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L'ipertensione notturna è un importante predittore di eventi avversi nei soggetti ipertesi. Ciò ha fatto ipotizzare che l'assunzione serale degli antipertensivi possa migliorare gli esiti cardiovascolari. I risultati di alcuni studi condotti negli ultimi quindici anni hanno evidenziato un vantaggio dell’assunzione serale. Pro e contro della somministrazione serale sono stati dibattuti a lungo senza raggiungere un consenso definitivo. Un nuovo studio britannico non ha rilevato differenze sostanziali, senza tuttavia chiudere definitivamente la questione.
La pressione arteriosa si abbassa tipicamente durante la notte (dipping) e aumenta al mattino. Gli eventi cardiovascolari avversi si verificano più frequentemente con il normale picco mattutino e nelle persone che non presentano la consueta variazione diurna della BP.
Due studi precedenti avevano segnalato una marcata riduzione degli eventi cardiovascolari avversi quando i farmaci antipertensivi vengono assunti alla sera e non al mattino.
Nello studio Treatment In Morning versus Evening (TIME), un gruppo di ricercatori britannici ha randomizzato più di 21.000 adulti con ipertensione in terapia farmacologica, facendo assumere i farmaci quotidiani abituali al mattino (tra le 6.00 e le 10.00) o alla sera (tra le 20.00 e la mezzanotte).
I partecipanti (età media 65 anni) hanno compilato periodicamente questionari online sulla loro aderenza, sugli effetti collaterali dei farmaci e sugli eventi cardiovascolari avversi. Questi ultimi sono stati verificati utilizzando i database nazionali dei ricoveri e dei decessi.
Dopo un follow-up mediano di 5 anni, i pazienti che assumevano farmaci al mattino o alla sera avevano percentuali simili di un outcome cardiovascolare composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale o ictus; rispettivamente 0,72 e 0,69 eventi per 100 anni-paziente) e una serie di outcome cardiovascolari secondari.
Vertigini, dispepsia, diarrea e mialgie si sono verificate più comunemente con la somministrazione mattutina, mentre la nicturia era più comune con la somministrazione serale.
Utilizzando apparecchi per la misurazione domiciliare della pressione, i pazienti che assumevano la terapia al mattino avevano una pressione leggermente ma significativamente più alta al mattino e più bassa alla sera rispetto ai pazienti assegnati alla somministrazione serale.
In pratica - In questo studio, l’assunzione mattutina o serale non ha influito in modo significativo sugli eventi cardiovascolari, suggerendo quindi che i pazienti possano assumere i loro farmaci antipertensivi nel momento della giornata più comodo per loro.
Tuttavia, dati i risultati contrastanti tra questo studio e quelli precedenti che hanno mostrato risultati migliori con l'assunzione serale, la controversia sul momento ottimale di assunzione non è ancora chiusa definitivamente.
In Canada sono in corso altri due studi su questo argomento:
Cardiovascular outcomes in adults with hypertension with evening versus morning dosing of usual antihypertensives in the UK (TIME study): A prospective, randomised, open-label, blinded-endpoint clinical trial.
Lancet 2022 Oct 22; 400:1417
The Effect of Antihypertensive Medication Timing on Morbidity and Mortality
ClinicalTrials.gov
BedMed-Frail: Does the Potential Benefit of Bedtime Antihypertensive Prescribing Extend to Frail Populations?
ClinicalTrials.gov
Bedtime hypertension treatment improves cardiovascular risk reduction: the Hygia Chronotherapy Trial.
Eur Heart J. 2020 Dec 21;41(48):4565-4576
Influence of circadian time of hypertension treatment on cardiovascular risk: results of the MAPEC study.
Chronobiol Int. 2010 Sep;27(8):1629-51
Gilberto Lacchia - Pubblicato 31/10/2022 - Aggiornato 31/10/2022
La pressione arteriosa si abbassa tipicamente durante la notte (dipping) e aumenta al mattino. Gli eventi cardiovascolari avversi si verificano più frequentemente con il normale picco mattutino e nelle persone che non presentano la consueta variazione diurna della BP.
Due studi precedenti avevano segnalato una marcata riduzione degli eventi cardiovascolari avversi quando i farmaci antipertensivi vengono assunti alla sera e non al mattino.
- Lo studio MAPEC del 2010 (2156 partecipanti) ha mostrato una riduzione sostanziale degli eventi cardiovascolari maggiori (morti cardiovascolari, infarto miocardico, ictus ischemico e ictus emorragico) nel gruppo di trattamento serale rispetto a quello mattutino.
- Anche lo studio Hygia Chronotherapy (19.084 partecipanti) aveva evidenziato una riduzione sostanziale degli eventi cardiovascolari (morte cardiovascolare, infarto miocardico, rivascolarizzazione coronarica, insufficienza cardiaca e ictus) nel gruppo di trattamento serale rispetto a quello mattutino.
Nello studio Treatment In Morning versus Evening (TIME), un gruppo di ricercatori britannici ha randomizzato più di 21.000 adulti con ipertensione in terapia farmacologica, facendo assumere i farmaci quotidiani abituali al mattino (tra le 6.00 e le 10.00) o alla sera (tra le 20.00 e la mezzanotte).
I partecipanti (età media 65 anni) hanno compilato periodicamente questionari online sulla loro aderenza, sugli effetti collaterali dei farmaci e sugli eventi cardiovascolari avversi. Questi ultimi sono stati verificati utilizzando i database nazionali dei ricoveri e dei decessi.
Dopo un follow-up mediano di 5 anni, i pazienti che assumevano farmaci al mattino o alla sera avevano percentuali simili di un outcome cardiovascolare composito (morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale o ictus; rispettivamente 0,72 e 0,69 eventi per 100 anni-paziente) e una serie di outcome cardiovascolari secondari.
Vertigini, dispepsia, diarrea e mialgie si sono verificate più comunemente con la somministrazione mattutina, mentre la nicturia era più comune con la somministrazione serale.
Utilizzando apparecchi per la misurazione domiciliare della pressione, i pazienti che assumevano la terapia al mattino avevano una pressione leggermente ma significativamente più alta al mattino e più bassa alla sera rispetto ai pazienti assegnati alla somministrazione serale.
In pratica - In questo studio, l’assunzione mattutina o serale non ha influito in modo significativo sugli eventi cardiovascolari, suggerendo quindi che i pazienti possano assumere i loro farmaci antipertensivi nel momento della giornata più comodo per loro.
Tuttavia, dati i risultati contrastanti tra questo studio e quelli precedenti che hanno mostrato risultati migliori con l'assunzione serale, la controversia sul momento ottimale di assunzione non è ancora chiusa definitivamente.
In Canada sono in corso altri due studi su questo argomento:
- BedMed: studio randomizzato e controllato su oltre 3300 partecipanti, condotto da oltre 400 medici di famiglia. I pazienti ipertesi, già in terapia con uno o più farmaci antipertensivi, saranno randomizzati all'assunzione della terapia al mattino o alla sera. I primi risultati sono previsti per la fine del 2023.
- BedMed-Frail: una popolazione molto importante, probabilmente più sensibile agli effetti dei farmaci e quasi sempre esclusa dagli studi randomizzati, sono gli anziani fragili, come quelli residenti nelle case di riposo. Per avere le maggiori informazioni sulla sicurezza e l'efficacia dei farmaci antipertensivi viene condotto uno studio simile a BedMed, su quasi 800 anziani in casa di riposo, per valutare se rischi e benefici dell’assunzione serale differiscono in questa popolazione molto poco studiata.
Cardiovascular outcomes in adults with hypertension with evening versus morning dosing of usual antihypertensives in the UK (TIME study): A prospective, randomised, open-label, blinded-endpoint clinical trial.
Lancet 2022 Oct 22; 400:1417
The Effect of Antihypertensive Medication Timing on Morbidity and Mortality
ClinicalTrials.gov
BedMed-Frail: Does the Potential Benefit of Bedtime Antihypertensive Prescribing Extend to Frail Populations?
ClinicalTrials.gov
Bedtime hypertension treatment improves cardiovascular risk reduction: the Hygia Chronotherapy Trial.
Eur Heart J. 2020 Dec 21;41(48):4565-4576
Influence of circadian time of hypertension treatment on cardiovascular risk: results of the MAPEC study.
Chronobiol Int. 2010 Sep;27(8):1629-51
Gilberto Lacchia - Pubblicato 31/10/2022 - Aggiornato 31/10/2022
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