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È noto da anni che le statine aumentano il rischio di sviluppare un diabete. Uno studio statunitense ha valutato il possibile effetto di questi farmaci sulla progressione del diabete e sulla necessità di intensificare la terapia per ottenere un controllo adeguato.
È noto da alcuni anni che la terapia con statine aumenta il rischio di diabete. Diverse metanalisi pubblicate negli ultimi dieci anni hanno dimostrato che l’uso di statine a intensità moderata ed elevata aumenta il rischio relativo di diabete, rispettivamente di circa il 10% e il 20%, interessando circa 1 soggetto su 100 in terapia per 5 anni.
I meccanismi con cui le statine aumentano la resistenza insulinica e la glicemia non sono chiari. Il rischio di diabete sembra essere un effetto di classe, anche se forse la pravastatina ha un minor impatto su questo rischio.
Sono stati identificati alcuni meccanismi potenziali con cui le statine possono causare una disfunzione delle cellule β pancreatiche e resistenza insulinica, ma la maggior parte degli studi riguarda osservazioni in vitro.
Uno studio retrospettivo pubblicato su JAMA Internal Medicine ha valutato l’impatto della terapia con statine sul controllo e la progressione della malattia diabetica.
I ricercatori della U.S. Veterans Affairs hanno confrontato la progressione del diabete in circa 83.000 diabetici che hanno iniziato la terapia con statine e 83.000 diabetici che non assumevano statine.
Gli utilizzatori delle statine, di età superiore ai 30 anni, sono stati seguiti in media per 5,3 anni. Il gruppo degli utilizzatori di statine era composto da pazienti che avevano iniziato la terapia con le statine tra il 2003 e il 2015.
La progressione del diabete era definita da: necessità di intensificare la terapia, comparsa di iperglicemia persistente (≥5 misurazioni con glicemia ≥200 mg/dL) o complicanze glicemiche acute (chetoacidosi, crisi iperglicemiche).
Una progressione si è verificata in una percentuale significativamente maggiore negli utilizzatori di statine (56%) rispetto ai controlli (48%).
Gli utilizzatori di statine avevano una probabilità significativamente maggiore di richiedere un aumento del numero di ipoglicemizzanti (51% vs. 43%), di iniziare la terapia insulinica (14% vs. 13%), di avere un’iperglicemia persistente (17% vs. 15%) o un’iperglicemia non controllata o chetoacidosi (5% vs. 4%).
L'analisi secondaria ha mostrato un effetto dose-dipendente: la riduzione più marcata del colesterolo LDL si associava a una maggiore progressione del diabete.
Anche se la differenza media tra glicemia durante il follow-up e glicemia basale tra utilizzatori di statine rispetto ai non utilizzatori era modesta, si osservava una significativa intensificazione della terapia antidiabetica che non corrispondeva a migliori risultati clinici.
Questo costo metabolico delle statine non viene misurato dagli studi randomizzati, che invece si concentrano soprattutto sui benefici cardiovascolari.
Tra i pazienti di questo studio, dal 2009 al 2015 le visite annuali al pronto soccorso per crisi iperglicemiche sono quasi raddoppiate, il numero dei ricoveri è aumentato del 73% e i relativi decessi sono aumentati del 55%.
Il 61.5% dei pazienti di questo studio assumeva statine: i valori di emoglobina glicata avevano un valore predittivo maggiore del colesterolo LDL sul rischio di morte da qualsiasi causa.
In pratica - La progressione del diabete ha effetti a lungo termine sulla qualità di vita e sul peso del trattamento, che meritano di essere presi in considerazione quando si valuta il profilo di rischio-beneficio complessivo, soprattutto se le statine sono usate in prevenzione primaria (in questo studio, al basale, il 77% circa della coorte non aveva patologie cardiovascolari note).
Questi dati potrebbero indurre a valutare la prescrizione della statina ai diabetici soppesando rischi e benefici e non come semplice automatismo.
Nei soggetti in terapia con statine la progressione del diabete andrebbe monitorata con attenzione.
Association of Statin Therapy Initiation With Diabetes Progression: A Retrospective Matched-Cohort Study.
JAMA Intern Med. 2021 Oct 4.
Diabetogenic Action of Statins: Mechanisms.
Curr Atheroscler Rep. 2019 Apr 30;21(6):23
Statin use and risk of new-onset diabetes: A meta-analysis of observational studies.
Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2017 May;27(5):396-406
Statins and risk of incident diabetes: a collaborative meta-analysis of randomised statin trials.
