Passa ai contenuti principali

301 - La diagnosi di morbo celiaco

[Tempo di lettura: 8 min] 

La malattia celiaca non è rara. In medicina generale è fondamentale tenerla presente anche nelle presentazioni meno tipiche.

La malattia celiaca è una malattia autoimmune caratterizzata da uno specifico profilo sierologico e istologico innescato dall'ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti.

Glutine è un termine generale per un gruppo di proteine alcol-solubili, presenti in vari cereali tra cui grano, segale, orzo, farro e kamut.

L'incidenza nella popolazione europea è stimata intorno allo 0.5 - 1%. Studi di popolazione hanno suggerito che i casi riconosciuti di malattia celiaca possono rappresentare solo la punta dell'iceberg.

Un medico di medicina generale massimalista dovrebbe avere una decina di celiaci tra i suoi pazienti. Tuttavia, secondo i dati di uno studio italiano del 1996, i casi asintomatici superavano quelli sintomatici con un rapporto di 7:1.


Sintomi

Quando sono presenti sintomi, questi si verificano a tutte le età se è presente esposizione alimentare al glutine.

I sintomi digestivi non sono molto specifici, ma sono spesso persistenti o ricorrenti:

  • diarrea intermittente o cronica;
  • steatorrea; 
  • stipsi;
  • dolore addominale;
  • anoressia;
  • nausea e vomito;
  • gonfiore intestinale.
Circa il 5% dei pazienti con disturbi intestinali benigni ricorrenti (sindrome del colon irritabile) ricevono una diagnosi di celiachia.

Si possono avere segni di malnutrizione senza evidenti sintomi digestivi, come astenia, calo ponderale e disturbi legati alla carenza di ferro, acido folico, vitamina B12 o vitamina D.

Alterazioni degli esami ematochimici- Nella malattia celiaca classica sono comuni bassi livelli di
  • emoglobina,
  • albumina,
  • calcio,
  • potassio,
  • magnesio e fosforo.
La maggior parte dei pazienti sviluppa un'anemia microcitica da carenza marziale con bassi valori di ferritina. L'anemia può essere normo- o macrocitica a causa del malassorbimento concomitante di folati e/o vitamina B12, soprattutto se associati a gastrite atrofica autoimmune.

Si può osservare un aumento della fosfatasi alcalina ossea e una importante carenza di vitamina D3, associati a osteopenia/osteoporosi.

Un aumento non spiegabile delle transaminasi può essere un sintomo di presentazione della celiachia anche in assenza di altri sintomi rilevanti. Le transaminasi spesso si normalizzano entro 6-12 mesi dall’inizio della dieta priva di glutine. 


Diagnosi

Gli anticorpi legati alla malattia celiaca sono di tipo IgA e IgG, ma solo quelli di classe IgA possono essere considerati altamente sensibili e specifici per la malattia. Possono essere divisi in due gruppi in base ai loro antigeni bersaglio.

1. Autoanticorpi
Anticorpi anti-endomisio IgA - Il risultato del test è spesso solo qualitativo (positivo o negativo) poiché anche bassi titoli di anticorpi sono altamente specifici per la malattia celiaca. I livelli sierici diminuiscono con una dieta priva di glutine. I limiti del test sono il costo, la complessità e la dipendenza dall'operatore.

Anticorpi anti-transglutaminasi tissutale IgA - È un test altamente sensibile e specifico (sensibilità 90-98%; specificità 95-97%). Il valore predittivo positivo di un risultato fortemente positivo (>10 volte il limite superiore della norma) associato alla positività degli anticorpi anti-endomisio è circa del 100%. È un test ampiamente disponibile, è più facile da eseguire e meno costoso del precedente. Con l’aderenza stretta alla dieta priva di glutine, il titolo anticorpale si normalizza in 12 mesi (18-24 se molto elevato). Questi anticorpi sono utilizzati per il monitoraggio dei celiaci nel follow-up.

