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Le zecche sono artropodi dell’ordine degli Ixodidi. Sono parassiti esterni, con dimensioni variabili da qualche millimetro a circa 1 centimetro, a seconda della specie e dello stadio di sviluppo.
In Italia ne sono note 36 specie: quelle più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sono Ixodes ricinus (zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus.
Il ciclo biologico delle zecche può compiersi su uno stesso ospite o su due o tre ospiti diversi. Comprende 4 stadi: uovo, larva, ninfa e adulto. Dopo la schiusa delle uova, il passaggio da uno stadio a quello successivo richiede un pasto di sangue, sia per le femmine che per i maschi.
L’attività delle zecche è strettamente legata ai valori di temperatura e umidità. Con l’aumento delle temperature le zecche sono particolarmente attive e lo rimangono fino all’autunno successivo.
Con il clima caldo e secco di questi mesi si è osservato un aumento delle punture di zecca.
Le zecche non saltano e non volano. In genere sostano sull’estremità di erbe o cespugli in attesa di un animale su cui ancorarsi. Il possibile ospite viene identificato dall’anidride carbonica e dal calore emessi dal corpo.
Si attaccano all’ospite conficcando il rostro nella pelle e cominciando a succhiarne il sangue. La puntura è di solito indolore perché la zecca inocula una certa quantità di saliva che contiene sostanze anestetiche.
La zecca può restare attaccata per un periodo di 2-7 giorni, prima di lasciarsi cadere.
Le zecche sono il secondo vettore più comune di malattie umane dopo le zanzare. Possono trasmettere diversi microorganismi, batteri o virus. Le malattie epidemiologicamente più rilevanti in Italia sono:
Per la prevenzione della puntura di zecche è utile:
Con questi metodi la zecca, prima di morire, può rigurgitare materiale infetto.
Se la zecca rimane attaccata per meno di 24 ore, il rischio infettivo sembra molto basso.
Quando le zecche si nutrono di sangue rilasciano la saliva nella ferita. Tuttavia, in studi sugli animali si è osservato che la B. burgdorferi non si trova nella saliva della zecca fino a circa 48 ore dopo l'inizio del pasto.
Altri microorganismi, come quelli responsabili dell’erlichiosi o della babesiosi, sono presenti nella saliva prima dell’inizio del pasto.
Per l’estrazione, la zecca va afferrata con pinzette a punta sottile nel punto più vicino possibile alla superficie cutanea, tirandola verso l’alto. Va prestata particolare attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito.
Dopo la rimozione va disinfettata la cute interessata, evitando disinfettanti che la colorano, come la tintura di iodio.
La zecca andrebbe conservata per l’eventuale identificazione.
Se parti del rostro rimangono nella cute, è consigliabile attendere che cadano spontaneamente: i tentativi di estrazione possono aumentare il rischio infettivo.
Dopo la rimozione della zecca e la pulizia della ferita, è utile monitorare la zona del morso per le due settimane successive.
La profilassi con dose singola di doxiciclina è consigliata solo in caso di elevata probabilità di contagio da Borrelia burgdorferi.
La probabilità è maggiore in aree ad alta endemia e maggior diffusione della zecca Ixodes scapularis, molto più diffusa negli Stati Uniti rispetto all’Europa, dove prevale Ixodes ricinus (dati ECDC; immagine sotto il titolo).
La comparsa di una papula eritematosa nel punto del morso di zecca, con un andamento centrifugo che di solito raggiunge un diametro >5 cm, è suggestiva di eritema migrante, uno dei primi segni della malattia di Lyme (Vedi immagini di UpToDate).
L'eritema migrante può essere accompagnato da sintomi aspecifici: febbre, dolori articolari e muscolari, cefalea, astenia, ecc.
In questi casi è indicata la terapia antibiotica per evitare la progressione dell'infezione.
Gli schemi terapeutici consigliati sono elencati in tabella.
Nell’infezione da Borrelia burgdorferi, per adulti, donne non in gravidanza e bambini di età >8 anni, la doxiciclina è l’antibiotico di prima scelta, in quanto è efficace anche contro altri microorganismi che possono essere trasportati dalle zecche.
Inoltre, tra i farmaci orali, la doxiciclina ha anche la migliore penetrazione nel sistema nervoso centrale.
I beta-lattamici sono generalmente preferiti nelle donne in gravidanza.
In caso di allergia ai beta-lattamici sono utilizzabili anche i macrolidi.
I pazienti trattati con macrolidi devono essere seguiti attentamente in quanto possono esserci risposte inadeguate o ricadute dopo un'apparente risposta clinica.
Gilberto Lacchia - Pubblicato 11/07/2022 - Aggiornato 11/07/2022
Le zecche sono il secondo vettore più comune di malattie umane dopo le zanzare. Le punture di zecca sono eventi frequenti, soprattutto nella stagione calda. Le zecche sono molto diffuse nei boschi di tutta Europa dall'inizio della primavera al tardo autunno. La maggior parte delle malattie trasmesse da zecche si manifesta se queste sono rimaste attaccate all’ospite per ≥ 24-36 ore. Sono importanti la prevenzione, la tecnica di rimozione e l’osservazione dopo una puntura.
Le zecche sono artropodi dell’ordine degli Ixodidi. Sono parassiti esterni, con dimensioni variabili da qualche millimetro a circa 1 centimetro, a seconda della specie e dello stadio di sviluppo.
