Passa ai contenuti principali

504 - Terapie per l’iperplasia prostatica

[Tempo di lettura: 10 min] 
È una condizione che può interessare l’80% degli ultraottantenni. Nelle forme lievi possono essere sufficienti misure sullo stile di vita. I farmaci hanno un effetto sintomatico e nei casi complicati è consigliata la chirurgia.

L'iperplasia prostatica benigna (IPB) è la proliferazione del tessuto epiteliale ghiandolare, della muscolatura liscia e del tessuto connettivo all'interno della zona di transizione della prostata.

È ubiquitaria: si può già osservare a 40-45 anni, raggiunge una prevalenza del 60% a 60 anni e dell'80% a 80 anni.

Può essere asintomatica e in questo caso non richiede terapia.

I sintomi dell'IPB comprendono:
  • sintomi irritativi
    • pollachiuria,
    • urgenza minzionale
    • nicturia
    • incontinenza
  • sintomi minzionali
    • sensazione di incompleto svuotamento della vescica
    • interruzioni del flusso urinario
    • gocciolamento terminale
    • diminuzione della forza del flusso
La prevalenza dei sintomi aumenta con l'età. Questi possono influire sulla qualità di vita, soprattutto quando interferiscono con il sonno e le attività quotidiane.

Per valutare l'intensità dei sintomi possono essere utili questionari validati. Il più utilizzato è l’International Prostate Symptom Score (IPSS).

L'esplorazione rettale permette di valutare volume e consistenza della prostata.

Altri esami possono essere utili se c'è una discrepanza tra i dati clinici raccolti, in particolare:
  • uroflussimetria;
  • ecografia delle vie urinarie con misurazione del residuo postminzionale.
Diagnosi differenziale - Prima di concludere che i sintomi sono legati all'IPB, è necessario escludere altri disturbi.
  • Cause urologiche
    • infezione delle vie urinarie
    • vescica iperattiva
    • stenosi uretrali
    • carcinoma prostatico
    • carcinoma vescicale
    • litiasi urinaria
  • Cause non urologiche
    • diabete
    • insufficienza cardiaca
    • morbo di Parkinson
Non ci sono dati di laboratorio tipici, a parte il fatto che l’IPB è associata a un aumento dei valori di PSA.

Possono essere utili anche
  • urocoltura
  • creatininemia
  • glicemia
Alcuni farmaci aggravano i problemi minzionali associati all'IPB e aumentano il rischio di ritenzione urinaria, in particolare:
  • farmaci con effetto anticolinergico
    • alcuni antistaminici anti-H1
    • antidepressivi triciclici
    • broncodilatatori (ipratropio, glicopirronio, umeclidinio)
    • neurolettici
    • memantina
  • farmaci simpaticomimetici
    • vasocostrittori decongestionanti (fenilefrina, pseudoefedrina, ecc.)
    • midodrina (Gutron°)
La storia naturale dell'IPB è variabile. I sintomi tendono a peggiorare nel tempo, anche se in una minoranza di pazienti possono migliorare spontaneamente.

Esiste una scarsa correlazione tra volume prostatico, grado di ostruzione uretrale, gravità dei sintomi riferiti e comparsa di complicanze.

Le complicanze dell'IPB non sono frequenti:
  • ritenzione urinaria acuta
  • ritenzione urinaria cronica (con pollachiuria e incontinenza)
  • ematuria
  • litiasi vescicale
  • diverticoli vescicali
  • infezioni ricorrenti delle vie urinarie
  • insufficienza renale in caso di ostruzione significativa
L'IPB non è un fattore di rischio per il cancro della prostata.


TERAPIA

Il trattamento dell'IPB deve essere adattato ai sintomi e al loro impatto sulla qualità di vita di ciascun paziente.

Modifiche dello stile di vita - Alcuni cambiamenti nello stile di vita e nella dieta possono alleviare i sintomi.
  • Limitare l'assunzione di liquidi prima di andare a letto o prima di viaggiare.
  • Urinare in due tempi per svuotare più facilmente la vescica.
  • Limitare l'assunzione di alimenti diuretici (p.es. caffeina, alcol).
  • Limitare l'assunzione di sostanze irritanti per la vescica (p.es. cibi molto conditi o irritanti).
  • Evitare la stitichezza.
  • Aumentare l'attività fisica, compreso l'esercizio fisico regolare e intenso.
  • Controllare il peso.
Possono essere utili anche:
  • Esercizi per il pavimento pelvico (esercizi di Kegel) se è presente urgenza.
  • Minzioni programmate: in presenza di sintomi ostruttivi è utile urinare prima di avere la sensazione di necessità o urgenza (ogni 90-120 minuti).
  • Minzione in due tempi: chi lamenta sintomi ostruttivi può avere un beneficio urinando entro uno o due minuti dalla minzione iniziale.
Alfa-1 bloccanti - Sono di prima scelta quando le misure elencate sopra non sono sufficienti.

