Passa ai contenuti principali

421 - Contraccettivi ormonali e depressione

[Tempo di lettura: 6 min] 
I contraccettivi orali possono indurre o aumentare i sintomi depressivi e l’uso di farmaci antidepressivi in donne sensibili. Nella prescrizione e nel follow-up di donne che utilizzano questi farmaci è importante la valutazione della salute mentale.

La contraccezione ormonale può precipitare o perpetuare la depressione in alcune pazienti. Il legame tra pillole contraccettive orali e depressione è legato al dosaggio e al tipo di progestinico contenuto in queste pillole.


Effetti di estrogeni e progesterone sull'umore

Estrogeni e progesterone influenzano la funzione cerebrale e l'attività di neurotrasmettitori come acido gamma-aminobutirrico, serotonina e dopamina.

I recettori degli estrogeni ER-alfa e ER-beta sono ampiamente distribuiti nel sistema nervoso centrale. I recettori ER-alfa si trovano principalmente nell'ipotalamo, nell'ippocampo, nell'amigdala e nel tronco encefalico.

I recettori del progesterone alfa e beta sono più abbondanti nell'amigdala, nel cervelletto, nella corteccia, nell'ippocampo e nell'ipotalamo.

Si ritiene che gli estrogeni siano neuroprotettivi nell'ipotalamo, nell'ippocampo, nell'amigdala e nel tronco encefalico, e proteggano il cervello da malattie neurodegenerative, declino cognitivo e disturbi dell’umore.

Studi di imaging cerebrale funzionale hanno indicato che gli estrogeni regolano l'attivazione di regioni cerebrali implicate nell'elaborazione emotiva e cognitiva, come amigdala e corteccia prefrontale dorsolaterale.

A differenza degli estrogeni, il progesterone non è neuroprotettivo e può peggiorare la deflessione dell'umore.

Tra le cause ipotizzate vi sono l'aumento indotto dal progesterone dell'inibizione della trasmissione del glutammato indotta dal GABA e delle concentrazioni di monoamino-ossidasi, con conseguente diminuzione delle concentrazioni di serotonina.

Un grande studio su un database sanitario di medicina generale inglese ha valutato l’associazione tra l’esposizione a IUD contenenti levonorgestrel.

Lo studio ha dimostrato un’associazione positiva tra l’esposizione al levonorgestrel e depressione, ansia e insonnia in donne che non presentavano queste condizioni prima dell'inserimento dello IUD.


Effetti comuni della pillola contraccettiva orale sull'umore

Il progesterone potrebbe essere responsabile delle alterazioni dell'umore e della depressione spesso segnalate da donne che assumono contraccettivi orali.

Tra i motivi più frequenti per l'interruzione dell'assunzione della pillola ci sono l'aumento di peso e le variazioni di umore o l'aumento dei sintomi depressivi.

Una revisione completa pubblicata nel 2002 ha incluso 13 studi controllati che hanno esaminato la relazione tra l'umore e l'uso dei contraccettivi orali. Tutti gli studi, tranne uno, hanno riscontrato variazioni dell’umore tra le utilizzatrici e le non utilizzatrici della pillola contraccettiva orale.

Un grande studio danese che ha coinvolto più di un milione di donne ha rilevato un aumento del rischio di prima prescrizione di un antidepressivo e prima diagnosi di depressione nelle donne che assumevano diversi tipi di contraccettivi orali, con un rischio relativo maggiore tra le adolescenti.

Chi utilizzava medrossiprogesterone acetato, un progestinico iniettabile, presentava sintomi depressivi maggiori rispetto alle non utilizzatrici.

L’associazione tra assunzione di contraccettivi orali e depressione può essere attribuita alla quantità e al tipo di progestinico assunto.

Occorre cautela nelle donne con una storia personale o familiare di depressione.

D’altra parte, i contraccettivi orali potrebbero essere utili nelle donne con disturbo disforico premestruale, stabilizzando le fluttuazioni ormonali dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi.

In questo caso, l'uso regolare di una pillola contraccettiva orale attiva (senza settimana di sospensione) ha un effetto antidepressivo.

Quando viene richiesta la prescrizione di un contraccettivo, in genere si tengono in considerazione le preferenze personali, l’età, lo stato di salute generale, l’uso di contraccettivi nel passato e l'affidabilità in termini di aderenza nell’assunzione quotidiana.

Dovrebbe essere discussa anche la salute mentale della donna. Questo aspetto viene spesso ignorato e può avere effetti negativi sulla donna. Nell’anamnesi andrebbe valutata qualsiasi storia di depressione premestruale o di depressione legata a precedenti contraccettivi.

In pratica - L'aumento di peso e la depressione sembrano essere i problemi principali che spingono a sospendere o sostituire i contraccettivi orali.

È probabile che i risultati migliorino con un processo decisionale condiviso. Si può concordare l’utilizzo di un particolare contraccettivo, tenendo presente che potrebbe essere necessaria una sostituzione dopo circa tre mesi.

La contraccezione a base di solo progestinico sembra associata a una maggior frequenza di disturbi depressivi in donne vulnerabili.

I contraccettivi a base di solo progestinico andrebbero usati con cautela nelle donne con depressione attuale o pregressa. Se esiste una controindicazione importante ai contraccettivi a base di estrogeni, si può optare per uno IUD con basso dosaggio di progestinico o contraccettivi di barriera.  

Particolare attenzione va posta con le adolescenti, che sembrano più sensibili all’effetto depressogeno dei contraccettivi orali.

È fondamentale dare importanza alle informazioni anamnestiche, fornite da molte donne, che indicano una chiara relazione temporale tra inizio o utilizzo di un contraccettivo ormonale e sviluppo di nuovi sintomi depressivi o peggioramento di sintomi già presenti.



Hormonal contraception and mood disorders
Aust Prescr. 2022 Jun;45:75–9

Association of Use of Oral Contraceptives With Depressive Symptoms Among Adolescents and Young Women.
JAMA Psychiatry. 2020 Jan 1;77(1):52-59

Cohort Study of Psychiatric Adverse Events Following Exposure to Levonorgestrel-Containing Intrauterine Devices in UK General Practice.
Drug Saf. 2018 Oct;41(10):951-958

Association of Hormonal Contraception With Depression.
JAMA Psychiatry. 2016 Nov 1;73(11):1154-1162





Gilberto Lacchia - Pubblicato 24/07/2022 - Aggiornato 24/07/2022

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons