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556 - Terapia con statine e aumento del rischio di diabete

È ormai noto che la terapia con statine aumenta il rischio di sviluppare un diabete di tipo 2. Una metanalisi ha valutato l'entità di questo rischio. [Lettura 4 min]

Si stima che per ogni 100-250 persone trattate con statine per 2-5 anni, una persona in più svilupperà un diabete attribuibile all'assunzione della statina.

È stata da poco pubblicato una metanalisi condotta per valutare l’aumento del rischio di diabete di tipo 2 nei pazienti trattati con statine.

Nella metanalisi sono stati inclusi 19 studi randomizzati controllati sulla terapia con statine, che hanno coinvolto oltre 123.000 partecipanti e con un follow-up mediano di 4,3 anni.

Tutti gli studi randomizzati e controllati in doppio cieco sulla terapia con statine avevano un follow-up di almeno 2 anni e con almeno 1.000 partecipanti.

La metanalisi ha valutato gli effetti della terapia con statine sul diabete di nuova insorgenza e sul peggioramento del compenso glicemico nei diabetici.

I dati includevano la tempistica degli eventi, le terapie farmacologiche, le misurazioni fisiche, le comorbidità e i risultati di laboratorio.

L'analisi si è concentrata sugli eventi avversi correlati al diabete, sull'uso di farmaci ipoglicemizzanti e sulle glicemie a digiuno.

Al momento dell'assegnazione a un gruppo di trattamento, lo studio ha definito il diabete al basale come anamnesi registrata di diabete, evento avverso del diabete, uso di farmaci ipoglicemizzanti o misurazioni specifiche di glicemia o HbA1c .

Il diabete di nuova insorgenza è stato definito come prima registrazione, dopo l'assegnazione del partecipante a un gruppo di trattamento,
  • di un evento avverso del diabete,
  • dell'uso di ipoglicemizzanti o
  • di almeno due glicemie a digiuno ≥7,0 mmol/L o
  • di glicemie casuali ≥11,1 mmol/L, o valori di HbA1c ≥6,5%.
Nell'analisi dei dati sono state incluse diverse variabili: età basale, sesso, BMI, trigliceridemia, eGFR, colesterolo HDL e glicemia.

Tra tutti i partecipanti, il 18% aveva una storia nota di diabete al momento della randomizzazione, e un ulteriore 2% rispondeva alla definizione di diabete al basale.

I principali risultati sono stati i seguenti.
  • L'incidenza di diabete di nuova insorgenza era lievemente maggiore (ma in modo statisticamente significativo) con le statine a bassa-moderata intensità rispetto al placebo (1,3% vs. 1,2% all'anno).
  • Rispetto alle statine a bassa o moderata intensità, il rischio di diabete di nuova insorgenza era più consistente con statine ad alta intensità rispetto al placebo (4,8% vs. 3,5% annuo).
  • Il diabete di nuova insorgenza era diagnosticato più spesso in pazienti con HbA1c basale a livelli di prediabete, rispetto ai pazienti con HbA1c inferiore.
In parte, la variabilità dell'incidenza del diabete tra i diversi studi riflette la frequenza con cui l'HbA1c è stata misurata durante il follow-up.

Nei pazienti con diabete noto al basale, si è osservato un leggero peggioramento del compenso glicemico con la terapia con statine rispetto al placebo.


 In pratica - Lo studio ha confermato che la terapia con statine è associata, con un effetto dose-dipendente, a un aumento del rischio di diabete di nuova insorgenza e al peggioramento della glicemia nei partecipanti senza diabete in anamnesi.

Questi risultati suggeriscono che la terapia con statine può avere un impatto significativo sul metabolismo glicemico, soprattutto in soggetti senza storia di diabete, ed evidenziano la necessità di un attento monitoraggio della glicemia nei pazienti a cui si prescrivono statine.

Quali sono le implicazioni cliniche?

È improbabile che questa alterazione del metabolismo glicidico superi i benefici cardiovascolari delle statine.

Come sottolineano gli autori, la diminuzione, indotta dalle statine, dell'incidenza assoluta annuale di esiti cardiovascolari pericolosi per la vita, in soggetti ad alto rischio, supera nettamente l'aumento dell'incidenza assoluta di diabete di tipo 2 di 0.1-1.3% all'anno.

Lo studio evidenzia, però, l'importanza di una terapia olistica: dato che i soggetti a maggior rischio di esiti cardiovascolari sono anche a rischio di diabete di tipo 2, qualsiasi prescrizione di una statina dovrebbe essere accompagnata dalla promozione di strategie utili a prevenire o ritardare il diabete, come la riduzione del peso e l'aumento dell'attività fisica.

Questi risultati sottolineano l'importanza di un'attenzione costante agli effetti avversi, anche con le terapie preventive più vantaggiose e di successo.

Il vantaggio della terapia con statine in prevenzione secondaria e probabilmente in prevenzione primaria in soggetti ad alto rischio, inoltre, è probabilmente discutibile in prevenzione primaria in pazienti con indicazioni borderline per la terapia con statine.


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💊 Altri post in tema

495 - Statine e rischio di diabete
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Effects of statin therapy on diagnoses of new-onset diabetes and worsening glycaemia in large-scale randomised blinded statin trials: an individual participant data meta-analysis.
Lancet Diabetes Endocrinol. 2024 May;12(5):306-319 

How clinically relevant is statin-induced diabetes?
Lancet Diabetes Endocrinol. 2024 May;12(5):286-287 
Gilberto Lacchia - Pubblicato 15/02/2024 - Aggiornato 15/02/2024

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