Alfuzosina, doxazosina e terazosina sono alfa-1 bloccanti non selettivi. Tamsulosina e silodosina sono selettive per il recettore prostatico alfa-1A. L’efficacia è simile.

I farmaci meglio valutati sono alfuzosina e tamsulosina.

Il profilo degli effetti avversi comprende principalmente disturbi cardiovascolari: ipotensione arteriosa (soprattutto ortostatica, in particolare doxazosina e terazosina); sincopi; tachicardia; palpitazioni; dolore toracico; peggioramento dell'angina.

Possono causare anche problemi sessuali: disfunzione erettile, eiaculazione retrograda e priapismo.

Gli alfa-1 bloccanti sono metabolizzati dal CYP3A4 e l’associazione con inibitori di questo isoenzima può aumentarne le concentrazioni sieriche.

L’assorbimento della silodosina è regolato dalla glicoproteina P (P-gp): l’associazione con inibitori della P-gp può aumentare concentrazioni sieriche e rischio di tossicità.

Gli alfa-1 bloccanti (soprattutto tamsulosina) sono stati associati all’iride a bandiera durante gli interventi di cataratta (intraoperative floppy iris syndrome) che può comportare maggiori complicanze chirurgiche.

Gli uomini con un intervento di cataratta programmato dovrebbero evitare di iniziare la terapia con alfa-1 bloccanti fino a dopo l'intervento. La sospensione in chi li assume già riduce il rischio, senza eliminarlo del tutto.

Posologia:
  • tamsulosina: 0,4 mg al giorno;
  • alfuzosina: consigliato un aumento graduale della dose, da 2,5 mg 3 volte al giorno, aumentando a 10 mg al giorno se necessario; in pazienti molto anziani e in chi assume antipertensivi, si consiglia di iniziare con una dose di 2.5 mg due volte al giorno.
Inibitori della 5α-reduttasi - Finasteride o dutasteride sono un'alternativa quando gli alfa-1 bloccanti non riducono a sufficienza i sintomi urinari, sono controindicati o causano eccessivi effetti avversi.

L’inizio dell’effetto si osserva in diversi mesi, con un massimo a circa 6 mesi dall’inizio. Hanno un effetto migliore quando il volume della prostata supera i 40 ml.

Il profilo degli effetti avversi comprende soprattutto: ginecomastia; riduzione della spermatogenesi, della libido e della funzione erettile; depressione, ideazione suicida.

Gli inibitori della 5α-reduttasi sono secreti nel liquido seminale e possono inibire lo sviluppo dei genitali esterni del feto. Va consigliato l'uso del preservativo se si hanno rapporti sessuali con una donna incinta o che potrebbe esserlo.

Gli inibitori della 5α-reduttasi sopprimono i livelli di PSA di circa il 50%. È consigliabile controllare il PSA basale prima di prescriverli e raddoppiare il valore misurato nei pazienti in terapia a lungo termine (>3 mesi).

L'aumento del PSA in pazienti che assumono un inibitore della 5α-reduttasi potrebbe segnalare lo sviluppo di un carcinoma prostatico, anche se i livelli rimangono nei limiti della norma.

La dose di finasteride è di 5 mg/d; quella di dutasteride è di 0.5 mg/d.

Estratti di Serenoa repens - Sembrano avere un'efficacia prossima al placebo sui sintomi dell'IPB. Possono essere epatotossici (aumenti delle transaminasi) e interagiscono con il warfarin aumentando l’INR.

Una revisione Cochrane di 32 studi controllati e randomizzati ha concluso che la Serenoa repens, anche a dosi elevate, non migliora i sintomi dell'IPB rispetto al placebo.

Tadalafil - È stato ipotizzato che l'inibizione della fosfodiesterasi-5 riduca tono e proliferazione della muscolatura liscia di prostata, collo vescicale e uretra, con miglioramento della minzione.

