Passa ai contenuti principali

9 - ACE-inibitori e controllo della funzione renale

Gli ACE-inibitori (ACEI) e gli inibitori del recettore dell'angiotensina (ARB) sono farmaci per i quali è dimostrata l'efficacia nel trattamento dell'ipertensione, nello scompenso cardiaco, nella prevenzione della nefropatia diabetica ecc. Per questo motivo ne prescriviamo quotidianamente ai nostri pazienti.

Tra le precauzioni nell'uso di questi farmaci c'è l'indicazione al controllo della creatininemia prima dell'inizio della terapia e dopo un paio di settimane, per verificare che l'aumento della creatininemia non superi il 20% rispetto ai valori iniziali.

Un aumento della creatinina superiore al 20% può essere pericoloso e potrebbe indicare una patologia nefrovascolare (non è ben chiaro se smascherata dagli ACEI/ARB o indotta direttamente); pertanto, quando si utilizzano inibitori ACE, è importante il monitoraggio attento di creatinina e potassio.

In uno studio condotto in UK, si è osservato che i pazienti che iniziavano un trattamento con ACEI/ARB e la cui concentrazione di creatinina era aumentata del 30% o più all'esame di monitoraggio erano più a rischio di eventi cardiaci avversi e morte, rispetto ai pazienti con valori di creatinina più stabili, anche con un aumento del rischio di nefropatia terminale.

È stata dimostrata una relazione "dose-risposta" tra il livello di aumento dei valori di creatinina e il rischio di eventi avversi, indicando che anche gli aumenti inferiori al 30% non possono essere considerati del tutto sicuri.

In medicina generale, la maggior parte dei pazienti che iniziano il trattamento con ACEI/ARB hanno solo lievi modifiche nella funzione renale. Tuttavia, gli aumenti delle concentrazioni di creatinina superiori al 10% dopo l'inizio del trattamento con ACEI/ARB interessano più del 15% dei pazienti. Gli autori hanno dimostrato che gli aumenti della creatinina dopo l'inizio del trattamento con ACEI/ARB si sono associati a rischi cardiorenali in una relazione "dose-risposta", senza un cut-off netto al 30%.

I pazienti che hanno i maggiori aumenti della creatininemia dopo l'inizio di un ACEI/ARB, devono essere considerati un gruppo ad alto rischio che richiede un monitoraggio stretto. È necessario rivalutare le indicazioni alla prescrizione di questi farmaci soppesando rischi e benefici.

Serum creatinine elevation after renin-angiotensin system blockade and long term cardiorenal risks BMJ 2017; 356

Gilberto Lacchia


Pubblicato: 22/01/2018 Aggiornato: 19/10/2018

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons