I fluorochinolonici sono antibiotici utili ed efficaci, anche se con un profilo di effetti avversi pesante. La prescrizione va riservata a infezioni gravi e per le quali non ci siano alternative. [Lettura 5 min]
I fluorochinoloni costituiscono un gruppo relativamente omogeneo di antibiotici ad ampio spettro, generalmente efficaci nelle infezioni sistemiche.
Sono antibiotici critici, cioè farmaci con indicazioni ristretta che hanno un impatto maggiore sul microbiota digestivo e sulle resistenze batteriche.
Benché l'uso sconsiderato degli ultimi decenni abbia fatto aumentare le resistenze, sono potenzialmente attivi contro un gran numero di batteri patogeni (tabella).
L'utilizzo espone i pazienti a numerosi effetti avversi, alcuni gravi, per cui deve essere attentamente considerato e limitato a indicazioni validate.
Negli ultimi anni sono emersi anche effetti avversi di durata prolungata o irreversibili, che riducono il rapporto rischio-beneficio.
Non è quindi giustificata la prescrizione per trattare infezioni banali, per le quali ci sono altre alternative.
La loro eccellente biodisponibilità orale e la diffusione tissutale li rendono gli antibiotici di scelta per le infezioni difficili (p.es. le infezioni osteoarticolari, soprattutto quelle che coinvolgono materiale protesico).
Le agenzie regolatorie, come EMA e la britannica MHRA (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency) hanno ripetutamente raccomandato di evitare l'uso improprio di questi antibiotici.
Nel 2018 l’EMA ha raccomandato di non usare i fluorochinolonici:
Continuano ad avere un posto come terapia empirica di prima scelta nella pielonefrite acuta delle donne, se non sono stati assunti nei 6 mesi precedenti.
Nella pielonefrite semplice dovrebbero essere considerati solo dopo amoxicillina, cotrimoxazolo e amoxicillina/acido clavulanico, basandosi su un antibiogramma e per una durata di 7 giorni.
Negli uomini, una dose di ceftriaxone è preferibile come terapia empirica per la prostatite in cui il trattamento non può essere differito.
I fluorochinolonici possono ancora essere utilizzati per via orale; un'alternativa è il cotrimoxazolo. La terapia dovrebbe essere proseguita per 14 giorni.
Infezioni otorinolaringoiatriche e respiratorie - Per le sinusiti frontale, etmoidale e sfenoidale, i fluorochinolonici (levofloxacina) possono essere proposti nei casi di allergia ben documentata ai beta-lattamici, data la loro natura potenzialmente grave.
Per la polmonite acuta acquisita in comunità, la levofloxacina è indicata solo se non ci sono alternative nei pazienti con una grave allergia agli antibiotici beta-lattamici che non possono essere trattati con le cefalosporine.
Il trattamento è consigliato per 5 giorni se il paziente non è immunodepresso e il decorso è favorevole dopo 48 ore.
Per la legionellosi, i fluorochinolonici sono indicati solo in caso di forme gravi in terapia intensiva o in pazienti immunocompromessi, in monoterapia o in associazione a macrolidi, che rimangono gli antibiotici di prima scelta per le forme meno gravi.
Non sono indicati nel trattamento di faringiti, otiti o infezioni odontoiatriche.
Infezioni delle vie digerenti - I fluorochinolonici possono essere utilizzati per trattare le infezioni biliari come le colecistiti e le infezioni addominali (peritoniti, sigmoiditi, infezioni del liquido ascitico), solo se non è possibile utilizzare un beta-lattamico (allergia documentata) e sempre in associazione con metronidazolo.
Per la diarrea batterica acuta, quando è indicato un trattamento antibiotico empirico, sono considerati un'alternativa all'azitromicina.
Si raccomanda l'uso di molecole con spettro più ristretto e/o minore iatrogenicità (amoxicillina, cotrimoxazolo, ceftriaxone), in base all'antibiogramma.
Infezioni osteoarticolari - I fluorochinolonici continuano ad avere indicazione nel trattamento delle infezioni osteoarticolari, in particolare da stafilococco (in associazione a un altro antibiotico) o da gram-negativi.
Data la durata spesso prolungata del trattamento di queste infezioni, i pazienti dovrebbero beneficiare di un follow-up specialistico.
In pratica - I fluorochinolonici rimangono una famiglia di antibiotici molto utile, dato lo spettro di attività e le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche, in particolare per la somministrazione orale.
La restrizione delle indicazioni dei fluorochinolonici adottate a livello europeo sono coerenti, considerati anche gli effetti avversi evidenziati nel corso dei decenni e che pesano molto sul loro bilancio beneficio-rischio.
L'uso di questi antibiotici dovrebbe essere riservato alle situazioni in cui la loro efficacia fornisce un vantaggio clinico significativo rispetto ad altri antibiotici disponibili, che giustifichi l'esposizione dei pazienti a effetti avversi particolarmente gravi o invalidanti, a volte anche a distanza di tempo dalla loro assunzione.