Lancet. 2010 Feb 27;375(9716):735-42
Gilberto Lacchia - Pubblicato 15/10/2021 - Aggiornato 15/10/2021
È noto da alcuni anni che la terapia con statine aumenta il rischio di diabete. Diverse metanalisi pubblicate negli ultimi dieci anni hanno dimostrato che l’uso di statine a intensità moderata ed elevata aumenta il rischio relativo di diabete, rispettivamente di circa il 10% e il 20%, interessando circa 1 soggetto su 100 in terapia per 5 anni.
I meccanismi con cui le statine aumentano la resistenza insulinica e la glicemia non sono chiari. Il rischio di diabete sembra essere un effetto di classe, anche se forse la pravastatina ha un minor impatto su questo rischio.
Sono stati identificati alcuni meccanismi potenziali con cui le statine possono causare una disfunzione delle cellule β pancreatiche e resistenza insulinica, ma la maggior parte degli studi riguarda osservazioni in vitro.
Uno studio retrospettivo pubblicato su JAMA Internal Medicine ha valutato l’impatto della terapia con statine sul controllo e la progressione della malattia diabetica.
I ricercatori della U.S. Veterans Affairs hanno confrontato la progressione del diabete in circa 83.000 diabetici che hanno iniziato la terapia con statine e 83.000 diabetici che non assumevano statine.
Gli utilizzatori delle statine, di età superiore ai 30 anni, sono stati seguiti in media per 5,3 anni. Il gruppo degli utilizzatori di statine era composto da pazienti che avevano iniziato la terapia con le statine tra il 2003 e il 2015.
La progressione del diabete era definita da: necessità di intensificare la terapia, comparsa di iperglicemia persistente (≥5 misurazioni con glicemia ≥200 mg/dL) o complicanze glicemiche acute (chetoacidosi, crisi iperglicemiche).
Una progressione si è verificata in una percentuale significativamente maggiore negli utilizzatori di statine (56%) rispetto ai controlli (48%).
Gli utilizzatori di statine avevano una probabilità significativamente maggiore di richiedere un aumento del numero di ipoglicemizzanti (51% vs. 43%), di iniziare la terapia insulinica (14% vs. 13%), di avere un’iperglicemia persistente (17% vs. 15%) o un’iperglicemia non controllata o chetoacidosi (5% vs. 4%).
L'analisi secondaria ha mostrato un effetto dose-dipendente: la riduzione più marcata del colesterolo LDL si associava a una maggiore progressione del diabete.
Anche se la differenza media tra glicemia durante il follow-up e glicemia basale tra utilizzatori di statine rispetto ai non utilizzatori era modesta, si osservava una significativa intensificazione della terapia antidiabetica che non corrispondeva a migliori risultati clinici.
Questo costo metabolico delle statine non viene misurato dagli studi randomizzati, che invece si concentrano soprattutto sui benefici cardiovascolari.
Tra i pazienti di questo studio, dal 2009 al 2015 le visite annuali al pronto soccorso per crisi iperglicemiche sono quasi raddoppiate, il numero dei ricoveri è aumentato del 73% e i relativi decessi sono aumentati del 55%.
Il 61.5% dei pazienti di questo studio assumeva statine: i valori di emoglobina glicata avevano un valore predittivo maggiore del colesterolo LDL sul rischio di morte da qualsiasi causa.
In pratica - La progressione del diabete ha effetti a lungo termine sulla qualità di vita e sul peso del trattamento, che meritano di essere presi in considerazione quando si valuta il profilo di rischio-beneficio complessivo, soprattutto se le statine sono usate in prevenzione primaria (in questo studio, al basale, il 77% circa della coorte non aveva patologie cardiovascolari note).
Questi dati potrebbero indurre a valutare la prescrizione della statina ai diabetici soppesando rischi e benefici e non come semplice automatismo.
Nei soggetti in terapia con statine la progressione del diabete andrebbe monitorata con attenzione.
Association of Statin Therapy Initiation With Diabetes Progression: A Retrospective Matched-Cohort Study.
JAMA Intern Med. 2021 Oct 4.
Diabetogenic Action of Statins: Mechanisms.
Curr Atheroscler Rep. 2019 Apr 30;21(6):23
Statin use and risk of new-onset diabetes: A meta-analysis of observational studies.
Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2017 May;27(5):396-406
Statins and risk of incident diabetes: a collaborative meta-analysis of randomised statin trials.
Lancet. 2010 Feb 27;375(9716):735-42
Gilberto Lacchia - Pubblicato 15/10/2021 - Aggiornato 15/10/2021
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