L'emicrania è caratterizzata da attacchi ricorrenti di cefalea che durano da 4 a 72 ore. Queste cefalee sono generalmente unilaterali e pulsanti, spesso accompagnate da nausea, vomito, foto- o fonofobia.
Talvolta sono precedute da sintomi neurologici transitori, in genere di tipo sensoriale (p.es. visivo), che durano di solito meno di un'ora (aura).
Gli interventi non farmacologici comprendono:
- applicazione di calore o freddo
- massaggi
- riposo
- evitare i fattori scatenanti (p.es. mantenere una regolarità nei pasti e nel sonno)
- yoga / meditazione
- terapia comportamentale (p.es. esercizi di rilassamento, biofeedback, terapia cognitiva comportamentale)
La cefalea post-partum è presente in quasi il 40% delle donne. I fattori di rischio per l'emicrania post-partum includono una precedente anamnesi di emicrania, un aumento della stanchezza e dello stress materno.
L'intensità dell'emicrania ha in genere un picco nella prima settimana post-partum, per poi tornare alla frequenza e al modello di emicrania precedente alla gravidanza.
Se è indispensabile una terapia farmacologica in una donna che allatta, è importante informarla che la maggior parte dei farmaci passa nel latte materno, esponendo i lattanti a possibili effetti indesiderati
Paracetamolo o ibuprofene sono gli analgesici di scelta per le donne che allattano.
Non sono disponibili molti dati su lattanti esposti a paracetamolo o ibuprofene attraverso l'allattamento; esiste tuttavia una lunga esperienza di utilizzo in bambini sani anche molto piccoli senza evidenze di rischi particolari
Alcune evidenze suggeriscono che FANS diversi dall'ibuprofene dovrebbero essere evitati (v. anche oltre).
Durante l’assunzione di paracetamolo e ibuprofene non c'è motivo di sospendere l'allattamento di un bambino sano, a condizione che, come in caso di non allattamento, il dosaggio sia controllato e si utilizzi la dose minima efficace per la durata più breve possibile.
I FANS, compreso l'ibuprofene, dovrebbero essere evitati dalle donne che allattano un bambino con segni di infezione o in cui l'uso di un FANS deve essere escluso.
Se è indispensabile una terapia farmacologica in una donna che allatta, è importante informarla che la maggior parte dei farmaci passa nel latte materno, esponendo i lattanti a possibili effetti indesiderati
Paracetamolo o ibuprofene sono gli analgesici di scelta per le donne che allattano.
Non sono disponibili molti dati su lattanti esposti a paracetamolo o ibuprofene attraverso l'allattamento; esiste tuttavia una lunga esperienza di utilizzo in bambini sani anche molto piccoli senza evidenze di rischi particolari
Alcune evidenze suggeriscono che FANS diversi dall'ibuprofene dovrebbero essere evitati (v. anche oltre).
Durante l’assunzione di paracetamolo e ibuprofene non c'è motivo di sospendere l'allattamento di un bambino sano, a condizione che, come in caso di non allattamento, il dosaggio sia controllato e si utilizzi la dose minima efficace per la durata più breve possibile.
I FANS, compreso l'ibuprofene, dovrebbero essere evitati dalle donne che allattano un bambino con segni di infezione o in cui l'uso di un FANS deve essere escluso.
Grazie alla breve emivita di eliminazione del paracetamolo e dell'ibuprofene nella madre, dell'ordine di 1 - 3 ore, una singola dose assunta subito dopo la poppata limita l'esposizione del bambino durante la poppata successiva.
Sumatriptan - Alcuni autori hanno suggerito che l'interruzione dell'allattamento al seno per 8 ore dopo una singola iniezione sottocutanea eliminerebbe virtualmente l'esposizione del lattante.
La scheda tecnica italiana informa che “l’esposizione dei lattanti al farmaco può essere ridotta al minimo evitando l’allattamento al seno durante le 12 ore successive al trattamento, durante tale periodo la quantità di latte materno prodotta deve essere eliminata.”
I lattanti esposti al sumatriptan possono avere effetti collaterali serotoninergici, tra cui disturbi digestivi, in particolare diarrea e nausea; disturbi neuropsicologici, in particolare disturbi del sonno, incubi e tremori; e manifestazioni cardiovascolari, in particolare sintomi associati a vasocostrizione, aumenti transitori della pressione arteriosa e disturbi del ritmo cardiaco.
Anche se la biodisponibilità del sumatriptan per via orale o nasale è molto più bassa di quella per via sottocutanea e la sua eliminazione è rapida, ciò non esclude la possibilità di effetti avversi per i lattanti. Quando è possibile, è prudente assumere il sumatriptan subito dopo la poppata, ed eliminare il latte durante il periodo di eliminazione del sumatriptan, circa 12 ore (~5-7 emivite).
