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569 - Uso degli antibiotici in Italia nel 2022

Dopo le riduzioni dell’uso di antibiotici osservate durante la pandemia, nel 2022 c'è stata una ripresa dei consumi, con livelli che si avvicinano al periodo pre-Covid. [Lettura 6 min]

Nel 2022 il consumo complessivo di antibiotici in Italia, sia pubblico che privato, è stato di 21,2 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (DDD/1000 ab die).

È un aumento del 23,9% rispetto al 2021, con livelli di consumo simili a quelli pre-pandemia del 2019.

Alcuni dati sull'uso di antibiotici in Italia nel 2022:

  • Il 76% delle dosi (16,1 DDD/1000 ab die) è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), in regime di assistenza convenzionata e da parte delle strutture sanitarie pubbliche, con un aumento del 23,8% rispetto al 2021.
  • Quasi il 70% del consumo totale (14,4 DDD/1000 ab die) deriva dalle prescrizioni di medici di medicina generale e pediatri in regime di assistenza convenzionata: il 74% dei consumi sul territorio e l'89% di quelli a carico del SSN.
  • È aumentato anche l'acquisto privato di antibiotici rimborsabili dal SSN, con 5,1 dosi acquistate privatamente ogni 1000 ab die.
  • Si conferma il gradiente Nord-Sud incrementale, con consumi e spesa maggiori al Sud. Nonostante il calo degli ultimi anni, rimane un'ampia variabilità regionale.
  • Valutando i consumi del SSN con la classificazione AWaRe, nel 2022 meno del 50% degli antibiotici appartiene al gruppo Access, quelli raccomandati come prima scelta. L'obiettivo futuro è aumentare questa quota oltre il 60%, riducendo il ricorso ad antibiotici dei gruppi Watch e Reserve a più alto rischio di generare resistenze.

Le prescrizioni da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, nel 2022 sono aumentate sensibilmente:

  • 14,4 DDD/1000 ab die, +24,9% rispetto al 2021.
  • Nel 2022 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici.
  • Per gli uomini, i maggiori livelli di uso riguardano le fasce più estreme, mentre per le donne la prescrizione è più frequente tra i 20 e i 69 anni di età.
  • In media ogni utilizzatore è stato in terapia per 15 giorni nel corso dell’anno.

I principi attivi più prescritti sono i beta-lattamici:

  • Le penicilline associate agli inibitori delle beta-lattamasi (36% dei consumi totali) sono la categoria più utilizzata (+25% rispetto al 2021), seguite da macrolidi e lincosamidi.
  • Per tutte le categorie gli aumenti sono compresi tra +7% e +39% rispetto al 2021.
  • L'associazione amoxicillina/acido clavulanico è il principio attivo più utilizzato (5,2 DDD/1000 ab die).

Indicatori di appropriatezza prescrittiva

  • Nel 2022 si osserva un peggioramento di alcuni indicatori di appropriatezza, come il rapporto tra consumi di antibiotici ad ampio spettro e a spettro ristretto.
  • La percentuale di fluorochinoloni sul totale degli antibiotici si riduce ma resta superiore alla media europea e aumenta dell’8,3% rispetto al 2021. I più prescritti sono levofloxacina e ciprofloxacina.
  • La variazione stagionale dei consumi torna ai livelli pre-pandemia (40%).

Prescrizione per fasce d'età

Gli anziani, la fascia di popolazione più rappresentata negli studi dei medici di medicina generale, hanno un maggior rischio di sviluppare infezioni batteriche e anche di essere esposti ad un uso inappropriato di antibiotici.

  • Nel 2022 il 47% della popolazione ultrasessantacinquenne ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, (+13,7% rispetto al 2021): la prevalenza d'uso è più elevata al Sud (61,4%), seguita dal Centro (51,0%) e dal Nord (36,3%).
  • Rispetto al 2021 si registrano aumenti del 13-23% per tutte le fasce di età e per tutte le aree considerate.
  • I consumi aumentano all'avanzare dell'età: da 19,7 DDD/1000 ab die tra 65 e 69 anni fino a 28,7 DDD negli ultranovantenni.

Anche negli anziani le classi più prescritte sono i beta-lattamici.

  • Le associazioni di penicilline con inibitori delle beta-lattamasi restano la categoria più utilizzata, seguite da macrolidi e fluorochinoloni, con aumenti per tutte le categorie tra +7% e +39% rispetto al 2021.
  • Nel 2022 meno del 50% degli antibiotici prescritti agli anziani appartiene al gruppo Access, quelli raccomandati come prima scelta.
  • Il rapporto tra consumi di antibiotici ad ampio spettro e a spettro ristretto peggiora rispetto al 2021 (28,6 vs 27,0).

Confronto con gli stati europei

Il recente rapporto dell'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sul consumo di antibiotici in Europa nel 2022 illustra le tendenze in atto.

Dopo il calo registrato durante la pandemia, nel 2022 si è assistito a un generale aumento del consumo di antibiotici in ambito territoriale, con una media europea del +19%.

Questo incremento ha riportato i consumi ai livelli pre-pandemia, probabilmente a causa dell'eliminazione delle misure di contenimento adottate per il Covid-19.

Il paese con il più basso consumo di antibiotici è l’Olanda, quello con il più alto è la Grecia.

L’Italia è al nono posto tra quelli a maggior consumo in ambito territoriale, con valori superiori alla media europea soprattutto per quanto riguarda penicilline, macrolidi e lincosamidi.

Anche in ambito ospedaliero l'Italia ha consumi superiori alla media, e passa dall’undicesimo al settimo posto nella classifica dei paesi con i consumi più elevati.

L'Italia è tra i paesi con il più basso utilizzo di antibiotici del gruppo Access:

  • Solo il 48% dei consumi territoriali in Italia sono riferibili ad antibiotici Access (media europea 60,2%) 
  • In ambito ospedaliero la percentuale scende al 37,8% (media europea 43,1%)
  • L'Italia è anche tra i paesi con il più elevato utilizzo di molecole Watch e Reserve.

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Gilberto Lacchia - Pubblicato 25/06/2024 - Aggiornato 25/06/2024

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