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604 - ACE-inibitori e psoriasi

Dai dati di farmacovigilanza, nell'ultimo decennio è emersa un’associazione significativa tra l’uso degli ACE-inibitori e la comparsa o l’aggravamento della psoriasi. Riconoscere l'associazione e sospendere la terapia è fondamentale per evitare inutili cascate prescrittive e disagi ai pazienti.
⏱️Lettura 4 min

📊Dimensione del problema: analisi dei dati di farmacovigilanza

📌 La reazione avversa cutanea non è limitata a specifici ACE-inibitori ma è un effetto di classe che richiede monitoraggio in tutti i pazienti trattati.

Un’analisi del database dati di farmacovigilanza dell’OMS (Vigibase) ha identificato 467 segnalazioni di psoriasi associata ad ACE-inibitori fino a marzo 2023.

Si tratta soprattutto di pazienti adulti (età media 60 anni) con manifestazioni cliniche variabili:
  • psoriasi a placche (85%)
  • forme gravi come psoriasi pustolosa o eritrodermica (8%)
Tutti gli ACE-inibitori sono risultati implicati; i più frequenti erano:
  • lisinopril (132 casi)
  • ramipril (114 casi)
  • perindopril (67 casi)
  • enalapril (63 casi)

🩺Manifestazioni cliniche

📌 La tempistica di insorgenza relativamente precoce (entro 2-3 mesi) facilita l’identificazione del nesso causale, ma la variabilità delle manifestazioni richiede un’osservazione clinica attenta.

Il tempo mediano di insorgenza della psoriasi dall’inizio della terapia con ACE-inibitore è di circa 60 giorni, con un range variabile che può estendersi fino a mesi dall’inizio del trattamento.

Le manifestazioni cliniche spaziano dalle forme tipiche di psoriasi a placche alle eruzioni psoriasiformi, con possibile coinvolgimento di diverse aree del corpo.

Distribuzione anatomica e morfologia delle lesioni possono non essere quelle delle forme classiche di psoriasi, e ciò a volte può rendere complessa la diagnosi differenziale.

🔄Reversibilità e prognosi

📌 La sospensione dell’ACE-inibitore è l’intervento terapeutico principale, con elevate probabilità di successo clinico.

Quando veniva documentata l’evoluzione dopo la sospensione dell’ACE-inibitore, il 61% dei casi ha mostrato completa risoluzione o significativo miglioramento delle lesioni psoriasiche.

Due pazienti hanno sviluppato una recidiva dopo la reintroduzione di lisinopril, confermando il nesso causale (test di rechallenge positivo).

🧬Meccanismi fisiopatologici e fattori di rischio

📌 Anamnesi farmacologica completa e valutazione dei fattori di rischio individuali sono fondamentali per una prescrizione consapevole e un monitoraggio mirato.

Il meccanismo fisiopatologico dell’induzione della psoriasi da ACE-inibitori non è completamente definito.

L’ipotesi più accreditata riguarda l’accumulo di bradichinina e l’attivazione di cascate infiammatorie che interferiscono con l’omeostasi epidermica.

Fattori predisponenti sono:
  • predisposizione genetica alla psoriasi
  • storia familiare positiva
  • possibili interazioni con altri farmaci psoriasogenici come beta-bloccanti, sartani, litio e antimalarici.
L’associazione di più farmaci a rischio amplifica significativamente la probabilità di sviluppare manifestazioni cutanee.

💊Gestione clinica e alternative terapeutiche

📌 La terapia cardiovascolare deve essere garantita attraverso strategie terapeutiche alternative, evitando farmaci con meccanismi d’azione simili o rischio psoriasogeno noto.

La gestione clinica richiede un approccio multidisciplinare che consideri sia l’aspetto dermatologico che cardiovascolare.

Se si sviluppa una psoriasi, la sospensione dell’ACE-inibitore è raccomandata, evitando la sostituzione con sartani che presentano un rischio analogo.

Le alternative terapeutiche includono calcio-antagonisti, diuretici o beta-bloccanti (valutando il rischio psoriasogeno), con personalizzazione basata sul profilo di rischio cardiovascolare individuale.

I beta-bloccanti vanno usati solo se non ci sono alternative: in uno studio di farmacovigilanza su un database francese, degli stessi autori, il 25% dei casi di psoriasi da ACE-inibitori si era presentato in associazione con beta-bloccanti.

Può essere necessario un follow-up dermatologico per monitorare l’evoluzione delle lesioni e ottimizzare l’eventuale terapia topica o sistemica.

📝 Conclusioni

✅ Prevenzione: valutare attentamente l’anamnesi per psoriasi o fattori predisponenti prima dell’inizio della terapia con ACE-inibitori.

🔎 Riconoscimento precoce: mantenere un elevato indice di sospetto per manifestazioni psoriasiche nei pazienti in terapia con ACE-inibitori, soprattutto nei primi 2-3 mesi di trattamento.

🧭 Valutazione del nesso causale: considerare sempre il ruolo farmacologico nell’insorgenza o peggioramento di lesioni cutanee compatibili con psoriasi.

🛑 Gestione: sospendere tempestivamente l’ACE-inibitore responsabile per massimizzare le probabilità di regressione delle lesioni.

🔄 Strategie alternative: evitare la sostituzione con sartani e privilegiare altre classi di antiipertensivi in base al profilo di rischio individuale.

📈 Monitoraggio continuo: follow-up dermatologico e cardiovascolare per ottimizzare il risultato clinico.

📢 Documentazione: segnalare sempre le reazioni avverse cutanee ai sistemi di farmacovigilanza per contribuire al miglioramento delle conoscenze di sicurezza.


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📚 Bibliografia


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