cronica autoimmune (di Hashimoto) è la causa più frequente di ipotiroidismo (subclinico) negli anziani. È caratterizzata, in quasi il 90% dei casi, dalla presenza di autoanticorpi antitiroglobulina (TGAb) e antitiroperossidasi (TPOAb). Il dosaggio dei TPOAb è il test più sensibile per stabilire la presenza di