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448 - Bronchite acuta nell’adulto

[Tempo di lettura: 10 min] 
La bronchite acuta è una condizione clinica comune, con esordio acuto e tosse persistente, con o senza produzione di espettorato. In genere si risolve senza terapia specifica in 1-3 settimane. I sintomi originano dall'infiammazione delle basse vie aeree e sono più frequentemente dovuti a un'infezione virale.
Il trattamento si concentra sull'educazione del paziente e sulla terapia sintomatica. Gli antibiotici non sono necessari nella grande maggioranza dei casi, ma sono largamente prescritti in modo inappropriato per questa patologia.

La bronchite acuta è un'infiammazione acuta di trachea e bronchi che si verifica in assenza di una broncopneumopatia cronica. È un’affezione comune, soprattutto in autunno e in inverno.

I virus sono i patogeni più comunemente identificati nei pazienti con bronchite acuta. Quelli più spesso identificati sono virus influenzale A e B, virus parainfluenzale, coronavirus tipo 1-3, rinovirus, virus respiratorio sinciziale, metapneumovirus umano.

I batteri rappresentavano solo il 6% dei casi in una casistica che ha valutato adulti ricoverati con bronchite acuta. I batteri più comunemente associati alla bronchite acuta sono Bordetella pertussis, Mycoplasma pneumoniae e Chlamydia pneumoniae.


Diagnosi
Nella maggior parte dei pazienti, la diagnosi può essere formulata basandosi su anamnesi ed esame obiettivo.

La tosse è il sintomo principale della bronchite acuta. Può persistere da 1 a 3 settimane, con una durata media di 18 giorni.

La tosse può essere associata alla produzione di espettorato purulento o meno. La presenza di espettorato purulento è un reperto aspecifico e non è predittivo di infezione batterica o di risposta agli antibiotici.

In alcuni pazienti è presente dolore toracico secondario allo sforzo muscolare di una tosse particolarmente intensa e prolungata.

La tosse è talvolta associata a disturbi respiratori e lieve dispnea. I rantoli bronchiali all'auscultazione di solito si attenuano dopo un episodio di tosse.

Talvolta è presente febbre all'inizio del decorso.

Diagnosi differenziale - Il decorso iniziale della bronchite acuta negli adulti è spesso simile a quello di un'infiammazione delle alte vie aeree come riniti o faringiti. La persistenza della tosse per più di una settimana suggerisce una bronchite acuta.

Può essere difficile distinguerla da una riacutizzazione asmatica: circa la metà dei pazienti con bronchite acuta presenta segni clinici transitori di iperreattività bronchiale, come rantoli sibilanti o test di funzionalità polmonare che dimostrano un’ostruzione.

Un test COVID è opportuno in una situazione epidemica.

Durante un episodio di bronchite acuta, la comparsa di nuovi segni clinici (come difficoltà di deglutizione, emoftoe, dolore toracico, edema delle mucose, comparsa o peggioramento di una dispnea) o la persistenza della tosse per più di 3 settimane dovrebbero indurre a considerare altre diagnosi, a seconda del contesto, quali:
  • bronchite cronica;
  • asma;
  • malattia da reflusso gastroesofageo;
  • postnasal drip sindrome (può essere causata da rinite comune, rinite allergica, rinite vasomotoria, rinite postinfettiva, rinosinusite e/o da agenti irritanti ambientali)
  • pertosse (parossismi di tosse accompagnati da sibilo inspiratorio o emesi post-tussiva);
  • tosse indotta da farmaci (ACE-inibitori, meno frequentemente sartani).

Oppure patologie ancora più rare o gravi:
  • tubercolosi;
  • embolia polmonare;
  • insufficienza cardiaca;
  • sarcoidosi;
  • cancro del polmone;
  • bronchiectasie.
Distinguere una bronchite acuta da una polmonite. Negli adulti con tosse comparsa di recente, la presenza di espettorato purulento non permette di distinguere una bronchite acuta da una polmonite.

L’associazione dei seguenti segni clinici consente di escludere, nella maggior parte dei pazienti, una polmonite senza la necessità di una radiografia del torace:
- frequenza cardiaca <100/min;
- frequenza respiratoria <24/min;
- saturazione di ossigeno (SpO2) >95%
- temperatura <38°C;
- assenza di segni focali all'auscultazione polmonare (in particolare rantoli crepitanti).

Oltre ai dati clinici, il dosaggio della PCR aiuta a escludere la polmonite, che è improbabile con una PCR <20 mg/l.

La procalcitonina è un marcatore sierico che aiuta a distinguere le infezioni batteriche da altre cause di infezione o infiammazione. Non viene utilizzata di routine nella valutazione dei pazienti con una diagnosi clinica di bronchite, ma riservata ai casi in cui vi sia incertezza diagnostica e non sia chiara la necessità di terapia antibiotica.

