Passa ai contenuti principali

455 - Aspirina come tromboprofilassi in ortopedia

[Tempo di lettura: 4 min] 
Nei pazienti con fratture di arti o bacino, operati o meno, viene prescritta di routine la tromboprofilassi con eparina a basso peso molecolare. Un grande studio multicentrico ha stabilito che per la profilassi l’aspirina non è inferiore in termini di efficacia e sicurezza.

La trombosi venosa è una complicanza ben nota e potenzialmente fatale dopo un trauma ortopedico. Numerose linee guida raccomandano la tromboprofilassi per ridurre il rischio di morte e le complicanze associate al trombosi venosa dopo lesioni ortopediche traumatiche.

Non è tuttavia chiaro quale sia il farmaco ottimale.

I risultati di recenti studi e metanalisi suggeriscono che l'aspirina può essere un'efficace alternativa all'eparina a basso peso molecolare (EBPM) in pazienti sottoposti ad artroplastica totale, con un profilo di sicurezza più favorevole.

Le evidenze in pazienti con fratture, sottoposte o meno a terapia chirurgica, sono invece scarse.

Lo studio PREVENT CLOT (Prevention of Clot in Orthopaedic Trauma), condotto in 21 centri traumatologici statunitensi e canadesi, ha arruolato 12.000 pazienti ricoverati con fratture degli arti o del bacino trattate con terapia chirurgica o conservativa; sono stati esclusi i pazienti con fratture limitate alle mani o all'avampiede.

Lo studio aveva lo scopo di valutare se l'aspirina non fosse inferiore all'EBPM per quanto riguarda gli esiti tromboembolici nei pazienti con traumi ortopedici.

I pazienti sono stati randomizzati alla profilassi con aspirina (81 mg due volte al giorno) o enoxaparina (di solito 30 mg sottocute, due volte al giorno), dal giorno del ricovero. La durata della profilassi post-ospedaliera (mediana 21 giorni) è stata lasciata al giudizio del curante.

Il 62% dei pazienti erano maschi e l'età media era di 44 anni. Nell'88% dei casi erano interessati gli arti inferiori, nel 27% quelli superiori. Alcuni pazienti presentavano fratture in entrambe le sedi.

Gli esiti a 90 giorni sono stati i seguenti:
  • La mortalità complessiva era simile nei gruppi trattati con aspirina o enoxaparina (0,78% vs 0,73%). Le cause di morte sono state embolie polmonari (4 casi con aspirina, 5 casi con EBPM), possibilmente correlate a embolia polmonare (18 vs 14) e poco probabilmente correlate a embolia polmonare (29 vs 31).
  • L'incidenza di embolie polmonari non fatali era identica nei due gruppi (1,5%).
  • La trombosi venosa profonda (TVP) si è verificata con frequenza significativamente maggiore con aspirina che con l'enoxaparina (2,5% vs 1,7%): la differenza era rappresentata dal maggior numero di TVP distali.
Le emorragie gravi e le complicanze della ferita si sono verificate con una frequenza simile nei due gruppi.

In pratica - I pazienti trattati con aspirina ed enoxaparina hanno avuto risultati simili in termini di efficacia e sicurezza.

L'incidenza leggermente maggiore di TVP distale con l'aspirina probabilmente non annulla il fatto che l'aspirina, poco costosa e per via orale, è più accettabile per la maggior parte dei pazienti.

È possibile che i risultati di questo studio influenzeranno future raccomandazioni di linee guida sulla profilassi tromboembolica in pazienti sottoposti a intervento chirurgico per fratture maggiori.

Resta da valutare se i risultati di questo studio possano essere trasferiti a pazienti più anziani, con un maggior numero di fattori di rischio per tromboembolia.



Aspirin or Low-Molecular-Weight Heparin for Thromboprophylaxis after a Fracture.
N Engl J Med. 2023 Jan 19;388(3):203-213





Gilberto Lacchia - Pubblicato 23/01/2023 - Aggiornato 23/01/2023

Commenti

Post popolari in questo blog

101 - Interpretazione degli esami per l'assetto marziale

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se