Farmaci non consigliati durante l’allattamento
I consulenti della rivista Prescrire non consigliano l’utilizzo di alcuni principi attivi spesso utilizzati per la terapia sintomatica della crisi emicranica.
Sumatriptan - Alcuni autori hanno suggerito che l'interruzione dell'allattamento al seno per 8 ore dopo una singola iniezione sottocutanea eliminerebbe virtualmente l'esposizione del lattante.
La scheda tecnica italiana informa che “l’esposizione dei lattanti al farmaco può essere ridotta al minimo evitando l’allattamento al seno durante le 12 ore successive al trattamento, durante tale periodo la quantità di latte materno prodotta deve essere eliminata.”
I lattanti esposti al sumatriptan possono avere effetti collaterali serotoninergici, tra cui disturbi digestivi, in particolare diarrea e nausea; disturbi neuropsicologici, in particolare disturbi del sonno, incubi e tremori; e manifestazioni cardiovascolari, in particolare sintomi associati a vasocostrizione, aumenti transitori della pressione arteriosa e disturbi del ritmo cardiaco.
Anche se la biodisponibilità del sumatriptan per via orale o nasale è molto più bassa di quella per via sottocutanea e la sua eliminazione è rapida, ciò non esclude la possibilità di effetti avversi per i lattanti. Quando è possibile, è prudente assumere il sumatriptan subito dopo la poppata, ed eliminare il latte durante il periodo di eliminazione del sumatriptan, circa 12 ore (~5-7 emivite).
Farmaci non consigliati durante l’allattamento
I consulenti della rivista Prescrire non consigliano l’utilizzo di alcuni principi attivi spesso utilizzati per la terapia sintomatica della crisi emicranica.
- Metoclopramide: è un neurolettico che può avere effetti avversi quali sedazione, effetti extrapiramidali (tremori, discinesie) alterazioni della termoregolazione. Da scheda tecnica è indicata solo a partire da 1 anno di età solo per la prevenzione di nausea e vomito ritardati indotti da chemioterapia. La metoclopramide ha un assorbimento rapido e biodisponibilità dell’80% per via orale e il lattante riceverebbe circa il 10% della dose.
- Oppioidi: sono solo moderatamente efficaci come terapia per le crisi di emicrania e possono causare cefalee da abuso di analgesici. Gli oppioidi espongono i lattanti a depressioni respiratorie e disturbi neuropsicologici. Codeina e tramadolo devono essere evitati durante l'allattamento perché il loro metabolismo si basa sul CYP2D6, che presenta diverse varianti genetiche, con grande variabilità interindividuale del metabolismo di madri e bambini. Se è indispensabile optare per un oppioide, è consigliata la morfina sospendendo l'allattamento per tutta la durata del trattamento e fino alla completa eliminazione della morfina (tra le 14 e le 28 ore).
- Ergotamina / diidroergotamina (Cafergot°): può ridurre la prolattina sierica e causare una diminuzione della produzione di latte. Inoltre espone a effetti vasocostrittivi come parestesie, cianosi, disturbi digestivi, convulsioni.
- Domperidone: è un neurolettico che allunga l’intervallo QT ed espone ad aritmie e morti improvvise. La scheda tecnica, pur ammettendo che i lattanti riceverebbero solo circa lo 0,1% della dose, non esclude la possibilità di effetti avversi cardiaci e lascia al prescrittore la decisione se sospendere l’allattamento.
- FANS diversi dall’ibuprofene: per l'aspirina a dosaggio analgesico sono note segnalazioni di acidosi metabolica nei lattanti e, inoltre, potrebbe predisporli alla sindrome di Reye. Il naprossene (a lunga emivita) potrebbe causare un prolungamento del tempo di sanguinamento, trombocitopenia e anemia acuta nei lattanti. L'uso di ketorolac durante l'allattamento è alquanto discutibile a causa del suo potente effetto antiaggregante, soprattutto in forma iniettiva.
Headache during pregnancy and postpartum
UpToDate - last updated: Apr 02, 2024
Allaitement maternel et médicaments de la migraine
La revue Prescrire 2024 mai;44(487):360-365
Managing migraine in pregnancy and breastfeeding.
Prog Brain Res. 2020;255:275-309
Migraine Drug Therapy During Breastfeeding.
Breastfeed Med. 2019 Sep;14(7):445-447
LactMed Database
Database della National Library of Medicine statunitense dedicato agli effetti dei farmaci utilizzati durante l'allattamento
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