Gli inibitori di pompa protonica (IPP) sono tra i farmaci continuativi prescritti molto spesso al di fuori delle indicazioni cliniche e per periodi di tempo maggiori di quanto sarebbe utile o auspicabile.
Segnalo, dal numero di dicembre 2017 della rivista della SIMG, un articolo sull'appropriatezza prescrittiva degli inibitori di pompa protonica.
La deprescrizione degli inibitori di pompa: una pratica necessaria per il medico di medicina generale
Gli autori illustrano brevemente il meccanismo di azione degli IPP, la loro efficacia e la normativa per la prescrizione a carico del SSN.
Vengono poi trattati i possibili rischi (sempre più documentati) della prescrizione a lungo termine e le precauzioni da prendere da parte del MMG.
Nell'ultima parte gli autori affrontano la deprescrizione, un tema su cui si dovrebbe porre attenzione costante, soprattutto nei sempre più numerosi anziani politrattati che affollano i nostri studi.
Una recente review di un gruppo di gastroenterologi di Bologna fa il punto sui diversi rischi della prescrizione a lungo termine (Proton pump inhibitors: Risks of long-term use; J Gastroenterol Hepatol. 32 (2017) 1295–1302).
Le loro conclusioni sono che comunque gli IPP sono farmaci sicuri ed efficaci. La vasta gamma di effetti negativi segnalati negli ultimi anni si basa principalmente su studi osservazionali ed è possibile che alcune siano solo associazioni e non relazioni di causa ed effetto. Sarebbe utile uno studio randomizzato e controllato che tuttavia è di difficile esecuzione.
Mentre il trattamento a breve termine degli IPP raramente comporta effetti avversi significativi, esistono maggiori preoccupazioni per le complicanze legate alle prescrizioni a lungo termine e una particolare attenzione dovrebbe essere prestata ai pazienti anziani trattati con IPP.
Nella maggior parte dei casi, concludono gli autori, sulla base degli elementi di prova oggi disponibili, i benefici degli IPP sembrano controbilanciare i potenziali effetti negativi. Tuttavia questi farmaci sono spesso sovraprescritti e le indicazioni cliniche dovrebbero essere sempre rivalutate per determinare se il trattamento è ancora necessario.
Per gli appassionati di flow chart e algoritmi, questo è uno schema per la deprescrizione degli IPP tradotto da quello proposto sul sito canadese Open Pharmacy.
Pubblicato: 17/01/2018 Aggiornato: 19/10/2018
Segnalo, dal numero di dicembre 2017 della rivista della SIMG, un articolo sull'appropriatezza prescrittiva degli inibitori di pompa protonica.
La deprescrizione degli inibitori di pompa: una pratica necessaria per il medico di medicina generale
Gli autori illustrano brevemente il meccanismo di azione degli IPP, la loro efficacia e la normativa per la prescrizione a carico del SSN.
Vengono poi trattati i possibili rischi (sempre più documentati) della prescrizione a lungo termine e le precauzioni da prendere da parte del MMG.
Nell'ultima parte gli autori affrontano la deprescrizione, un tema su cui si dovrebbe porre attenzione costante, soprattutto nei sempre più numerosi anziani politrattati che affollano i nostri studi.
Una recente review di un gruppo di gastroenterologi di Bologna fa il punto sui diversi rischi della prescrizione a lungo termine (Proton pump inhibitors: Risks of long-term use; J Gastroenterol Hepatol. 32 (2017) 1295–1302).
Le loro conclusioni sono che comunque gli IPP sono farmaci sicuri ed efficaci. La vasta gamma di effetti negativi segnalati negli ultimi anni si basa principalmente su studi osservazionali ed è possibile che alcune siano solo associazioni e non relazioni di causa ed effetto. Sarebbe utile uno studio randomizzato e controllato che tuttavia è di difficile esecuzione.
Mentre il trattamento a breve termine degli IPP raramente comporta effetti avversi significativi, esistono maggiori preoccupazioni per le complicanze legate alle prescrizioni a lungo termine e una particolare attenzione dovrebbe essere prestata ai pazienti anziani trattati con IPP.
Nella maggior parte dei casi, concludono gli autori, sulla base degli elementi di prova oggi disponibili, i benefici degli IPP sembrano controbilanciare i potenziali effetti negativi. Tuttavia questi farmaci sono spesso sovraprescritti e le indicazioni cliniche dovrebbero essere sempre rivalutate per determinare se il trattamento è ancora necessario.
Per gli appassionati di flow chart e algoritmi, questo è uno schema per la deprescrizione degli IPP tradotto da quello proposto sul sito canadese Open Pharmacy.
Gilberto Lacchia
Pubblicato: 17/01/2018 Aggiornato: 19/10/2018
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