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463 - Candidosi vulvovaginale: terapia orale o locale?

[Tempo di lettura: 6 min] 
La candidosi vulvovaginale può essere trattata sia con antimicotici topici sia con preparati sistemici. Una revisione Cochrane che ha valutato l’efficacia e la sicurezza dei due tipi di terapie ha ottenuto risultati simili per le terapie sistemiche e per quelle locali.

La candidosi vulvovaginale è un'infezione della vagina e della vulva che causa infiammazione, secrezioni, irritazione e prurito.

È un’infezione vaginale molto comune e le stime suggeriscono che il 75% delle donne soffra almeno di un episodio prima della menopausa.

È causata da una proliferazione di lieviti di genere Candida, principalmente Candida albicans.

Si tratta di infezioni benigne, ma fastidiose e spesso ricorrenti.

Diversi farmaci predispongono allo sviluppo di candidosi vaginali, tra cui:
  • terapie antibiotiche,
  • corticosteroidi o altri immunosoppressori,
  • terapia ormonale sostitutiva per la menopausa,
  • contraccettivi orali.
Per il trattamento della candidosi vulvovaginale non complicata è disponibile una varietà di preparati orali e topici, alcuni in monodose.

In diversi studi randomizzati gli antimicotici orali e topici hanno ottenuto tassi di guarigione clinica simili, superiori al 90%; la guarigione micologica a breve termine è leggermente inferiore (70-80%).

Gli studi che hanno valutato la preferenza delle pazienti hanno costantemente segnalato una preferenza per il trattamento orale.

Le terapie topiche, tuttavia, causano meno effetti collaterali, mentre i farmaci orali possono causare intolleranza gastrointestinale, cefalea, rash e anomalie transitorie degli indici di funzionalità epatica.

Gli antimicotici azolici, inoltre, interagiscono notoriamente con numerosi principi attivi. 

Inoltre, i farmaci orali richiedono uno o due giorni in più rispetto alla terapia topica per alleviare i sintomi.

L'istituto Cochrane ha pubblicato nel 2020 una revisione sistematica per valutare l'efficacia degli antimicotici orali rispetto a quelli intravaginali nella candidosi vulvovaginale non complicata.

Per definizione, la candidosi vulvovaginale non complicata ha le seguenti caratteristiche:
  • episodi sporadici(≤ 3 episodi/anno);
  • segni/sintomi da lievi a moderati;
  • probabile infezione da Candida albicans;
  • paziente sana e non gravida;
  • paziente immunocompetente.
La revisione ha incluso 26 studi randomizzati e controllati (condotti in Stati Uniti, Europa, Tailandia, Iran, Giappone e Nigeria su un totale di circa 5000 pazienti) che hanno valutato la terapia della candidosi vulvovaginale con otto antimicotici:
  • orali: fluconazolo (Diflucan°) e itraconazolo (Sporanox°) per via orale;
  • intravaginali: butoconazolo, sertaconazolo e terconazolo (non in commercio in Italia) e clotrimazolo (Canesten°), econazolo (Pevaryl°), miconazolo (Gynodaktarin°).
L'efficacia degli antimicotici orali rispetto a quelli intravaginali è stata valutata in base alla scomparsa dei sintomi (guarigione clinica), all'eliminazione dei residui di Candida dalle secrezioni vaginali (guarigione micologica) e alla frequenza con cui gli effetti avversi dei farmaci hanno impedito di completare il trattamento.

Le percentuali di guarigione clinica per le pazienti che hanno utilizzato cicli di breve durata (da 5 a 15 giorni) di antimicotici orali rispetto a quelli intravaginali sono risultate simili.

In 13 studi (~1.800 pazienti), l'efficacia del trattamento intravaginale (guarigione del 77%) era simile a quella del trattamento orale (guarigione del 79%).

Anche quando le pazienti sono state trattate con una terapia a lungo termine (da 2 a 12 settimane), le percentuali di guarigione clinica sono state simili per gli antimicotici intravaginali (guarigione dell'84%) o orali (guarigione dell'85%) sulla base dei risultati di nove studi clinici (~1.000 pazienti).

Gli antimicotici orali hanno ottenuto percentuali di guarigione micologica più elevate rispetto agli antimicotici intravaginali sia a breve termine (NNT = 30) sia a lungo termine (NNT = 19).

Il rischio di interrompere la terapia a causa di effetti avversi quando si utilizzano antimicotici orali o intravaginali è risultato basso.

Gli effetti avversi segnalati comprendevano cefalea e disturbi gastrointestinali per gli antimicotici orali e irritazione o sensazione di bruciore per gli antimicotici intravaginali. La probabilità di effetti avversi era la stessa (12%) tra le pazienti che hanno utilizzato un trattamento sistemico o topico.

In pratica - La risoluzione clinica dei sintomi è simile per i farmaci antimicotici orali e intravaginali, sia a breve termine (da 5 a 15 giorni) sia a lungo termine (da 2 a 12 settimane).

Le percentuali di guarigione micologica sono leggermente più elevate nelle pazienti trattate con antimicotici orali sia nel follow-up a breve termine sia in quello a lungo termine.

L'assenza di superiorità di qualsiasi formulazione, principio attivo o via di somministrazione suggerisce che il costo, la preferenza della paziente, le controindicazioni e le possibili interazioni siano le considerazioni principali nella decisione di prescrivere un antimicotico orale o topico.

I revisori della rivista Prescrire, come prima scelta suggeriscono econazolo (150 mg a rilascio prolungato) o clotrimazolo (500 mg) per via vaginale in dose unica.

In caso di preferenza della via orale consigliano il fluconazolo orale (150 mg) in dose unica.



Oral versus intra-vaginal imidazole and triazole anti-fungal treatment of uncomplicated vulvovaginal candidiasis (thrush).
Cochrane Database Syst Rev. 2020;(8):CD002845

Candida vulvovaginitis: Treatment
UpToDate - Topic last updated: Dec 20, 2022

Candidose vulvovaginale
Prescrire - 2021







Gilberto Lacchia - Pubblicato 17/02/2023 - Aggiornato 17/02/2023

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