Passa ai contenuti principali

273 - Il punto sulle trombosi dopo la vaccinazione con Vaxzevria°

[Tempo di lettura: 8 min] 
Il 7 aprile 2021, l'agenzia europea dei medicinali (EMA) e le autorità britanniche (MHRA) hanno considerato le trombosi venose cerebrali e quelle viscerali addominali, associate a trombocitopenia, come effetti avversi molto rari del vaccino a vettore virale ChAdOx1 (Vaxzevria°) di AstraZeneca. I dati presi in esame erano stati raccolti principalmente in Unione europea e Regno Unito.

Il rischio di trombosi venose profonde nella popolazione generale adulta, stimato su database danesi e un database italiano, è circa 90 casi/settimana o 400/mese su 5 milioni di soggetti adulti tra 18 e 64 anni.

A metà marzo 2021, dopo la vaccinazione di circa 20 milioni di persone, in Unione europea e nel Regno Unito erano stati notificati 469 casi di tromboembolie verificatesi dopo l’inoculo del vaccino. In rapporto alla frequenza abituale, il comitato di farmacovigilanza (PRAC) non ha ritenuto che questi casi rappresentassero un segnale di farmacovigilanza.

Nello stesso periodo sono stati segnalati casi di coagulazione intravascolare disseminata (CID) e trombosi venosa cerebrale (tra cui trombosi dei seni venosi cerebrali) soprattutto in donne con meno di 55 anni vaccinate con ChAdOx1.

L’eccezionalità di questi eventi in individui sani li ha fatti ritenere collegati al vaccino. Su 9 milioni di vaccinati, il PRAC ha stimato che potevano essere attesi 1-2 casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e 1 caso di CID.

Le segnalazioni riguardavano 12 casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e 5 casi di CID, a volte associati a trombocitopenia.

Al 22 marzo 2021, nel database di Eudravigilance sono stati registrati 62 casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e 24 casi di trombosi venosa viscerale addominale, compresi 18 decessi, su circa 25 milioni di vaccinati con ChAdOx1.

L’analisi ha mostrato mostrato un aumento del rischio di questi disturbi nel gruppo di età 30-49:
  • rischio di CID circa 5 volte maggiore rispetto al basale
  • rischio di trombosi dei seni venosi cerebrali circa 9 volte maggiore
  • rischio tromboembolico globale, arterioso o venoso, circa 1,3 volte maggiore


Secondo dati raccolti in Germania, entro 16 giorni dalla vaccinazione si possono prevedere 2-3 trombosi sinusali ogni 100.000 donne vaccinate e 1-2 su 100.000 uomini vaccinati.

In altri gruppi di età, la rarità dei casi rende incerte le analisi statistiche.

Benché non sia stato identificato nessun fattore di rischio di trombosi post-vaccinale (definita da certi autori VITT, Vaccine-induced Immune Thrombotic Thrombocytopenia), la MHRA consiglia prudenza nella somministrazione del vaccino a soggetti con precedenti trombosi sinusali e sindrome da anticorpi antifosfolipidi. Il vaccino Vaxzevria è controindicato in soggetti con pregressa trombocitopenia indotta da eparina.

È stato ipotizzato un meccanismo immunologico simile a quello immunoallergico della trombocitopenia indotta dall’eparina, noto come tipo II, associato a trombosi venosa o arteriosa, che si verifica entro i primi 5-14 giorni di trattamento con eparina.

L'intensa attivazione piastrinica causerebbe la riduzione del numero di piastrine nel sangue, con rischio emorragico, come è stato osservato in diversi casi di trombosi del seno venoso cerebrale.

Allo stato attuale delle conoscenze, non è chiaro come si formino gli anticorpi diretti contro le piastrine. Potrebbero essere autoanticorpi indotti dallo stimolo infiammatorio della vaccinazione o anticorpi indotti dal vaccino stesso.

In diversi pazienti colpiti sono stati trovati titoli anticorpali elevati contro il fattore piastrinico 4 (PF4), che ha anche un ruolo nella trombocitopenia indotta da eparina e può causare un’attivazione piastrinica massiva.

