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554 - Anziani e interazioni farmacologiche

Pazienti sempre più anziani che assumono sempre più farmaci: un cocktail pericoloso che aumenta il rischio di interazioni gravi. [Lettura 4 min]

L'invecchiamento della popolazione negli ultimi decenni ha comportato un aumento delle prescrizioni di farmaci, accompagnato da un incremento del numero di medicinali disponibili.

Di conseguenza, il numero di soggetti in politerapia (uso concomitante di cinque o più farmaci) è in costante aumento, con una crescente esposizione a interazioni farmaco-farmaco (DDI, Drug-Drug Interaction).

In Italia il 68,1% dei soggetti di età ≥65 anni ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diversi principi attivi nel corso del 2022 e più di un soggetto su 4 (28,6%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi (rapporto OsMed 2022).

La probabilità che queste politerapie contengano farmaci controindicati in associazione aumenta di conseguenza.

Un'analisi francese su un campione di 7 milioni di prescrizioni ha dimostrato che le prescrizioni concomitanti di farmaci controindicati in associazione erano tra 140.000 e 500.000 ogni trimestre in Francia.

La situazione italiana è forse più preoccupante, se consideriamo che solo circa il 25% degli anziani francesi assume 5 o più principi attivi e solo il 2,4% almeno 10 principi attivi.

Mentre l'esposizione alle DDI è ben documentata, sono minori gli studi sulle loro conseguenze sulla salute della popolazione.

Nell'aprile 2023 è stato pubblicato uno studio su larga scala condotto per stimare il rischio di ricovero associato alle DDI a livello di popolazione.

Lo studio ha cercato di stimare il rischio di ricovero d'urgenza associato all'esposizione all'uso concomitante controindicato di farmaci interagenti nella popolazione generale e di valutarne il potenziale impatto sulla salute pubblica.

L'analisi dei dati è stata condotta su una coorte di 150.000 soggetti scelti in modo casuale dal database dell'assicurazione sanitaria nazionale francese, nel periodo compreso tra il 01/01/2016 e il 31/12/2016.

L’età media del campione era 70 anni (53-82) e il 60% circa erano donne.

L'esposizione contemporanea a farmaci controindicati in associazione è stata definita dal periodo di sovrapposizione di erogazioni di farmaci controindicati a causa di interazioni farmaco-farmaco clinicamente significative.

In questo periodo di 12 mesi, sono risultati 976 pazienti (0,6%) ai quali erano stati dispensati farmaci contenenti almeno una combinazione controindicata.

Di questi, 177 (18%) sono stati ricoverati in pronto soccorso, il che corrisponde a un aumento del rischio di 2,5 volte rispetto ai pazienti non esposti ad associazioni di farmaci controindicati.

Questi dati si traducono in circa 7.000 (4.500-8.900) ricoveri ospedalieri potenzialmente evitabili in Francia in un anno.

L'esposizione alle DDI riguardava principalmente un numero limitato di classi di farmaci, la maggior parte dei quali sono controindicati in associazione a causa del rischio noto di aumento dell'intervallo QT (LQTS).

Le associazioni controindicate più frequentemente coinvolte sono state:
  • escitalopram-idrossizina (Atarax°) (15%)
  • bisoprololo-flecainide (14%).
Per classe terapeutica, le associazioni più frequentemente coinvolte erano:
  • antidepressivi + ansiolitici
  • beta-bloccanti + antiaritmici di classe I e III
  • colchicina e macrolidi (8%)
  • antidepressivi + antipsicotici
  • antiaritmici + ansiolitici
  • statine + macrolidi
Gli antidepressivi, e soprattutto l'escitalopram, hanno contribuito notevolmente a questo carico di esposizione alle DDI con rischio di LQTS.

Il ruolo del citalopram era già stato evidenziato in una popolazione anziana di una coorte svedese.

Un altro motivo frequente di ricovero identificato è stato il sovradosaggio di farmaci, sia un sovradosaggio di antigottosi associato ai macrolidi, sia un sovradosaggio di antidislipidemici associato a macrolidi o altri inibitori del citocromo P450.

Nel complesso, questi risultati suggeriscono la necessità di prestare attenzione alla potenziale esistenza di DDI quando si prescrivono antidepressivi, in particolare citalopram ed escitalopram, macrolidi, antiaritmici, antipsicotici, statine o colchicina.

Il limite principale dello studio è l'assenza di dati sui motivi del ricovero.

Un altro dello studio è che non tiene conto dell'uso di farmaci disponibili senza prescrizione, o della prescrizione ritardata di 2 farmaci, il primo dei quali con lunga emivita e che potrebbe ancora comportare un rischio di interazione.



Drug-Drug Interactions and the Risk of Emergency Hospitalizations: A Nationwide Population-Based Study.
Drug Saf. 2023 May;46(5):449-456 

Rapporto OsMed





Gilberto Lacchia - Pubblicato 03/05/2024 - Aggiornato 03/05/2024 

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