Le loro indicazioni sono ora limitate alle infezioni in cui offrono un reale vantaggio terapeutico rispetto ad altre famiglie di antibiotici, come i beta-lattamici.
La loro eccellente biodisponibilità orale e la diffusione tissutale li rendono gli antibiotici di scelta per le infezioni difficili (p.es. le infezioni osteoarticolari, soprattutto quelle che coinvolgono materiale protesico).
Le agenzie regolatorie, come EMA e la britannica MHRA (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency) hanno ripetutamente raccomandato di evitare l'uso improprio di questi antibiotici.
Nel 2018 l’EMA ha raccomandato di non usare i fluorochinolonici:
- per trattare infezioni non gravi o che potrebbero migliorare senza trattamento (come quelle delle alte vie aeree);
- per la prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti delle basse vie urinarie;
- per trattare pazienti che hanno avuto in precedenza gravi effetti collaterali con un fluorochinolonico;
- per il trattamento di infezioni lievi o moderatamente gravi, a meno che non possano essere usati altri antibatterici comunemente raccomandati per queste infezioni.
Continuano ad avere un posto come terapia empirica di prima scelta nella pielonefrite acuta delle donne, se non sono stati assunti nei 6 mesi precedenti.
Nella pielonefrite semplice dovrebbero essere considerati solo dopo amoxicillina, cotrimoxazolo e amoxicillina/acido clavulanico, basandosi su un antibiogramma e per una durata di 7 giorni.
Negli uomini, una dose di ceftriaxone è preferibile come terapia empirica per la prostatite in cui il trattamento non può essere differito.
I fluorochinolonici possono ancora essere utilizzati per via orale; un'alternativa è il cotrimoxazolo. La terapia dovrebbe essere proseguita per 14 giorni.
Infezioni otorinolaringoiatriche e respiratorie - Per le sinusiti frontale, etmoidale e sfenoidale, i fluorochinolonici (levofloxacina) possono essere proposti nei casi di allergia ben documentata ai beta-lattamici, data la loro natura potenzialmente grave.
Per la polmonite acuta acquisita in comunità, la levofloxacina è indicata solo se non ci sono alternative nei pazienti con una grave allergia agli antibiotici beta-lattamici che non possono essere trattati con le cefalosporine.
Il trattamento è consigliato per 5 giorni se il paziente non è immunodepresso e il decorso è favorevole dopo 48 ore.
Per la legionellosi, i fluorochinolonici sono indicati solo in caso di forme gravi in terapia intensiva o in pazienti immunocompromessi, in monoterapia o in associazione a macrolidi, che rimangono gli antibiotici di prima scelta per le forme meno gravi.
Non sono indicati nel trattamento di faringiti, otiti o infezioni odontoiatriche.
Infezioni delle vie digerenti - I fluorochinolonici possono essere utilizzati per trattare le infezioni biliari come le colecistiti e le infezioni addominali (peritoniti, sigmoiditi, infezioni del liquido ascitico), solo se non è possibile utilizzare un beta-lattamico (allergia documentata) e sempre in associazione con metronidazolo.
Per la diarrea batterica acuta, quando è indicato un trattamento antibiotico empirico, sono considerati un'alternativa all'azitromicina.
Si raccomanda l'uso di molecole con spettro più ristretto e/o minore iatrogenicità (amoxicillina, cotrimoxazolo, ceftriaxone), in base all'antibiogramma.
Infezioni osteoarticolari - I fluorochinolonici continuano ad avere indicazione nel trattamento delle infezioni osteoarticolari, in particolare da stafilococco (in associazione a un altro antibiotico) o da gram-negativi.
Data la durata spesso prolungata del trattamento di queste infezioni, i pazienti dovrebbero beneficiare di un follow-up specialistico.
In pratica - I fluorochinolonici rimangono una famiglia di antibiotici molto utile, dato lo spettro di attività e le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche, in particolare per la somministrazione orale.
La restrizione delle indicazioni dei fluorochinolonici adottate a livello europeo sono coerenti, considerati anche gli effetti avversi evidenziati nel corso dei decenni e che pesano molto sul loro bilancio beneficio-rischio.
L'uso di questi antibiotici dovrebbe essere riservato alle situazioni in cui la loro efficacia fornisce un vantaggio clinico significativo rispetto ad altri antibiotici disponibili, che giustifichi l'esposizione dei pazienti a effetti avversi particolarmente gravi o invalidanti, a volte anche a distanza di tempo dalla loro assunzione.
Le loro indicazioni sono ora limitate alle infezioni in cui offrono un reale vantaggio terapeutico rispetto ad altre famiglie di antibiotici, come i beta-lattamici.
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