Dati i casi simili verificatisi negli Stati Uniti con il vaccino Ad26.COV2 della Janssen, in cui sono stati rilevati anche anticorpi anti-PF4, è possibile che si tratti di un effetto di classe dei vaccini a vettore virale, che quindi potrebbe interessare anche il vaccino russo SPUTNIK V.

Come spesso accade di fronte all’incertezza sui dati, le autorità sanitarie nazionali hanno dato raccomandazioni diverse.

La MHRA, considerando che queste rarissime trombosi sono state quasi tutte (99 casi su 100 nel Regno Unito) segnalate dopo la prima dose del vaccino ChAdOx1, non ha posto limitazioni alla seconda dose con lo stesso vaccino in chi aveva già ricevuto la prima dose, indipendentemente dall’età. Questa conclusione, tuttavia, non sembra prendere in considerazione il numero ancora esiguo di persone vaccinate con la seconda dose.

In Francia, la Haute Autorité de santé (HAS) ha ribadito la raccomandazione di riservare il vaccino ChAdOx1 alle persone con più di 55 anni. Per i soggetti di età inferiore già vaccinati con la prima dose, l'HAS ha raccomandato di completare la vaccinazione con un vaccino a mRNA, entro 12 settimane dalla prima iniezione.
La decisione si basa su "un razionale scientifico e dati incoraggianti" e i risultati degli studi immunologici negli animali, ma senza alcun dato di valutazione negli esseri umani di questa nuova strategia vaccinale. È attualmente in corso uno studio sugli schemi di vaccinazione “eterologa”.

In Germania, la Commissione permanente sulle vaccinazioni (STIKO) ha preso una decisione simile a quella francese: per la seconda dose in persone con meno di 60 anni consiglia un vaccino a mRNA a 12 settimane, ritenendo non sufficientemente valutabile il rischio in questi soggetti.

I sintomi da prendere in considerazione per una diagnosi precoce di queste rare trombosi di solito compaiono entro due settimane (da 4 a 20 giorni) dalla vaccinazione:

  • difficoltà di respirazione
  • dolore toracico
  • edemi degli arti inferiori
  • dolore addominale persistente
  • sintomi neurologici, cefalea molto intensa, disturbi visivi
  • petecchie lontane dal sito di iniezione


A inizio aprile, nel database Eudravigilance erano stati registrati 5 casi di sindrome sistemica da aumentata permeabilità capillare (SCLS, Systemic Capillary Leak Syndrome), un'anomalia molto rara della permeabilità capillare (circa 150 casi descritti dal 1960). Il PRAC ha iniziato l'analisi di questo nuovo segnale di farmacovigilanza.

La sindrome dipende da un'alterazione dell'endotelio capillare. I sintomi prodromici comprendono oligo-anuria, astenia, edemi, episodi sincopali, dolore addominale, nausea, mialgie delle estremità, polidipsia e un improvviso aumento del peso corporeo. Da uno a quattro giorni dopo si sviluppa la triade di ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia.


Signal assessment report on embolic and thrombotic events (SMQ) with COVID-19 Vaccine (ChAdOx1-S [recombinant]) – Vaxzevria (previously COVID-19 Vaccine AstraZeneca) (Other viral vaccines)
Rapporto EMA

MHRA issues new advice, concluding a possible link between COVID-19 Vaccine AstraZeneca and extremely rare, unlikely to occur blood clots
Medicines and Healthcare products Regulatory Agency

SARS-CoV-2 Vaccine-Induced Immune Thrombotic Thrombocytopenia.
N Engl J Med. 2021 Apr 16

Covid-19 : quelle stratégie vaccinale pour les moins de 55 ans ayant déjà reçu une dose d’AstraZeneca ?
Haute Autorité de santé (HAS)

Vaccin covid-19 ChAdOx1-S (Vaxzevria°) de la firme AstraZeneca : un point sur les thromboses veineuses, mi-avril 2021
Prescrire - 16 aprile 2021

Thrombosen + thrombozytopenie unter AstraZeneca-COVID-19-vakzine
a-t 2021; 52: 25-7

Idiopathic systemic capillary leak syndrome
UpToDate - This topic last updated: Jan 14, 2021
 

Gilberto Lacchia - Pubblicato 26/04/2021 - Aggiornato 26/04/2021

Commenti

Post popolari in questo blog

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

101 - Interpretazione degli esami per l'assetto marziale