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La bronchite acuta è una condizione clinica comune, con esordio acuto e tosse persistente, con o senza produzione di espettorato. In genere si risolve senza terapia specifica in 1-3 settimane. I sintomi originano dall'infiammazione delle basse vie aeree e sono più frequentemente dovuti a un'infezione virale.
Il trattamento si concentra sull'educazione del paziente e sulla terapia sintomatica. Gli antibiotici non sono necessari nella grande maggioranza dei casi, ma sono largamente prescritti in modo inappropriato per questa patologia.
La bronchite acuta è un'infiammazione acuta di trachea e bronchi che si verifica in assenza di una broncopneumopatia cronica. È un’affezione comune, soprattutto in autunno e in inverno.
I virus sono i patogeni più comunemente identificati nei pazienti con bronchite acuta. Quelli più spesso identificati sono virus influenzale A e B, virus parainfluenzale, coronavirus tipo 1-3, rinovirus, virus respiratorio sinciziale, metapneumovirus umano.
I batteri rappresentavano solo il 6% dei casi in una casistica che ha valutato adulti ricoverati con bronchite acuta. I batteri più comunemente associati alla bronchite acuta sono Bordetella pertussis, Mycoplasma pneumoniae e Chlamydia pneumoniae.
La procalcitonina è un marcatore sierico che aiuta a distinguere le infezioni batteriche da altre cause di infezione o infiammazione. Non viene utilizzata di routine nella valutazione dei pazienti con una diagnosi clinica di bronchite, ma riservata ai casi in cui vi sia incertezza diagnostica e non sia chiara la necessità di terapia antibiotica.
Nei pazienti anziani, l'assenza di febbre o tachicardia non è abbastanza specifica per escludere la polmonite. In questi pazienti e in quelli immunocompromessi, cardiopatici o istituzionalizzati è generalmente utile una radiografia del torace o una valutazione ecografica del torace.
In pazienti di età >75 anni, che potrebbero essere apiretici anche con una polmonite, una radiografia/ecografia del torace è indicata anche in caso di confusione mentale o alterazioni comportamentali.
Trattamento
Nella maggior parte dei pazienti, la bronchite acuta è una malattia autolimitantesi che non richiede esami diagnostici o trattamenti specifici.
Negli adulti senza patologie associate, con bronchite acuta, la tosse di solito scompare in 7-10 giorni senza complicanze, ma può persistere fino a 3 settimane.
Il fumo probabilmente prolunga la durata della tosse associata alle infezioni respiratorie acute.
La tosse è un riflesso fisiologico utile per liberare le vie aeree dal muco e dagli stimoli irritanti. Tuttavia, in alcuni pazienti è scarsamente tollerata, a causa della sua frequenza, del dolore o dei disturbi del sonno. In questi casi, a volte è utile un farmaco antitussivo.
È utile rassicurare i pazienti sul fatto che si tratta di una malattia autolimitantesi che in genere si risolve in 1-3 settimane senza terapia specifica. Ciò può contribuire a migliorare la soddisfazione dei pazienti e a ridurre l'uso inappropriato di antibiotici.
La terapia della maggior parte dei casi di bronchite acuta è sintomatica.
Per alleviare la tosse alcune opzioni sembrano essere efficaci, almeno come placebo, senza rischi significativi:
- miele;
- sciroppi di frutta semplice;
- tè a base di timo.
In luoghi particolarmente secchi può essere utile umidificare l'aria.
In caso di tosse, è preferibile non fumare ed evitare l'esposizione a sostanze irritanti, sia ambientali, sia professionali, come fumo passivo o altro.
In mancanza di meglio, il destrometorfano può essere usato con cautela quando la tosse rimane molto fastidiosa nonostante le misure non farmacologiche.
Gli effetti avversi degli antitussivi oppioidi comprendono nausea e vomito, stipsi, sonnolenza, depressione respiratoria e dipendenza.
Il destrometorfano ha anche un effetto serotoninergico che espone a sindrome serotoninergica se associato a un altro farmaco serotoninergico.
I segni clinici dell'overdose di destrometorfano sono quelli noti degli oppioidi: disturbi respiratori, disturbi di coscienza, coma, tachicardia, confusione mentale, depersonalizzazione, allucinazioni visive.
Negli adulti, il destrometorfano va assunto alla dose di 10-20 mg ogni 4 ore o 30 mg ogni 6-8 ore, senza superare i 120 mg al giorno.
