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283 - Antibiotico? Sì. No. Forse…

La prescrizione inappropriata di antibiotici, soprattutto per le infezioni respiratorie, viene costantemente valutata in diversi contesti clinici. Una strategia di prescrizione "ritardata" può essere un utile strumento per ridurre il numero di prescrizioni non opportune.

Su questo argomento il gruppo della Cochrane Network ha pubblicato diverse revisioni a partire dal 2007, aggiornate periodicamente.

L'ultima del 2017 ha considerato 11 studi randomizzati e controllati che coinvolgevano soggetti di tutte le età con infezioni delle vie aeree, in cui la prescrizione ritardata dell'antibiotico era confrontata con quella immediata o nessuna prescrizione.

La prescrizione ritardata era definita dal consiglio di ritardare l'uso dell'antibiotico di almeno 48 ore.

Gli studi riguardavano adulti e bambini con infezioni acute tra cui otite media acuta, faringite streptococcica, tosse, faringodinia e raffreddore comune. Sei studi erano stati condotti in studi di medicina generale, tre in ambulatori pediatrici e due in dipartimenti di emergenza.

La prescrizione immediata dell'antibiotico conferiva modesti benefici su esiti clinici quali i sintomi dell'otite media acuta e della faringodinia rispetto alla prescrizione ritardata.

Non c'erano evidenti differenze nella percentuale di complicanze tra prescrizione di antibiotici immediata e ritardata o tra prescrizione ritardata e nessun antibiotico.

La prescrizione immediata era associata a livelli di soddisfazione del paziente altrettanto elevati rispetto a quella ritardata (91% vs 86%). La prescrizione ritardata era associata a livelli più alti di soddisfazione rispetto a nessuna prescrizione (87% vs 82%).

La differenza più evidente si osservava nella riduzione netta dell'utilizzo di antibiotici con la prescrizione ritardata rispetto a quella immediata (31% vs 93%).

Erano possibili due strategie di prescrizione ritardata:
  • chiedere al paziente di tornare in caso di peggioramento: uso di antibiotici nel 27% (percentuale più bassa);
  • consegnare una prescrizione al momento della visita consigliando di utilizzarla se i sintomi peggioravano: uso di antibiotici nel 38%.
Nel 2019 è stata pubblicata una grande metanalisi britannica che comprendeva adulti e bambini. Sono stati combinati i dati individuali di 13 studi (9 randomizzati, 4 osservazionali).

Le patologie comprendevano faringodinia, otite media acuta, infezioni delle alte e basse vie aeree e raffreddore comune.

Le strategie utilizzate per ritardare la prescrizione erano diverse:
  • consegna ritardata della prescrizione
  • consegna di prescrizioni postdatate da utilizzare nei giorni successivi
  • prescrizioni fornite con l'istruzione di ritardare l'assunzione dell'antibiotico
  • consiglio di tornare se i sintomi persistevano o si ripresentavano
Su più di 55.000 pazienti (la metà dei quali proveniva da un grande studio osservazionale britannico), i punteggi dei sintomi a 2-4 giorni dopo la visita erano simili in tutti e tre i gruppi: pazienti che avevano ricevuto una prescrizione ritardata di antibiotico, quelli che avevano ricevuto una prescrizione immediata e quelli a cui non erano stati prescritti antibiotici.

La durata dei sintomi era di poco maggiore con il ritardo della prescrizione rispetto alla prescrizione immediata (11,4 vs 10,9 giorni); le percentuali di ricovero o morte erano simili.

Le percentuali di complicanze erano simili anche nel gruppo con prescrizione ritardata e in quello senza prescrizione di antibiotico. Nei punteggi di soddisfazione (disponibili per un piccolo sottogruppo di pazienti) non si osservavano differenze significative tra i gruppi.

In pratica - Il ritardo della prescrizione di antibiotici in caso di infezioni respiratorie è una strategia che riduce l'uso di antibiotici rispetto alla prescrizione immediata, mantiene una soddisfazione del paziente e non comporta un maggior numero di complicanze rispetto alla prescrizione immediata.

Con la prescrizione ritardata l'uso di antibiotici è maggiore rispetto a nessuna prescrizione, ma con una soddisfazione del paziente leggermente maggiore e differenze non significative nel controllo dei sintomi e nelle complicanze.

Nei pazienti con infezioni respiratorie in cui il medico, tenendo presenti le linee guida, ritenga che sia sicuro non prescrivere immediatamente un antibiotico, il consiglio di tornare se i sintomi non si risolvono comporta il minor uso di antibiotici e mantiene alti livelli di soddisfazione e sicurezza del paziente.

Quando non ci si sente sicuri nel negare tout court la prescrizione, la strategia della prescrizione ritardata può essere un compromesso accettabile per ridurre significativamente l'uso inutile di antibiotici nelle infezioni delle vie aeree senza compromettere sicurezza e soddisfazione del paziente.


Gilberto Lacchia - Pubblicato 17/05/2021 - Aggiornato 17/05/2021

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