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355 - Omega-3 in prevenzione cardiovascolare

[Tempo di lettura: 4 min] 
A fine 2018 l’EMA ha comunicato che i medicinali a base di acidi grassi omega-3 non erano più autorizzati per la prevenzione secondaria dopo un infarto miocardico. Altri studi randomizzati pubblicati in seguito confermano la mancanza di efficacia preventiva e l’aumento del rischio di fibrillazione atriale.

La maggior parte degli studi sugli acidi grassi omega-3, di solito associazioni di acido eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA), non sono riusciti a dimostrare riduzioni significative degli eventi cardiovascolari avversi, sia in prevenzione primaria sia secondaria.

A fine del 2020 sono stati pubblicati altri tre studi randomizzati che hanno confermato i risultati precedenti.

Uno studio internazionale ha incluso più di 13.000 pazienti con malattia cardiovascolare nota o ad alto rischio cardiovascolare, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL e trattati con statine.

Oltre alle terapie usuali, i soggetti venivano trattati con 4 g/d di una formulazione contenente EPA/DHA o con un placebo a base di olio di mais. A 42 mesi, l’endpoint composito cardiovascolare (morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, rivascolarizzazione coronarica o angina instabile con necessità di ricovero) si è verificato in circa il 12% di ciascun gruppo.

La fibrillazione atriale di nuova insorgenza era significativamente più comune nel gruppo trattato con omega-3 (2.2% vs. 1.3%).

Considerando l’aumento del rischio di fibrillazione atriale e la bassa probabilità di dimostrare un beneficio clinico con la prosecuzione dello studio, questo è stato interrotto prima del previsto e a tutti i partecipanti è stato raccomandato di sospendere il farmaco a base di acidi grassi omega-3.

In uno studio norvegese, 1000 pazienti anziani (età media 75 anni), con recente infarto miocardico, hanno ricevuto EPA/DHA (1.8 g/d) o placebo. A 2 anni, l'incidenza dell’endpoint composito (IMA non fatale, rivascolarizzazione non programmata, ictus, morte per tutte le cause, ricovero per scompenso cardiaco dopo 2 anni) si è verificato nel 21% circa dei pazienti di ciascun gruppo.

Ancora una volta, la FA di nuova insorgenza era più frequente nel gruppo omega-3 (7% vs. 4%).

In uno studio europeo, 2200 adulti anziani sani (età ≥70) sono stati randomizzati in 8 gruppi trattati con combinazioni di vitamina D3, EPA/DHA (1 g/d), esercizio fisico o nessun allenamento e placebo. Dopo 3 anni, l’assunzione di EPA/DHA non era associata ad alcun beneficio clinico.

In una recente metanalisi di 38 studi, i ricercatori concludevano che gli omega-3 potevano conferire modeste riduzioni di mortalità ed eventi coronarici. Questa conclusione era guidata pesantemente dallo studio REDUCE-IT, in cui veniva utilizzato solo EPA (4 g/d) in prevenzione secondaria, in una popolazione di pazienti trattati con statine e con ipertrigliceridemia.

Questa osservazione ha portato gli autori della metanalisi a suggerire che i potenziali benefici degli omega-3 risiedano principalmente nell'EPA da solo e non nell’associazione EPA/DHA.

Sia questa che un’altra metanalisi recentemente pubblicata dimostravano che gli omega-3 aumentano il rischio di fibrillazione atriale, in particolare a dosi >1 g al giorno. Anche nello stesso studio REDUCE-IT la fibrillazione atriale era più frequente nei pazienti trattati con EPA (3.1 vs 2.1%).

In pratica - Considerato che la maggior parte degli studi recenti sono stati negativi e che lo studio più convincente positivo (REDUCE-IT) è stato eseguito in una popolazione altamente selezionata, non sembra giustificato un ampio uso di acidi omega-3 in prevenzione primaria e secondaria.





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Effect of High-Dose Omega-3 Fatty Acids vs Corn Oil on Major Adverse Cardiovascular Events in Patients at High Cardiovascular Risk: The STRENGTH Randomized Clinical Trial.
JAMA. 2020 Dec 8;324(22):2268-2280

Effects of n-3 Fatty Acid Supplements in Elderly Patients After Myocardial Infarction: A Randomized, Controlled Trial.
Circulation. 2021 Feb 9;143(6):528-539

 Effect of Vitamin D Supplementation, Omega-3 Fatty Acid Supplementation, or a Strength-Training Exercise Program on Clinical Outcomes in Older Adults: The DO-HEALTH Randomized Clinical Trial.
JAMA. 2020 Nov 10;324(18):1855-1868

Cardiovascular Risk Reduction with Icosapent Ethyl for Hypertriglyceridemia.
N Engl J Med. 2019 Jan 3;380(1):11-22

Effect of Long-Term Marine ɷ-3 Fatty Acids Supplementation on the Risk of Atrial Fibrillation in Randomized Controlled Trials of Cardiovascular Outcomes: A Systematic Review and Meta-Analysis.
Circulation. 2021 Dec 21;144(25):1981-1990





Gilberto Lacchia - Pubblicato 05/01/2022 - Aggiornato 05/01/2022

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