Passa ai contenuti principali

299 - Insufficienza respiratoria acuta da neurolettici

[Tempo di lettura: 3 min] 
I farmaci neurolettici possono causare insufficienze respiratorie acute e vanno usati con prudenza in pazienti con fattori di rischio.


I neurolettici sono una delle classi di farmaci prescritti più frequentemente. Sono indicati per il trattamento di schizofrenia e disturbo bipolare e prescritti come terapia aggiuntiva anche nella depressione maggiore.

Molto spesso sono utilizzati anche oltre le indicazioni approvate, per esempio per i sintomi neuropsichiatrici della demenza, aggressività nelle forme di autismo e come terapia di supporto del disturbo ossessivo-compulsivo.

L’aumento dell’uso di questi farmaci ha evidenziato effetti avversi gravi, come morte improvvisa, insufficienza renale acuta, occlusioni intestinali, alterazioni metaboliche e anche insufficienza respiratoria acuta.

Alcuni case report hanno documentato difficoltà respiratorie, distress respiratorio acuto o insufficienza respiratoria acuta in pazienti trattati con neurolettici da poche ore fino a 10 giorni, a dosi normali o elevate.

Ricercatori taiwanesi hanno condotto uno studio caso-controllo su un database dell’assicurazione sanitaria obbligatoria dei cittadini di Taiwan.

Lo studio ha incluso adulti di età superiore ai 20 anni (età media 62 anni), registrati nel database tra il 2000 e il 2013, senza storia di insufficienza respiratoria acuta o malattia nota che potesse causare insufficienza respiratoria acuta.

Oltre 7000 adulti con insufficienza respiratoria acuta sono stati confrontati con circa 12000 controlli associati per fattori di rischio respiratorio.

Secondo le informazioni di questo database, 691 dei casi (9,8%) erano stati esposti a un neurolettico al momento della comparsa dell'insufficienza respiratoria acuta, rispetto a 516 dei controlli (4%).

L'esposizione a un neurolettico era circa due volte maggiore nei casi rispetto ai controlli senza insufficienza respiratoria acuta (rischio relativo = 2,3). L'aumento del rischio era evidente anche a basse dosi ed era dose-dipendente.

I meccanismi di queste insufficienze respiratorie potrebbero essere legati agli effetti collaterali extrapiramidali dei neurolettici, con distonia acuta che causa spasmi laringei, disturbi della deglutizione e polmoniti ab ingestis, o più probabilmente all’effetto depressivo sulla respirazione della maggior parte degli antipsicotici tipici e atipici.

In pratica - È necessaria prudenza nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica, in particolare quando i neurolettici sono associati ad altri farmaci con effetto depressore sulla respirazione, come gli oppioidi.


Use of antipsychotics and the risk of acute respiratory failure among adults: A disease risk score-matched nested case-control study.
Br J Clin Pharmacol. 2020 Nov;86(11):2204-2216




Gilberto Lacchia - Pubblicato26/06/2021 - Aggiornato 26/06/2021

Commenti

  1. Ho avuto da subito questo problema dispnea acuta dopo pochi mesi dal assunzione di neurolettici dopo un TSO volevo sapere se posso guarire da questo problema di respirazione dopo che calo gradualmente la cura fino a toglere completamente la cura aspetto una risposta grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il rischio di questo effetto avverso sembra dipendere dalla dose di farmaco utilizzato.
      La riduzione del dosaggio potrebbe diminuire il rischio. È però una procedura che deve essere supervisionata con attenzione dallo psichiatra di riferimento e dal medico di famiglia, dato che la sospensione di questi farmaci è particolarmente delicata.

      Elimina
  2. Buon giorno volevo sapere da lei se questo disturbo che ho da due anni sia soltanto un disturbo passeggero che non sia cronico. faccio fatica a parlare a mangiare non mi viene voglia di fare molto da quando ho avuto questo problema sono caduto in depressione,sono cambiato molto nel modo di affrontare la mia vita sento che il mio respiro ogni giorno non è sodisfacente ogni mio sforzo per renderlo pieno è in utile .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo blog è per professionisti e non ha lo scopo di diagnosticare malattie o dare consigli medici.
      Le consiglio di rivolgersi direttamente al suo medico curante.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

101 - Interpretazione degli esami per l'assetto marziale