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171 - Rischi dell'uso dei FANS nel sospetto di COVID-19

Tempo di lettura: 4 min
A metà marzo il ministro della salute francese ha pubblicato un tweet in cui si diceva che "assumere farmaci antinfiammatori (ibuprofene, cortisone. . . .) potrebbe essere un fattore aggravante per l'infezione…". Pare che questo commento sia originato da un'infettivologa del sud-est della Francia che ha citato quattro casi di giovani pazienti con COVID-19 e senza patologie sottostanti che hanno avuto sintomi gravi dopo aver assunto FANS nella fase iniziale della malattia.

Altri esperti inglesi si sono dichiarati d'accordo con questo avvertimento: Paul Little, GP inglese che insegna primary care research all'università di Southampton, ha osservato che esistono buone evidenze "che il protrarsi del decorso o le complicanze delle infezioni respiratorie possono essere più comuni quando si usano i FANS, con complicanze respiratorie, setticemiche o cardiovascolari".

Ian Jones, virologo dell'Università di Reading, ha affermato che le proprietà antinfiammatorie dell'ibuprofene potrebbero "attenuare" la funzione immunitaria, rallentando il processo di guarigione. In base alle analogie tra il virus SARS-CoV-2 e quello della SARS, ha osservato che è probabile che il primo riduca un enzima chiave che regola l'equilibrio idrosalino contribuendo alla polmonite osservata nei casi estremi e l'ibuprofene aggraverebbe questo fenomeno.

Da alcuni anni sono stati pubblicati diversi studi che indicano che il rischio di infezioni gravi sembra aumentare con l'assunzione di FANS. L'uso di FANS, per esempio, si associa in modo statisticamente significativo alla comparsa di empiemi e ascessi polmonari in pazienti ricoverati per polmonite, anche in soggetti giovani.

Nel 2016 l'agenzia francese per la sicurezza dei medicinali (ANSM) aveva condotto un'analisi nei database di farmacovigilanza rilevando un'associazione tra l'uso dei FANS e complicanze infettive gravi, anche in età pediatrica, quali shock settico, fasciti necrotizzanti e dermoipodermiti.

Al momento le agenzie regolatorie non hanno dato indicazioni definitive.

Le FDA, in un comunicato del 19 marzo, afferma di non essere a conoscenza di evidenze scientifiche che colleghino l'uso di FANS, come l'ibuprofene, con il peggioramento dei sintomi del COVID-19. Ricorda tuttavia che l'attività farmacologica dei FANS nel ridurre l'infiammazione, ed eventualmente la febbre, può diminuire l'utilità dei segni diagnostici nella diagnosi delle infezioni.

Anche l'EMA (18/3/2020) scrive che non esistono evidenze di un peggioramento della COVID-19. Tuttavia, a seguito della ricerca dell'ANSM francese, nel maggio 2019 l'EMA aveva iniziato una revisione dei profili di sicurezza di ibuprofene e ketoprofene per valutare il sospetto di complicanze infettive con l'uso di questi farmaci, revisione che è ancora in corso.

In conclusione, per un principio generale di cautela, nel sospetto di una problematica infettiva sarebbe opportuno evitare la prescrizione di FANS. Quando si ritiene utile un antipiretico è prudente utilizzare il paracetamolo come prima scelta.


Covid-19: ibuprofen should not be used for managing symptoms, say doctors and scientists
BMJ. 2020;368:m1086

Risks of nonsteroidal antiinflammatory drugs in undiagnosed intensive care unit pneumococcal pneumonia: younger and more severely affected patients
J Crit Care. 2014;29(5):733–738

AINS : infections des tissus mous et complications suppuratives de pneumopathies bactériennes
La revue Prescrire 2017 feb;37(400):109

EMA gives advice on the use of non-steroidal anti-inflammatories for COVID-19

FDA advises patients on use of non-steroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) for COVID-19





Gilberto Lacchia

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Pubblicato: 02/04/2020 Aggiornato: 02/04/2020


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