Il salbutamolo è stato utilizzato anche nella tosse da bronchite acuta. I consulenti di UpToDate suggeriscono di limitare l'uso dei beta-agonisti per via inalatoria, riservandoli ai pazienti con sibili espiratori e una pneumopatia di base.
Quando una donna in gravidanza ha bisogno di un antitussivo, il destrometorfano non sembra esporre il feto a un rischio maggiore di malformazioni.
Se assunto poco prima del parto, tuttavia, espone il neonato agli effetti negativi degli oppioidi, soprattutto effetti sedativi, bradicardia, distress respiratorio e sindrome da astinenza.
Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per dolore e febbre durante la gravidanza, senza banalizzarne l'uso.
In caso di dolore o febbre, l'ibuprofene è un'opzione quando il paracetamolo è controindicato o non sufficiente.
In un contesto infettivo, l'uso dei FANS dovrebbe essere limitato a causa del rischio di peggiorare l'infezione.
I FANS, inoltre, dovrebbero essere evitati, anche come trattamento di breve durata, nelle donne che sono o potrebbero essere in gravidanza.
I consulenti di UpToDate consigliano di non utilizzare ibuprofene, corticosteroidi orali o rimedi erboristici per la tosse da bronchite acuta, sia per mancanza di efficacia sia per problemi di sicurezza. In studi randomizzati, sia l'ibuprofene che i corticosteroidi orali non si sono dimostrati più efficaci del placebo nel ridurre intensità o durata della tosse.
Acute bronchitis in adults
UpToDate - Topic last updated: Nov 22, 2022
Adults hospitalised with acute respiratory illness rarely have detectable bacteria in the absence of COPD or pneumonia; viral infection predominates in a large prospective UK sample.
J Infect. 2014 Nov;69(5):507-15
Bronchite aiguë chez un adulte
La revue Prescrire
Avril 2022
Gilberto Lacchia - Pubblicato 11/01/2023 - Aggiornato 11/01/2023
Il trattamento si concentra sull'educazione del paziente e sulla terapia sintomatica. Gli antibiotici non sono necessari nella grande maggioranza dei casi, ma sono largamente prescritti in modo inappropriato per questa patologia.
La bronchite acuta è un'infiammazione acuta di trachea e bronchi che si verifica in assenza di una broncopneumopatia cronica. È un’affezione comune, soprattutto in autunno e in inverno.
I virus sono i patogeni più comunemente identificati nei pazienti con bronchite acuta. Quelli più spesso identificati sono virus influenzale A e B, virus parainfluenzale, coronavirus tipo 1-3, rinovirus, virus respiratorio sinciziale, metapneumovirus umano.
I batteri rappresentavano solo il 6% dei casi in una casistica che ha valutato adulti ricoverati con bronchite acuta. I batteri più comunemente associati alla bronchite acuta sono Bordetella pertussis, Mycoplasma pneumoniae e Chlamydia pneumoniae.
Diagnosi
Nella maggior parte dei pazienti, la diagnosi può essere formulata basandosi su anamnesi ed esame obiettivo.
La tosse è il sintomo principale della bronchite acuta. Può persistere da 1 a 3 settimane, con una durata media di 18 giorni.
La tosse può essere associata alla produzione di espettorato purulento o meno. La presenza di espettorato purulento è un reperto aspecifico e non è predittivo di infezione batterica o di risposta agli antibiotici.
In alcuni pazienti è presente dolore toracico secondario allo sforzo muscolare di una tosse particolarmente intensa e prolungata.
La tosse è talvolta associata a disturbi respiratori e lieve dispnea. I rantoli bronchiali all'auscultazione di solito si attenuano dopo un episodio di tosse.
Talvolta è presente febbre all'inizio del decorso.
Diagnosi differenziale - Il decorso iniziale della bronchite acuta negli adulti è spesso simile a quello di un'infiammazione delle alte vie aeree come riniti o faringiti. La persistenza della tosse per più di una settimana suggerisce una bronchite acuta.
Può essere difficile distinguerla da una riacutizzazione asmatica: circa la metà dei pazienti con bronchite acuta presenta segni clinici transitori di iperreattività bronchiale, come rantoli sibilanti o test di funzionalità polmonare che dimostrano un’ostruzione.
Un test COVID è opportuno in una situazione epidemica.