2. Anticorpi contro la gliadina (componente del glutine)
Anticorpi anti-gliadina nativa (IgA, IgG) - I test tradizionali degli anticorpi anti-gliadina hanno una minore accuratezza diagnostica rispetto ad altri esami sierologici per la celiachia e non sono più consigliati perché forniscono falsi positivi nel 15-20% dei casi.

Anticorpi contro i peptidi deamidati della gliadina (DGP, Deamidated Gliadin Peptide, IgA, IgG) - Il DGP utilizza peptidi di gliadina sintetici che imitano le sequenze di gliadina modificate per catturare le IgA o le IgG sieriche verso il DGP stesso. Mentre il DGP-IgA è considerato poco utile per la diagnosi, il DGP-IgG può essere richiesto nei pazienti con carenza di IgA.

Il dosaggio della anti-transglutaminasi tissutale IgA (insieme al dosaggio delle IgA totali) è il test di prima scelta in medicina generale per la diagnosi di celiachia negli adulti.

L'assenza di anti-transglutaminasi IgA permette di escludere l'intolleranza al glutine con un basso rischio di errore, a condizione che il dosaggio delle IgA totali sia normale. Il deficit di IgA si osserva nel 5-10% dei celiaci.

La presenza di IgA anti-transglutaminasi si trova nel 30% dei bambini che non sono intolleranti al glutine.

Il test degli anticorpi specifici non è interpretabile durante una dieta senza glutine, che rende gli anticorpi non rilevabili.

L'esame standard per confermare la diagnosi dopo un test anticorpale specifico positivo è la gastroscopia con biopsia della mucosa del tenue, da eseguire durante una dieta contenente glutine.

In caso di risultati contrastanti tra sierologia e biopsia, è possibile la ricerca dei geni HLA-DQ2 e HLA-DQ8: la loro assenza rende l'ipotesi di intolleranza al glutine molto improbabile.

Secondo le raccomandazioni europee, nei bambini con un gene HLA-DQ2 o HLA- DQ8 e con sintomi digestivi tipici dell'intolleranza al glutine, la combinazione di un livello molto alto di IgA anti-transglutaminasi e di un altro anticorpo specifico (p.es. IgA anti-endomisio) è sufficiente per la diagnosi di celiachia, limitando così il numero di biopsie intestinali.

In caso di diarrea persistente, o quando è associata ad altri segni clinici, la diagnosi differenziale comprende (➡ Valutazione della diarrea cronica):
  • intolleranza al lattosio o al fruttosio
  • insufficienza pancreatica
  • morbo di Crohn; colite ulcerosa;
  • enterocolite attinica;
  • colite microscopica;
  • ipertiroidismo;
  • fecaloma, (a volte induce la produzione di feci acquose alternate a episodi di stitichezza).
Molti farmaci sono associati a diarrea di varia intensità e gravità (➡ Diarrea indotta da farmaci).

L'olmesartan può causare una enteropatia con diarrea cronica e talvolta atrofia dei villi intestinali con malassorbimento (➡ Enteropatia da olmesartan).

Un consumo elevato di dolcificanti poliolici (p.es. sorbitolo o xilitolo), contenuti in bevande o dolciumi senza zucchero, può causare episodi di diarrea.





Diagnosis of celiac disease in adults
UpToDate - This topic last updated: Mar 04, 2021.

Accuracy of a no-biopsy approach for the diagnosis of coeliac disease across different adult cohorts.
Gut 2021 May; 70:876

Intolérance au gluten
La Revue Prescrire, Janvier 2020
 
Investigating coeliac disease in adults
BMJ 2020;369:m2176

Celiac disease: a comprehensive current review.
BMC Med. 2019 Jul 23;17(1):142




Gilberto Lacchia - Pubblicato 30/06/2021 - Aggiornato 30/06/2021

Commenti

Post popolari in questo blog

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

101 - Interpretazione degli esami per l'assetto marziale