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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

78 - Trattamento delle dislipidemie per la prevenzione cardiovascolare

Tempo di lettura: 5 min La società di medicina cardiovascolare in medicina generale (EPCCS, European Primary Care Cardiovascular Society ), tra i cui membri fa parte, per l'Italia, Walter Morrocco (presidente della SIMPeSV ) ha pubblicato nel 2018 un documento sulla gestione delle iperlipidemie in medicina generale. Riassumo qui sotto i punti principali. TERAPIA IPOLIPEMIZZANTE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE Un notevole numero di evidenze ha dimostrato che il colesterolo LDL è aterogeno, è un importante fattore di rischio cardiovascolare (CV) e la riduzione del colesterolo LDL riduce gli eventi CV in modo sostanziale e coerente. Il colesterolo LDL è attualmente l'unico lipide che rappresenta un fattore di rischio: lipoproteine e lipidi diversi dal colesterolo LDL possono servire come marcatori di rischio ma non sono obiettivi terapeutici. VALUTAZIONE DEL RISCHIO CV Sono stati definiti diversi obiettivi di trattamento per diversi livelli di rischio

77 - Terapia dell'attacco gottoso acuto

Tempo di lettura: 5 min La gotta è un'artrite acuta che non raramente vediamo nei nostri studi di medicina generale. Le crisi di gotta, rare negli uomini sotto i 30 anni e nelle donne sotto i 50, aumentano con l'età e con vari fattori di rischio come: Iperuricemia Sindrome metabolica Obesità Insufficienza renale Scompenso cardiaco Abuso alcolico Assunzione di fruttosio (per esempio soft drinks) Farmaci (diuretici, aspirina a basso dosaggio, citotossici, ivabradina, ciclosporina) L'iperuricemia è un importante fattore di rischio, ma non sufficiente per lo sviluppo dell'attacco acuto: la maggior parte dei pazienti con iperuricemia non ha attacchi di gotta (un tema già trattato in un post precedente ). In un paziente iperuricemico l'attacco acuto può essere scatenato da: Traumatismi Interventi chirurgici Alimentazione ricca di grassi Disidratazione Consumo di alcolici (soprattutto birra e superalcolici) Gli ipouricemizzanti possono causare a v

76 - Antiossidanti e vitamine nella maculopatia dell'anziano

Tempo di lettura: 3 min La degenerazione maculare legata all'età (DMLE) è una malattia degenerativa progressiva della retina (macula) che colpisce adulti dopo i 55 anni producendo un'alterazione della visione centrale. È progressivamente più frequente con l'età (un ultraottantenne su tre ha segni precoci di DMLE) e la sua eziologia è molto probabilmente multifattoriale. Sono stati proposti trattamenti preventivi e terapeutici con antiossidanti che potrebbero prevenire i danni cellulari nella retina reagendo con i radicali liberi prodotti nel processo di assorbimento della luce. Secondo questa ipotesi, livelli dietetici più elevati di vitamine e minerali antiossidanti dovrebbero prevenire l'insorgenza o rallentare la progressione della DMLE. Nel 2017 i ricercatori della Cochrane Collaboration hanno prodotto due revisioni sistematiche di studi relativi sia alla prevenzione sia al trattamento per rallentare la progressione della DMLE con questi integratori. Per q

75 - Corticosteroidi contro la riduzione uditiva da otite media cronica nei bambini?

Tempo di lettura: 3 min L'ipoacusia come complicanza di un'otite media cronica con versamento rimane un problema serio e non raro nei bambini. Per valutare se l'uso di steroidi orali migliora l'udito e potenzialmente identifica i bambini che potrebbero rispondere meglio all'intervento chirurgico, è stato condotto uno studio randomizzato e controllato, in doppio cieco, di confronto tra un un ciclo di 7 giorni di prednisolone orale verso placebo. I partecipanti erano circa 400 bambini di età compresa tra i 2 e 8 anni, con un versamento da almeno 3 mesi e deficit uditivo bilaterale documentato. Al follow-up di 5 settimane, la perdita uditiva si era risolta nel 40% del gruppo trattato con prednisolone rispetto al 33% del gruppo placebo. Anche se la capacità uditiva ha continuato a migliorare a 6 e 12 mesi, non si sono osservate differenze significative tra i gruppi. Inoltre, l'uso di steroidi orali non ha migliorato endpoint secondari come i parametri di qual

74 - La scelta della contraccezione postcoitale

Tempo di lettura: 4 min Un recente articolo su Prescrire   prende in considerazione i due principi attivi autorizzati nell'Unione Europea per la contraccezione postcoitale: ulipristal in dose unica di 30 mg da assumere entro 5 giorni da un rapporto sessuale non protetto e levonorgestrel 1,5 mg da assumere non oltre 3 giorni (ma preferibilmente entro 12 ore) da un rapporto non protetto. Dai pochi studi di confronto tra i due principi attivi, questi ne escono sostanzialmente equivalenti in termini di efficacia (la differenza di gravidanze tra ulipristal [1,8%] e levonorgestrel [2,6%] non sarebbe statisticamente significativa). Gli effetti collaterali di una dose singola di ulipristal e levonorgestrel sono principalmente nausea, vomito, cefalea e disturbi mestruali. In entrambi gli studi, i profili degli eventi avversi di ulipristal e levonorgestrel sono risultati simili. Tuttavia i dati di farmacovigilanza sul levonorgestrel sono maggiori, dato che è in uso da più tempo. Uli