Durante un episodio di bronchite acuta, la comparsa di nuovi segni clinici (come difficoltà di deglutizione, emoftoe, dolore toracico, edema delle mucose, comparsa o peggioramento di una dispnea) o la persistenza della tosse per più di 3 settimane dovrebbero indurre a considerare altre diagnosi, a seconda del contesto, quali:
Oppure patologie ancora più rare o gravi:
L’associazione dei seguenti segni clinici consente di escludere, nella maggior parte dei pazienti, una polmonite senza la necessità di una radiografia del torace:
- frequenza cardiaca <100/min;
- frequenza respiratoria <24/min;
- saturazione di ossigeno (SpO2) >95%
- temperatura <38°C;
- assenza di segni focali all'auscultazione polmonare (in particolare rantoli crepitanti).
Oltre ai dati clinici, il dosaggio della PCR aiuta a escludere la polmonite, che è improbabile con una PCR <20 mg/l.
Nella maggior parte dei pazienti, la diagnosi può essere formulata basandosi su anamnesi ed esame obiettivo.
La tosse è il sintomo principale della bronchite acuta. Può persistere da 1 a 3 settimane, con una durata media di 18 giorni.
La tosse può essere associata alla produzione di espettorato purulento o meno. La presenza di espettorato purulento è un reperto aspecifico e non è predittivo di infezione batterica o di risposta agli antibiotici.
In alcuni pazienti è presente dolore toracico secondario allo sforzo muscolare di una tosse particolarmente intensa e prolungata.
La tosse è talvolta associata a disturbi respiratori e lieve dispnea. I rantoli bronchiali all'auscultazione di solito si attenuano dopo un episodio di tosse.
Talvolta è presente febbre all'inizio del decorso.
Diagnosi differenziale - Il decorso iniziale della bronchite acuta negli adulti è spesso simile a quello di un'infiammazione delle alte vie aeree come riniti o faringiti. La persistenza della tosse per più di una settimana suggerisce una bronchite acuta.
Può essere difficile distinguerla da una riacutizzazione asmatica: circa la metà dei pazienti con bronchite acuta presenta segni clinici transitori di iperreattività bronchiale, come rantoli sibilanti o test di funzionalità polmonare che dimostrano un’ostruzione.
Un test COVID è opportuno in una situazione epidemica.
Durante un episodio di bronchite acuta, la comparsa di nuovi segni clinici (come difficoltà di deglutizione, emoftoe, dolore toracico, edema delle mucose, comparsa o peggioramento di una dispnea) o la persistenza della tosse per più di 3 settimane dovrebbero indurre a considerare altre diagnosi, a seconda del contesto, quali:
- bronchite cronica;
- asma;
- malattia da reflusso gastroesofageo;
- postnasal drip sindrome (può essere causata da rinite comune, rinite allergica, rinite vasomotoria, rinite postinfettiva, rinosinusite e/o da agenti irritanti ambientali)
- pertosse (parossismi di tosse accompagnati da sibilo inspiratorio o emesi post-tussiva);
- tosse indotta da farmaci (ACE-inibitori, meno frequentemente sartani).
Oppure patologie ancora più rare o gravi:
- tubercolosi;
- embolia polmonare;
- insufficienza cardiaca;
- sarcoidosi;
- cancro del polmone;
- bronchiectasie.
L’associazione dei seguenti segni clinici consente di escludere, nella maggior parte dei pazienti, una polmonite senza la necessità di una radiografia del torace:
- frequenza cardiaca <100/min;
- frequenza respiratoria <24/min;
- saturazione di ossigeno (SpO2) >95%
- temperatura <38°C;
- assenza di segni focali all'auscultazione polmonare (in particolare rantoli crepitanti).
Oltre ai dati clinici, il dosaggio della PCR aiuta a escludere la polmonite, che è improbabile con una PCR <20 mg/l.
La procalcitonina è un marcatore sierico che aiuta a distinguere le infezioni batteriche da altre cause di infezione o infiammazione. Non viene utilizzata di routine nella valutazione dei pazienti con una diagnosi clinica di bronchite, ma riservata ai casi in cui vi sia incertezza diagnostica e non sia chiara la necessità di terapia antibiotica.
Nei pazienti anziani, l'assenza di febbre o tachicardia non è abbastanza specifica per escludere la polmonite. In questi pazienti e in quelli immunocompromessi, cardiopatici o istituzionalizzati è generalmente utile una radiografia del torace o una valutazione ecografica del torace.