Il dosaggio da 5 mg è approvato anche per la terapia dell’IPB.

I consulenti della rivista Prescrire non ritengono che ci siano dimostrazioni sufficienti di una sua efficacia sintomatica e lo sconsigliano a causa degli effetti avversi (vasodilatazione, ipotensione, ictus, angina pectoris, disturbi retinici) e delle numerose interazioni (p.es. alfa-1 bloccanti e nitrati).

Intervento chirurgico - È il trattamento di prima scelta in caso di complicanze come:
  • ritenzione urinaria che persiste dopo almeno un tentativo di rimozione di un catetere urinario;
  • infezioni ricorrenti delle vie urinarie;
  • ematuria macroscopica ricorrente;
  • litiasi vescicale;
  • insufficienza renale legata all'IPB.
Tra le tecniche chirurgiche, quelle più utilizzate sono:
  • resezione transuretrale della prostata (prima scelta). È associata a minori complicanze e degenza e periodi di convalescenza più brevi. Percentuale di reintervento: ~2% all'anno;
  • chirurgia addomino-pelvica: è un'opzione quando il volume della prostata è superiore a 100 ml. Percentuale di reintervento: ~2% all'anno;
  • incisione endoscopica cervico-prostatica: è un'altra opzione quando il volume della prostata è inferiore a 30-40 ml. Percentuale di reintervento: ~25% entro 3 anni.
Complicanze della chirurgia prostatica:
  • eiaculazione retrograda (circa 3 pazienti su 4);
  • emorragie,
  • infezioni,
  • disfunzione erettile e
  • incontinenza urinaria.
Indicazioni per l'invio allo specialista - È ragionevole iniziare una terapia per l'IPB quando il medico di famiglia è convinto che segni e sintomi presenti siano compatibili con l'IPB stessa.

Negli adulti che hanno principalmente sintomi di ritenzione che suggeriscono una vescica iperattiva, dovrebbe essere valutato il residuo post-minzionale prima di iniziare anticolinergici o beta-3 agonisti.

L'invio a un urologo può essere appropriato per i pazienti con sintomi delle basse vie urinarie e una delle seguenti condizioni:
  • Pazienti di età inferiore ai 45 anni
  • Anomalie all'esame obiettivo della prostata
  • Presenza di ematuria in assenza di infezioni
  • Mancata risposta al trattamento iniziale dei sintomi
  • Pazienti che desiderano un trattamento chirurgico
  • Pazienti con incontinenza
  • Pazienti con sintomi gravi
  • Residuo post-minzionale >300-400 ml in aumento



Hypertrophie bénigne de la prostate
La revue Prescrire - 2023

Medical treatment of benign prostatic hyperplasia
UpToDate - topic last updated: Jan 23, 2023

Drugs for Benign Prostatic Hyperplasia
The Medical Letter - May 2, 2022

Serenoa repens for benign prostatic hyperplasia.
Cochrane Database Syst Rev. 2012 Dec 12;12(12):CD001423








Gilberto Lacchia - Pubblicato 03/07/2023 - Aggiornato 03/07/2023 

Commenti

Post popolari in questo blog

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

220 - CASO CLINICO: prima o dopo i pasti?

CASO CLINICO: prima o dopo i pasti? - Blog Prescrivere Tempo di lettura: 4 min Signora di 84 anni, sovrappeso, ipertesa, con sindrome delle apnee notturne, cardiopatia ipertensiva, glaucoma, ipotiroidismo. È in terapia con amlodipina, ganfort collirio, eutirox. A febbraio 2018 ha avuto una trombosi della vena centrale della retina. Inizialmente è stata scoagulata con warfarin, successivamente il cardiologo, che l'ha vista su richiesta dell'oculista, ha prescritto una terapia anticoagulante con Xarelto 20 mg. La paziente dice di non aver avuto particolari istruzioni sulle modalità di assunzione e di aver cominciato ad assumerlo alle 17, due ore prima di cena, come faceva con il coumadin. Otto mesi dopo ha avuto una seconda trombosi retinica nell'occhio controlaterale. La signora – abbastanza affidabile nel seguire le sue terapie – garantisce di non essersi mai dimenticata di assumere il farmaco.  La farmacocinetica del rivaroxaban è effettivamente particolare: a d