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563 - Anticolinergici e disturbi cognitivi

Negli ultimi 20 anni sono emersi dati sull'associazione tra farmaci con attività anticolinergica e gravi effetti avversi negli anziani, tra cui il peggioramento della funzione cognitiva, l'aumento dell'incidenza di demenza e la mortalità. [Lettura 6 min]


Diversi studi di grandi dimensioni hanno rilevato che l'uso di farmaci con forte attività anticolinergica, tra cui alcuni antidepressivi, farmaci utilizzati per la vescica iperattiva, alcuni farmaci utilizzati nel morbo di Parkinson, alcuni antiepilettici e altri principi attivi, sono associati a un aumento del rischio di demenza negli anziani.

La prescrizione di farmaci con qualsiasi attività anticolinergica è aumentata negli ultimi anni.

Gli autori di una revisione sistematica sui farmaci anticolinergici e il rischio di demenza (14 studi, 1.564.181 partecipanti) suggeriscono che i farmaci con attività anticolinergica sono un potenziale fattore di rischio modificabile per la demenza.

I farmaci con attività anticolinergica bloccano l'azione dell'acetilcolina sui recettori muscarinici e compromettono la funzione colinergica nel sistema nervoso centrale e periferico.

L'attività anticolinergica provoca effetti avversi
  • periferici (secchezza delle fauci, offuscamento della vista, ritenzione urinaria, stipsi) e
  • centrali (confusione, disorientamento, disturbi della memoria, allucinazioni, delirium).
Gli anticolinergici ad azione centrale contrastano l’effetto degli inibitori dell'acetilcolinesterasi utilizzati nella demenza, riducendone l'efficacia clinica in caso di associazione.

Studi osservazionali hanno segnalato associazioni importanti tra alcune classi di farmaci con attività anticolinergica e l'incidenza di demenza.
  • In uno studio osservazionale su 13.004 soggetti di età ≥65 anni, l'uso a lungo termine di farmaci con attività anticolinergica è risultato associato a un maggiore declino di 0,33 punti nel punteggio del Mini-Mental State Examination e a una maggiore mortalità a 2 anni (OR 1,68, IC95% 1,30 - 2,16) rispetto all'uso di farmaci senza attività anticolinergica.
  • Uno studio caso-controllo ha utilizzato il database UK Clinical Practice Research Datalink per valutare l'associazione tra la durata e il livello di esposizione a diverse classi di farmaci anticolinergici e la successiva demenza incidente in persone di età compresa tra 65 e 99 anni. L'odds ratio aggiustato per qualsiasi farmaco con un punteggio di carico anticolinergico di 3 (definito come effetto anticolinergico clinicamente rilevante e un'associazione con il delirium) era 1,11 (IC95% 1,08-1,14). I farmaci studiati erano antidepressivi, antipsicotici, farmaci per il morbo di Parkinson, antiepilettici e anticolinergici per le patologie urinarie.
Scale di rischio anticolinergico
- Possono essere utilizzate per identificare i farmaci con attività anticolinergica e calcolare il carico anticolinergico.

La scala Anticholinergic Cognitive Burden (ACB) è stata validata in base a diversi esiti clinici, tra cui deterioramento cognitivo e funzionamento fisico, ed è stata utilizzata in molti degli studi su larga scala.

Per essere inclusi, i farmaci devono soddisfare i seguenti criteri:
  • ACB = 1: evidenza da dati in vitro che il farmaco ha un'attività antagonista dei recettori muscarinici (p.es. warfarin).
  • ACB = 2: evidenza dalla letteratura, dalle informazioni del prescrittore o dall'opinione di un esperto di un effetto anticolinergico clinico (p.es. amantadina).
  • ACB = 3: evidenza dalla letteratura, dalle informazioni del prescrittore o dall'opinione di esperti di un farmaco che causa delirio (p.es. amitriptilina).
Online è disponibile un calcolatore del carico anticolinergico, che utilizza una combinazione della scala ACB e della German Anticholinergic Burden Scale (GABS).

In questa scala non sempre viene considerato il passaggio della barriera ematoencefalica: p.es. tutti i farmaci per la vescica iperattiva ricevono un punteggio elevato, indipendentemente dal fatto che penetrino o meno nel SNC.

La scala AEC (Anticholinergic Effect on Cognition) è stata concepita principalmente come scala di carico anticolinergico centrale, e permette di identificare facilmente quali farmaci possono influire sulle capacità cognitivee l'entità dell'effetto rispetto ad altri farmaci di una stessa classe.

L'AEC è stato validato con esiti clinici nella demenza, tra cui la mortalità e il ricovero.

I pazienti con diagnosi di demenza che assumevano farmaci con punteggi AEC elevati avevano una prognosi peggiore in termini di mortalità e rischio di ricovero.

La scala AEC è accessibile tramite l'app Medichec.

Negli anziani che assumono farmaci con un punteggio AEC 2 o 3, si raccomanda una revisione regolare della terapia per prendere in considerazione alternative con punteggio più basso, o la deprescrizione.

Un'analisi longitudinale pubblicata di recente ha quantificato 10 diverse scale (tra cui ACB, AEC e ADS) in una coorte di oltre 500.000 adulti di età tra i 37 e i 73 anni inseriti in un database del Regno Unito e seguiti in media per 6 anni.

L'outcome primario composito comprendeva mortalità per tutte le cause ed eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE), e quelli secondari includevano mortalità per tutte le cause, MACE, ricovero per cadute o fratture e ricovero per delirio o demenza.

A seconda della scala utilizzata, la prescrizione di anticolinergici variava dall'8% al 18%. L'associazione con gli esiti è stata osservata indipendentemente dalla scala utilizzata per misurare l'ACB:
  • Un maggior carico anticolinergico era associato a un maggior rischio di outcome primario per tutte le scale.
  • ACB e ADS erano fortemente associate a mortalità e MACE, mentre la scala AEC mostrava una maggiore associazione con demenza e delirium.
In pratica - L'evidenza supporta l'associazione tra farmaci con attività anticolinergica e deterioramento cognitivo, demenza o aumento della mortalità negli anziani.
  • Si dovrebbe considerare il carico anticolinergico di un nuovo farmaco prima di prescriverlo agli anziani e cercare alternative più sicure.
  • Nei pazienti anziani andrebbero rivisti regolarmente i farmaci in terapia, per mantenere al minimo il carico anticolinergico totale, soprattutto in soggetti con disturbi cognitivi o delirium.
  • I farmaci con un punteggio anticolinergico di 2 o 3 sulla scala ACB o AEC dovrebbero essere sospesi o sostituiti, quando possibile.
  • L’eventuale sospensione dei farmaci dovrebbe essere graduale per evitare sintomi anticolinergici di rimbalzo come nausea, sudorazione, frequenza urinaria, diarrea.
  • Prima di prescrivere farmaci con importanti effetti anticolinergici, è necessario discutere i potenziali rischi con pazienti e caregiver.
  • Alcuni di questi farmaci possono migliorare sintomi e qualità della vita, per cui è importante il bilancio rischio/beneficio.

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Gilberto Lacchia - Pubblicato 03/06/2024 - Aggiornato 03/06/2024

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