I pazienti trapiantati che assumono una terapia immunosoppressiva potrebbero avere una scarsa risposta anticorpale ai vaccini a mRNA.
I soggetti immunocompromessi sono stati esclusi dagli studi sui vaccini anti-COVID a mRNA.
Per comprendere meglio l'immunogenicità dei vaccini mRNA negli immunocompromessi, un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine ha quantificato la risposta umorale alla prima dose in pazienti portatori di trapianti di organi solidi.
Circa 20 giorni dopo aver ricevuto la prima dose di un vaccino a mRNA sono state valutate le risposte anticorpali in oltre 400 trapiantati. Gli anticorpi erano rilevabili solo nel 17% dei soggetti.
Questi risultati contrastano con la intensa immunogenicità iniziale osservata negli studi sui vaccini a mRNA: 100% di sieroconversione antispike entro il 15° giorno dopo la vaccinazione con mRNA-1273 (Moderna) ed entro il 21° giorno dopo la vaccinazione con BNT162b2 (Pfizer).
Chi non stava assumendo una terapia immunosoppressiva di mantenimento, i più giovani e coloro che erano stati vaccinati con il vaccino mRNA-1273 avevano maggiori probabilità di sviluppare una risposta rispetto agli altri.
Gli autori concludono: "Questa scarsa risposta degli anticorpi antispike nei trapiantati dopo la prima dose di un vaccino a mRNA suggeriscono che in questi soggetti il rischio iniziale di ammalarsi di COVID-19 sia maggiore, nonostante la vaccinazione".
Immunogenicity of a Single Dose of SARS-CoV-2 Messenger RNA Vaccine in Solid Organ Transplant Recipients.
JAMA. 2021 Mar 15
Gilberto Lacchia - Pubblicato 17/03/2021 - Aggiornato 17/03/2021
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