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Nei pazienti con fratture di arti o bacino, operati o meno, viene prescritta di routine la tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare. Un grande studio multicentrico ha stabilito che per la profilassi l’aspirina non è inferiore in termini di efficacia e sicurezza.
La trombosi venosa è una complicanza ben nota e potenzialmente fatale dopo un trauma ortopedico. Numerose linee guida raccomandano la tromboprofilassi per ridurre il rischio di morte e le complicanze associate al trombosi venosa dopo lesioni ortopediche traumatiche.
Non è tuttavia chiaro quale sia il farmaco ottimale.
I risultati di recenti studi e metanalisi suggeriscono che l'aspirina può essere un'efficace alternativa all'eparina a basso peso molecolare (EBPM) in pazienti sottoposti ad artroplastica totale, con un profilo di sicurezza più favorevole.
Le evidenze in pazienti con fratture, sottoposte o meno a terapia chirurgica, sono invece scarse.
Lo studio PREVENT CLOT (Prevention of Clot in Orthopaedic Trauma), condotto in 21 centri traumatologici statunitensi e canadesi, ha arruolato 12.000 pazienti ricoverati con fratture degli arti o del bacino trattate con terapia chirurgica o conservativa; sono stati esclusi i pazienti con fratture limitate alle mani o all'avampiede.
Lo studio aveva lo scopo di valutare se l'aspirina non fosse inferiore all'EBPM per quanto riguarda gli esiti tromboembolici nei pazienti con traumi ortopedici.
I pazienti sono stati randomizzati alla profilassi con aspirina (81 mg due volte al giorno) o enoxaparina (di solito 30 mg sottocute, due volte al giorno), dal giorno del ricovero. La durata della profilassi post-ospedaliera (mediana 21 giorni) è stata lasciata al giudizio del curante.
Il 62% dei pazienti erano maschi e l'età media era di 44 anni. Nell'88% dei casi erano interessati gli arti inferiori, nel 27% quelli superiori. Alcuni pazienti presentavano fratture in entrambe le sedi.
Gli esiti a 90 giorni sono stati i seguenti:
In pratica - I pazienti trattati con aspirina ed enoxaparina hanno avuto risultati simili in termini di efficacia e sicurezza.
L'incidenza leggermente maggiore di TVP distale con l'aspirina probabilmente non annulla il fatto che l'aspirina, poco costosa e per via orale, è più accettabile per la maggior parte dei pazienti.
È possibile che i risultati di questo studio influenzeranno future raccomandazioni di linee guida sulla profilassi tromboembolica in pazienti sottoposti a intervento chirurgico per fratture maggiori.
Resta da valutare se i risultati di questo studio possano essere trasferiti a pazienti più anziani, con un maggior numero di fattori di rischio per tromboembolia.
Aspirin or Low-Molecular-Weight Heparin for Thromboprophylaxis after a Fracture.
N Engl J Med. 2023 Jan 19;388(3):203-213
Gilberto Lacchia - Pubblicato 23/01/2023 - Aggiornato 23/01/2023
La trombosi venosa è una complicanza ben nota e potenzialmente fatale dopo un trauma ortopedico. Numerose linee guida raccomandano la tromboprofilassi per ridurre il rischio di morte e le complicanze associate al trombosi venosa dopo lesioni ortopediche traumatiche.
Non è tuttavia chiaro quale sia il farmaco ottimale.
I risultati di recenti studi e metanalisi suggeriscono che l'aspirina può essere un'efficace alternativa all'eparina a basso peso molecolare (EBPM) in pazienti sottoposti ad artroplastica totale, con un profilo di sicurezza più favorevole.
Le evidenze in pazienti con fratture, sottoposte o meno a terapia chirurgica, sono invece scarse.
Lo studio PREVENT CLOT (Prevention of Clot in Orthopaedic Trauma), condotto in 21 centri traumatologici statunitensi e canadesi, ha arruolato 12.000 pazienti ricoverati con fratture degli arti o del bacino trattate con terapia chirurgica o conservativa; sono stati esclusi i pazienti con fratture limitate alle mani o all'avampiede.
Lo studio aveva lo scopo di valutare se l'aspirina non fosse inferiore all'EBPM per quanto riguarda gli esiti tromboembolici nei pazienti con traumi ortopedici.
I pazienti sono stati randomizzati alla profilassi con aspirina (81 mg due volte al giorno) o enoxaparina (di solito 30 mg sottocute, due volte al giorno), dal giorno del ricovero. La durata della profilassi post-ospedaliera (mediana 21 giorni) è stata lasciata al giudizio del curante.
Il 62% dei pazienti erano maschi e l'età media era di 44 anni. Nell'88% dei casi erano interessati gli arti inferiori, nel 27% quelli superiori. Alcuni pazienti presentavano fratture in entrambe le sedi.
Gli esiti a 90 giorni sono stati i seguenti:
- La mortalità complessiva era simile nei gruppi trattati con aspirina o enoxaparina (0,78% vs 0,73%). Le cause di morte sono state embolie polmonari (4 casi con aspirina, 5 casi con EBPM), possibilmente correlate a embolia polmonare (18 vs 14) e poco probabilmente correlate a embolia polmonare (29 vs 31).
- L'incidenza di embolie polmonari non fatali era identica nei due gruppi (1,5%).
- La trombosi venosa profonda (TVP) si è verificata con frequenza significativamente maggiore con aspirina che con l'enoxaparina (2,5% vs 1,7%): la differenza era rappresentata dal maggior numero di TVP distali.
In pratica - I pazienti trattati con aspirina ed enoxaparina hanno avuto risultati simili in termini di efficacia e sicurezza.
L'incidenza leggermente maggiore di TVP distale con l'aspirina probabilmente non annulla il fatto che l'aspirina, poco costosa e per via orale, è più accettabile per la maggior parte dei pazienti.
È possibile che i risultati di questo studio influenzeranno future raccomandazioni di linee guida sulla profilassi tromboembolica in pazienti sottoposti a intervento chirurgico per fratture maggiori.
Resta da valutare se i risultati di questo studio possano essere trasferiti a pazienti più anziani, con un maggior numero di fattori di rischio per tromboembolia.
Aspirin or Low-Molecular-Weight Heparin for Thromboprophylaxis after a Fracture.
N Engl J Med. 2023 Jan 19;388(3):203-213
Gilberto Lacchia - Pubblicato 23/01/2023 - Aggiornato 23/01/2023
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