Nei pazienti anziani, l'assenza di febbre o tachicardia non è abbastanza specifica per escludere la polmonite. In questi pazienti e in quelli immunocompromessi, cardiopatici o istituzionalizzati è generalmente utile una radiografia del torace o una valutazione ecografica del torace.

In pazienti di età >75 anni, che potrebbero essere apiretici anche con una polmonite, una radiografia/ecografia del torace è indicata anche in caso di confusione mentale o alterazioni comportamentali.


Trattamento
Nella maggior parte dei pazienti, la bronchite acuta è una malattia autolimitantesi che non richiede esami diagnostici o trattamenti specifici.

Negli adulti senza patologie associate, con bronchite acuta, la tosse di solito scompare in 7-10 giorni senza complicanze, ma può persistere fino a 3 settimane.

Il fumo probabilmente prolunga la durata della tosse associata alle infezioni respiratorie acute.

La tosse è un riflesso fisiologico utile per liberare le vie aeree dal muco e dagli stimoli irritanti. Tuttavia, in alcuni pazienti è scarsamente tollerata, a causa della sua frequenza, del dolore o dei disturbi del sonno. In questi casi, a volte è utile un farmaco antitussivo.

È utile rassicurare i pazienti sul fatto che si tratta di una malattia autolimitantesi che in genere si risolve in 1-3 settimane senza terapia specifica. Ciò può contribuire a migliorare la soddisfazione dei pazienti e a ridurre l'uso inappropriato di antibiotici.

La terapia della maggior parte dei casi di bronchite acuta è sintomatica.

Per alleviare la tosse alcune opzioni sembrano essere efficaci, almeno come placebo, senza rischi significativi:
- miele;
- sciroppi di frutta semplice;
- tè a base di timo.

In luoghi particolarmente secchi può essere utile umidificare l'aria.

In caso di tosse, è preferibile non fumare ed evitare l'esposizione a sostanze irritanti, sia ambientali, sia professionali, come fumo passivo o altro.

In mancanza di meglio, il destrometorfano può essere usato con cautela quando la tosse rimane molto fastidiosa nonostante le misure non farmacologiche.

Gli effetti avversi degli antitussivi oppioidi comprendono nausea e vomito, stipsi, sonnolenza, depressione respiratoria e dipendenza.

Il destrometorfano ha anche un effetto serotoninergico che espone a sindrome serotoninergica se associato a un altro farmaco serotoninergico.

I segni clinici dell'overdose di destrometorfano sono quelli noti degli oppioidi: disturbi respiratori, disturbi di coscienza, coma, tachicardia, confusione mentale, depersonalizzazione, allucinazioni visive.

Negli adulti, il destrometorfano va assunto alla dose di 10-20 mg ogni 4 ore o 30 mg ogni 6-8 ore, senza superare i 120 mg al giorno.

Il salbutamolo è stato utilizzato anche nella tosse da bronchite acuta. I consulenti di UpToDate suggeriscono di limitare l'uso dei beta-agonisti per via inalatoria, riservandoli ai pazienti con sibili espiratori e una pneumopatia di base.

Quando una donna in gravidanza ha bisogno di un antitussivo, il destrometorfano non sembra esporre il feto a un rischio maggiore di malformazioni.

Se assunto poco prima del parto, tuttavia, espone il neonato agli effetti negativi degli oppioidi, soprattutto effetti sedativi, bradicardia, distress respiratorio e sindrome da astinenza.

Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per dolore e febbre durante la gravidanza, senza banalizzarne l'uso.

In caso di dolore o febbre, l'ibuprofene è un'opzione quando il paracetamolo è controindicato o non sufficiente.

In un contesto infettivo, l'uso dei FANS dovrebbe essere limitato a causa del rischio di peggiorare l'infezione.

I FANS, inoltre, dovrebbero essere evitati, anche come trattamento di breve durata, nelle donne che sono o potrebbero essere in gravidanza.

I consulenti di UpToDate consigliano di non utilizzare ibuprofene, corticosteroidi orali o rimedi erboristici per la tosse da bronchite acuta, sia per mancanza di efficacia sia per problemi di sicurezza. In studi randomizzati, sia l'ibuprofene che i corticosteroidi orali non si sono dimostrati più efficaci del placebo nel ridurre intensità o durata della tosse.





Acute bronchitis in adults
UpToDate - Topic last updated: Nov 22, 2022

Adults hospitalised with acute respiratory illness rarely have detectable bacteria in the absence of COPD or pneumonia; viral infection predominates in a large prospective UK sample.
J Infect. 2014 Nov;69(5):507-15

Bronchite aiguë chez un adulte
La revue Prescrire
Avril 2022





Gilberto Lacchia - Pubblicato 11/01/2023 - Aggiornato 11/01/2023

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