Negli ultimi anni le terapie che si sono dimostrate più efficaci nel trattamento della gonartrosi sono quelle non farmacologiche.
La gonartrosi è un problema comune, che interessa oltre un terzo degli ultrasessantacinquenni, più frequente nelle donne rispetto agli uomini e con una maggiore prevalenza nelle persone di origine asiatica.
I fattori che aumentano il rischio sono età avanzata, sesso femminile, sovrappeso o obesità, precedenti lesioni al ginocchio, fattori lavorativi e malallineamento (varismo/valgismo). Il rischio non aumenta con l'attività fisica ricreativa.
La velocità di progressione nel tempo varia da persona a persona. I sintomi e i segni della gonartrosi comprendono dolore, rigidità, riduzione del movimento articolare e debolezza muscolare.
C'è spesso una discrepanza tra la gravità dei sintomi e la gravità della gonartrosi valutata alla radiografia; tali discrepanze possono riguardare la sensibilizzazione al dolore, l'adattamento al dolore cronico o la riduzione dell'attività per evitare il dolore.
Diagnosi
Anamnesi ed esame obiettivo sono di solito sufficienti per la diagnosi. L’età di esordio è di solito >40 anni negli uomini e in perimenopausa nelle donne.
Il dolore è sordo, persistente, a volte notturno e si riduce con il riposo. La rigidità mattutina dura meno di 30 minuti e, se sono presenti segni di infiammazione, questi sono di solito lievi (DD con le artriti settiche o da depositi cristallini).
Non esistono test ematochimici diagnostici per l’artrosi. La radiografia in due proiezioni conferma la diagnosi e solo raramente può essere utile una RM (p.es. per escludere una meniscopatia quando persistono sintomi meccanici e blocchi articolari).
Terapia
Negli ultimi anni la preferenza si è spostata dalla terapia principalmente farmacologica a quella non farmacologica, dati i benefici limitati della prima e l'evidenza che gli approcci non farmacologici hanno maggiori probabilità di alleviare i sintomi a lungo termine e ritardare o prevenire il declino funzionale.
I principali trattamenti per la gonartrosi comprendono l'attività fisica e la gestione del peso.
I pazienti devono essere informati sulla variabilità della storia naturale, sul valore dell'allenamento di forza per proteggere le articolazioni, sulla prevenzione delle lesioni e sull'importanza di un approccio proattivo per prevenire il declino funzionale.
Un'ampia revisione sistematica Cochrane di studi randomizzati ha dimostrato che l'esercizio riduce significativamente il dolore e migliora funzionalità fisica e qualità di vita.
Gli obiettivi dell'esercizio fisico comprendono il mantenimento o il miglioramento della forma aerobica, del range di movimento e della forza e la riduzione del rischio di caduta. Si sono dimostrati utili gli esercizi aerobici (tapis roulant, camminata), quelli di rinforzo muscolare (esercizi isocinetici, isometrici o con bande elastiche), le attività acquatiche, gli esercizi di equilibrio e quelli che coinvolgono mente e corpo (tai chi).
Gli interventi dietetici sono utili in una strategia globale: una metanalisi di nove studi ha mostrato una moderata riduzione del dolore con la dieta associata all'esercizio fisico, ma non con la sola dieta.
Le linee guida sconsigliano interventi quali massoterapia, terapia manuale (trazione, mobilizzazione, manipolazioni, movimenti passivi) e l’uso di plantari. I risultati degli studi non sono univoci per quanto riguarda il beneficio dell’uso del calore o del freddo applicati localmente e dell'agopuntura.
I FANS topici sono la terapia farmacologica di prima scelta per la gonartrosi, data l'evidenza di un beneficio simile a quello dei FANS per os ma con meno effetti avversi.
La capsaicina topica non è raccomandata per l’effetto limitato e i possibili effetti avversi (irritazione, aumento del dolore, bruciore).
Alcune revisioni sistematiche e metanalisi hanno evidenziato un’efficacia minima del paracetamolo nella gonartrosi.
L'uso di glucosamina o condroitinsolfato o prodotti contenenti una miscela di questi composti, valutato in alcune metanalisi, non ha prodotto una maggiore riduzione del dolore articolare rispetto al placebo.
Se il trattamento topico è insufficiente o non praticabile, si può optare per un FANS orale (ibuprofene, naprossene) eventualmente associato a un inibitore di pompa.
L’effetto su dolore e funzione, tuttavia, è limitato e si dovrebbe esortare all’uso solo al bisogno dei FANS orali e valutare il rapporto rischio/beneficio in presenza di patologie gastrointestinali e, soprattutto, cardiovascolari (l’uso di qualsiasi FANS aumenta il rischio di infarto miocardico).
In pazienti con dolore diffuso e depressione può essere utile la duloxetina, un SNRI antidepressivo con attività inibitoria centrale sul dolore e ansiolitica.
Le evidenze a favore dell’iniezione intrarticolare dell'acido ialuronico sono insufficienti: una metanalisi ha mostrato un’efficacia modesta e rischi di effetti avversi.
Le iniezioni intrarticolari di glucocorticoidi hanno una certa efficacia per alleviare il dolore a breve termine, di solito qualche settimana. Non si consiglia, tuttavia, di praticarle regolarmente: in soggetti con gonartrosi, le infiltrazioni con triamcinolone ogni 3 mesi per 2 anni hanno comportato una maggior riduzione della cartilagine articolare rispetto alle iniezioni di soluzione fisiologica.
Osteoarthritis of the Knee
N Engl J Med 2021; 384:51-59
Exercise for osteoarthritis of the knee: a Cochrane systematic review.
Br J Sports Med. 2015 Dec;49(24):1554-7
Gilberto Lacchia - Pubblicato 29/05/2021 - Aggiornato 29/05/2021
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