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Il selenio è un oligoelemento implicato in diversi processi biologici, utilizzato da enzimi antiossidanti. Ha probabilmente un ruolo nella funzione immunitaria, nella sintesi degli ormoni tiroidei e ne è stata ipotizzata una funzione protettiva sullo sviluppo di alcuni tumori maligni.
Negli alimenti il selenio è presente principalmente sotto forma di due aminoacidi contenenti selenio: selenocisteina e selenometionina. Le forme inorganiche sono usate negli integratori.
Buone fonti di selenio sono frutti di mare, rene, fegato e carne. L'acqua potabile di solito contiene poco selenio. Il contenuto in cereali e semi è variabile e dipende dal contenuto di selenio del suolo e dalla forma chimica in cui è presente.
L'intervallo ottimale di assunzione alimentare raccomandata di selenio è stretto: le dosi potenzialmente tossiche sono vicine a quelle raccomandate.
L'integrazione può essere utile in soggetti con basso apporto di selenio documentato, ma dannosa in caso di apporto normale o elevato con la dieta.
Apporto alimentare raccomandato - L'apporto giornaliero raccomandato di selenio va da circa 20 mcg/d in lattanti e bambini piccoli, ai 55 mcg/d negli adulti, fino a 60-70 mcg/d in gravidanza e allattamento (Società Italiana di Nutrizione Umana, SINU, 2014).
Il selenio alimentare ha una elevata biodisponibilità. La selenometionina è attivamente assorbita nell'intestino tenue attraverso la via di assorbimento della metionina. La via di assorbimento della selenocisteina è sconosciuta. Il selenio inorganico (integratori) è assorbito passivamente nel duodeno.
Negli alimenti il selenio è presente principalmente sotto forma di due aminoacidi contenenti selenio: selenocisteina e selenometionina. Le forme inorganiche sono usate negli integratori.
Buone fonti di selenio sono frutti di mare, rene, fegato e carne. L'acqua potabile di solito contiene poco selenio. Il contenuto in cereali e semi è variabile e dipende dal contenuto di selenio del suolo e dalla forma chimica in cui è presente.
L'intervallo ottimale di assunzione alimentare raccomandata di selenio è stretto: le dosi potenzialmente tossiche sono vicine a quelle raccomandate.
L'integrazione può essere utile in soggetti con basso apporto di selenio documentato, ma dannosa in caso di apporto normale o elevato con la dieta.
Apporto alimentare raccomandato - L'apporto giornaliero raccomandato di selenio va da circa 20 mcg/d in lattanti e bambini piccoli, ai 55 mcg/d negli adulti, fino a 60-70 mcg/d in gravidanza e allattamento (Società Italiana di Nutrizione Umana, SINU, 2014).
Il selenio alimentare ha una elevata biodisponibilità. La selenometionina è attivamente assorbita nell'intestino tenue attraverso la via di assorbimento della metionina. La via di assorbimento della selenocisteina è sconosciuta. Il selenio inorganico (integratori) è assorbito passivamente nel duodeno.
In vivo, il selenio è un componente delle selenoproteine. La selenometionina è incorporata nelle proteine e sembra fungere da deposito. La selenocisteina è la forma attiva del selenio nelle proteine. La principale via di escrezione del selenio è quella urinaria.
Sono state identificate più di 30 selenoproteine, di cui le più note sono le quattro forme di glutatione perossidasi, con funzione antiossidante, e le deiodinasi.
La deiodinasi tipo I si trova principalmente nel fegato, nei reni, nella tiroide e nel tessuto adiposo bruno. Svolge un ruolo nel metabolismo degli ormoni tiroidei, convertendo la tiroxina inattiva in triiodotironina attiva. La deiodinasi tipo II è abbondante nel sistema nervoso centrale, nel grasso bruno e nei muscoli scheletrici e ha un ruolo nell'attivazione degli ormoni tiroidei. La deiodinasi tipo III ha un'attività nel feto e nella deattivazione degli ormoni tiroidei.
Carenza - La carenza di selenio è stata associata allo sviluppo di malattie del tessuto connettivo come sclerodermia, lupus, artrite reumatoide e sindrome di Raynaud.
In caso di carenza si verifica un accumulo di metalli tossici, come arsenico, cadmio e mercurio.
Una grave carenza di selenio è associata a disfunzione dei muscoli scheletrici e cardiomiopatia e può anche associarsi a disturbi dell'umore, alterazioni della funzione immunitaria, macrocitosi e sbiancamento delle unghie.
La malattia di Keshan è una cardiomiopatia endemica, da carenza di selenio, che colpisce i bambini e le donne in età fertile in alcune zone della Cina. La distribuzione geografica della malattia di Keshan è collegata alle diete locali, che sono quasi prive di selenio. Il disturbo risponde alla integrazione.
Nutrizione parenterale totale - Gli oligoelementi aggiunti alla nutrizione parenterale totale (NPT) un tempo non comprendevano il selenio. Sono stati segnalati diversi casi di carenza di selenio in pazienti in NPT cronica, con cardiomiopatie e disfunzione dei muscoli scheletrici.
Funzione immunitaria - Il selenio è presente in quantità relativamente elevate in diversi tessuti con potenziale emopoietico e attività immunitaria, come fegato, milza e linfonodi. Alcuni dati indiretti suggeriscono che potrebbe avere un ruolo nella funzione immunitaria.
Un certo numero di studi ha dimostrato una relazione lineare tra carenza di selenio e riduzione del numero di cellule CD4 in pazienti con infezione da HIV.
È stata dimostrata una compromissione dell'immunità cellulo-mediata quando le riserve tissutali di selenio sono esaurite. L'attività delle cellule natural killer è migliorata quando il selenio è stato integrato nella dieta di individui con carenza.
Patologie tiroidee - L'integrazione di selenio potrebbe diminuire l'attività infiammatoria nei pazienti con tiroidite autoimmune e potrebbe ridurre il rischio di tiroidite post-partum nelle pazienti positive agli anticorpi per la tireoperossidasi.
Oncologia - Studi epidemiologici supportano una possibile relazione tra selenio e mortalità da cancro. Bassi livelli ematici di selenio sono stati osservati in alcune neoplasie (carcinoma di colon, stomaco e pancreas) ma non è chiaro il rapporto causale. Un certo numero di studi ha indagato il ruolo dell'integrazione di selenio a scopo preventivo (p.es. cancro della prostata).
Tossicità - Le manifestazioni cliniche della tossicità del selenio comprendono nausea, vomito, diarrea, perdita dei capelli, alterazioni ungueali, alterazioni dello stato mentale, calo della vista e neuropatia periferica. Si possono osservare anomalie alla risonanza magnetica cerebrale.
La tossicità del selenio si verifica con un'assunzione alimentare eccessiva, attraverso diete naturalmente ad alto contenuto di selenio o megadosi tramite integratori.
Nel 1961, nella provincia cinese di Enshi, è stata descritta una malattia endemica dipendente dal consumo cronico di quasi 5 mg/d di selenio da una dieta a base vegetale. Nei pazienti sono state osservate perdita dei capelli, alterazioni ungueali, carie dentaria, lesioni dermatologiche e sintomi neurologici.
Negli Stati Uniti, nel 2008, si è verificata un’intossicazione da selenio in più di duecento persone che avevano assunto un integratore alimentare che per errore conteneva 200 volte il contenuto di selenio dichiarato in etichetta. La dose mediana stimata di selenio assunto (circa 40 mg/d) era quasi 800 volte superiore a quella raccomandata e circa 100 volte il limite superiore di assunzione tollerabile di 400 mcg/d.
Selenium in the environment, metabolism and involvement in body functions.
Molecules. 2013 Mar 13;18(3):3292-311
Overview of dietary trace elements
UpToDate - Topic last updated: Sep 23, 2021
A review on role of essential trace elements in health and disease
Journal of Dr. NTR University of Health Sciences 2015;4(2) 75-85
Trace Elements in Human Nutrition (II) - An Update.
Int J Prev Med. 2020 Jan 3;11:2
Gilberto Lacchia - Pubblicato 28/10/2021 - Aggiornato 28/10/2021
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