In pazienti di età >75 anni, che potrebbero essere apiretici anche con una polmonite, una radiografia/ecografia del torace è indicata anche in caso di confusione mentale o alterazioni comportamentali.
Trattamento
Nella maggior parte dei pazienti, la bronchite acuta è una malattia autolimitantesi che non richiede esami diagnostici o trattamenti specifici.
Negli adulti senza patologie associate, con bronchite acuta, la tosse di solito scompare in 7-10 giorni senza complicanze, ma può persistere fino a 3 settimane.
Il fumo probabilmente prolunga la durata della tosse associata alle infezioni respiratorie acute.
La tosse è un riflesso fisiologico utile per liberare le vie aeree dal muco e dagli stimoli irritanti. Tuttavia, in alcuni pazienti è scarsamente tollerata, a causa della sua frequenza, del dolore o dei disturbi del sonno. In questi casi, a volte è utile un farmaco antitussivo.
È utile rassicurare i pazienti sul fatto che si tratta di una malattia autolimitantesi che in genere si risolve in 1-3 settimane senza terapia specifica. Ciò può contribuire a migliorare la soddisfazione dei pazienti e a ridurre l'uso inappropriato di antibiotici.
La terapia della maggior parte dei casi di bronchite acuta è sintomatica.
Per alleviare la tosse alcune opzioni sembrano essere efficaci, almeno come placebo, senza rischi significativi:
- miele;
- sciroppi di frutta semplice;
- tè a base di timo.
In luoghi particolarmente secchi può essere utile umidificare l'aria.
In caso di tosse, è preferibile non fumare ed evitare l'esposizione a sostanze irritanti, sia ambientali, sia professionali, come fumo passivo o altro.
In mancanza di meglio, il destrometorfano può essere usato con cautela quando la tosse rimane molto fastidiosa nonostante le misure non farmacologiche.
Gli effetti avversi degli antitussivi oppioidi comprendono nausea e vomito, stipsi, sonnolenza, depressione respiratoria e dipendenza.
Il destrometorfano ha anche un effetto serotoninergico che espone a sindrome serotoninergica se associato a un altro farmaco serotoninergico.
I segni clinici dell'overdose di destrometorfano sono quelli noti degli oppioidi: disturbi respiratori, disturbi di coscienza, coma, tachicardia, confusione mentale, depersonalizzazione, allucinazioni visive.
Negli adulti, il destrometorfano va assunto alla dose di 10-20 mg ogni 4 ore o 30 mg ogni 6-8 ore, senza superare i 120 mg al giorno.
Il salbutamolo è stato utilizzato anche nella tosse da bronchite acuta. I consulenti di UpToDate suggeriscono di limitare l'uso dei beta-agonisti per via inalatoria, riservandoli ai pazienti con sibili espiratori e una pneumopatia di base.
Quando una donna in gravidanza ha bisogno di un antitussivo, il destrometorfano non sembra esporre il feto a un rischio maggiore di malformazioni.
Se assunto poco prima del parto, tuttavia, espone il neonato agli effetti negativi degli oppioidi, soprattutto effetti sedativi, bradicardia, distress respiratorio e sindrome da astinenza.
Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per dolore e febbre durante la gravidanza, senza banalizzarne l'uso.
In caso di dolore o febbre, l'ibuprofene è un'opzione quando il paracetamolo è controindicato o non sufficiente.
In un contesto infettivo, l'uso dei FANS dovrebbe essere limitato a causa del rischio di peggiorare l'infezione.
I FANS, inoltre, dovrebbero essere evitati, anche come trattamento di breve durata, nelle donne che sono o potrebbero essere in gravidanza.
I consulenti di UpToDate consigliano di non utilizzare ibuprofene, corticosteroidi orali o rimedi erboristici per la tosse da bronchite acuta, sia per mancanza di efficacia sia per problemi di sicurezza. In studi randomizzati, sia l'ibuprofene che i corticosteroidi orali non si sono dimostrati più efficaci del placebo nel ridurre intensità o durata della tosse.
Acute bronchitis in adults
UpToDate - Topic last updated: Nov 22, 2022
Adults hospitalised with acute respiratory illness rarely have detectable bacteria in the absence of COPD or pneumonia; viral infection predominates in a large prospective UK sample.
J Infect. 2014 Nov;69(5):507-15
Bronchite aiguë chez un adulte
La revue Prescrire
Avril 2022
Gilberto Lacchia - Pubblicato 11/01/2023 - Aggiornato 11/01/2023
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