In Italia ne sono note 36 specie: quelle più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sono Ixodes ricinus (zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus.
Il ciclo biologico delle zecche può compiersi su uno stesso ospite o su due o tre ospiti diversi. Comprende 4 stadi: uovo, larva, ninfa e adulto. Dopo la schiusa delle uova, il passaggio da uno stadio a quello successivo richiede un pasto di sangue, sia per le femmine che per i maschi.
L’attività delle zecche è strettamente legata ai valori di temperatura e umidità. Con l’aumento delle temperature le zecche sono particolarmente attive e lo rimangono fino all’autunno successivo.
Con il clima caldo e secco di questi mesi si è osservato un aumento delle punture di zecca.
Le zecche non saltano e non volano. In genere sostano sull’estremità di erbe o cespugli in attesa di un animale su cui ancorarsi. Il possibile ospite viene identificato dall’anidride carbonica e dal calore emessi dal corpo.
Si attaccano all’ospite conficcando il rostro nella pelle e cominciando a succhiarne il sangue. La puntura è di solito indolore perché la zecca inocula una certa quantità di saliva che contiene sostanze anestetiche.
La zecca può restare attaccata per un periodo di 2-7 giorni, prima di lasciarsi cadere.
Le zecche sono il secondo vettore più comune di malattie umane dopo le zanzare. Possono trasmettere diversi microorganismi, batteri o virus. Le malattie epidemiologicamente più rilevanti in Italia sono:
- Meningoencefalite da zecche (soprattutto zecca dei boschi)
- Malattia di Lyme (soprattutto zecca dei boschi)
- Rickettsiosi (soprattutto zecca del cane)
- Febbre ricorrente da zecche
- Tularemia
- Ehrlichiosi
Per la prevenzione della puntura di zecche è utile:
- Indossare abiti chiari, sui quali la zecca è meglio visibile, stretti ai polsi e alle caviglie e scarpe chiuse.
- Non camminare in zone con erba alta o vicino ai bordi dei sentieri.
- Esaminare il corpo dopo il ritorno da una zona a rischio: le sedi preferite dalle zecche sono il capo, il collo, il polpaccio e i fianchi.
- Trattare gli animali domestici con prodotti contro le zecche.
Con questi metodi la zecca, prima di morire, può rigurgitare materiale infetto.
Se la zecca rimane attaccata per meno di 24 ore, il rischio infettivo sembra molto basso.
Quando le zecche si nutrono di sangue rilasciano la saliva nella ferita. Tuttavia, in studi sugli animali si è osservato che la B. burgdorferi non si trova nella saliva della zecca fino a circa 48 ore dopo l'inizio del pasto.
Altri microorganismi, come quelli responsabili dell’erlichiosi o della babesiosi, sono presenti nella saliva prima dell’inizio del pasto.
Per l’estrazione, la zecca va afferrata con pinzette a punta sottile nel punto più vicino possibile alla superficie cutanea, tirandola verso l’alto. Va prestata particolare attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito.
Dopo la rimozione va disinfettata la cute interessata, evitando disinfettanti che la colorano, come la tintura di iodio.
La zecca andrebbe conservata per l’eventuale identificazione.
Se parti del rostro rimangono nella cute, è consigliabile attendere che cadano spontaneamente: i tentativi di estrazione possono aumentare il rischio infettivo.
Dopo la rimozione della zecca e la pulizia della ferita, è utile monitorare la zona del morso per le due settimane successive.
La profilassi con dose singola di doxiciclina è consigliata solo in caso di elevata probabilità di contagio da Borrelia burgdorferi.
La probabilità è maggiore in aree ad alta endemia e maggior diffusione della zecca Ixodes scapularis, molto più diffusa negli Stati Uniti rispetto all’Europa, dove prevale Ixodes ricinus (dati ECDC; immagine sotto il titolo).
La comparsa di una papula eritematosa nel punto del morso di zecca, con un andamento centrifugo che di solito raggiunge un diametro >5 cm, è suggestiva di eritema migrante, uno dei primi segni della malattia di Lyme (Vedi immagini di UpToDate).
L'eritema migrante può essere accompagnato da sintomi aspecifici: febbre, dolori articolari e muscolari, cefalea, astenia, ecc.
In questi casi è indicata la terapia antibiotica per evitare la progressione dell'infezione.
Gli schemi terapeutici consigliati sono elencati in tabella.
Nell’infezione da Borrelia burgdorferi, per adulti, donne non in gravidanza e bambini di età >8 anni, la doxiciclina è l’antibiotico di prima scelta, in quanto è efficace anche contro altri microorganismi che possono essere trasportati dalle zecche.
Inoltre, tra i farmaci orali, la doxiciclina ha anche la migliore penetrazione nel sistema nervoso centrale.
I beta-lattamici sono generalmente preferiti nelle donne in gravidanza.
In caso di allergia ai beta-lattamici sono utilizzabili anche i macrolidi.
I pazienti trattati con macrolidi devono essere seguiti attentamente in quanto possono esserci risposte inadeguate o ricadute dopo un'apparente risposta clinica.
EpiCentro - ISS - Aggiornamento giugno 2022
Immagini da UpToDate
An Bras Dermatol. 2018 Mar;93(2):251-255
UpToDate - Topic last updated: Feb 25, 2022
Dynamed
Gilberto Lacchia - Pubblicato 11/07/2022 - Aggiornato 11/07/2022
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