Passa ai contenuti principali

86 - Associazione ibuprofene/paracetamolo: efficace e con minori effetti avversi rispetto agli oppiacei

Tempo di lettura: 3 min
In medicina generale una parte considerevole delle prescrizioni riguarda farmaci analgesici in diversi ambiti, sia in pazienti giovani, sia, più spesso, per la fascia di popolazione più anziana. Negli ultimi anni una buona percentuale dei farmaci prescritti si è spostata dai FANS agli oppiacei, nell'idea che si trattasse di una terapia più adatta all'analgesia pura e con meno effetti avversi. Di fatto, l'analisi retrospettiva dell'efficacia e della sicurezza degli oppiacei utilizzati al di fuori dell'ambito oncologico mostra un rapporto rischio/beneficio sfavorevole (→ post precedente).

Esistono in letteratura parecchi studi e revisioni sistematiche sulle associazioni paracetamolo/FANS, sia rispetto ai principi attivi usati singolarmente, sia rispetto agli oppiacei. In particolare è ben studiata l'associazione paracetamolo/ibuprofene che pare ottenere un effetto analgesico maggiore rispetto all'uso di paracetamolo o ibuprofene da soli.

L'utilizzo dell'associazione è stato studiato in contesti diversi. Esistono, per esempio, studi sull'efficacia di paracetamolo/ibuprofene nella lombalgia acuta, nel dolore odontoiatrico, nel dolore acuto agli arti (pazienti che si presentano in pronto soccorso), nel dolore postoperatorio, nel dolore da lesione dei tessuti molli, nelle gonartrosi, ecc.

Negli studi con un confronto diretto con un oppiaceo l'associazione paracetamolo/ibuprofene si dimostrava quanto meno ugualmente efficace. Uno studio randomizzato controllato pubblicato questo mese su JAMA ha dimostrato che l'utilizzo dell'associazione paracetamolo/ibuprofene, studiata su oltre 500 pazienti sottoposti ad artroplastica totale di anca, riduceva significativamente l'utilizzo di morfina nel postoperatorio (prime 24 ore), senza un significativo aumento di effetti avversi gravi nel gruppo trattato con l'associazione.

La posologia più studiata è l'associazione di 1000 mg di paracetamolo e 400 mg di ibuprofene fino a 3 volte al giorno. A questo dosaggio l'ibuprofene rimane entro l'ambito di sicurezza di 1200 mg/die entro il quale si ha il miglior rapporto rischio/beneficio in termini di rischio cardiovascolare rispetto ad altri FANS.

In Italia al momento abbiamo a disposizione solo un'associazione precostituita con 500 mg di paracetamolo e 150 mg di ibuprofene che può risultare sottodosata per alcuni utilizzi o costringere il paziente ad assumere molte compresse durante il giorno.



Post precedenti in tema

PRIMA SCELTA: FANS e rischio cardiovascolare




——————

The PANSAID Randomized Clinical Trial
JAMA. 2019 Feb 12;321(6):562-571.

A randomised controlled trial of ibuprofen, paracetamol or a combination tablet of ibuprofen/paracetamol in community-derived people with knee pain.
Ann Rheum Dis. 2011 Sep;70(9):1534-41


Effect of a Single Dose of Oral Opioid and Nonopioid Analgesics on Acute Extremity Pain in the Emergency Department
JAMA. 2017 Nov 7; 318(17): 1661–1667.





Gilberto Lacchia

______________________________________


Pubblicato: 07/03/2019 Aggiornato: 07/03/2019

Commenti

Post popolari in questo blog

266 - Oppioidi e antidepressivi: attenti alle interazioni pericolose

[Tempo di lettura: 7 min]  Associare oppioidi e farmaci antidepressivi espone a diversi tipi di interazione. Alcuni oppioidi aumentano l'attività serotoninergica e possono indurre una sindrome serotoninergica. In certi casi gli SSRI possono bloccare il metabolismo degli oppioidi riducendo l’effetto analgesico di alcuni o aumentando le concentrazioni e il rischio di effetti avversi di altri. La strategia preventiva più semplice è quella di evitare la prescrizione degli oppioidi associati a maggiori rischi di interazione. L'effetto analgesico degli oppioidi è mediato attraverso tre recettori oppioidi principali, mu , delta e kappa .  Molti oppioidi, soprattutto quelli sintetici, agiscono anche su altri target, bloccando per esempio la ricaptazione di serotonina e noradrenalina e i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA). Alcuni oppioidi inibiscono il trasportatore di serotonina che aumenta le concentrazioni di serotonina nella sinapsi e quindi l'effetto postsinaptico della se

392 - Tremore indotto da farmaci

Tempo di lettura: 5 min Il tremore è un sintomo molto frequente e non è sempre facile stabilire se sia causato o esacerbato da un farmaco. Si classifica in base al comportamento associato: tremore d'azione di tipo cinetico (durante un movimento volontario) o posturale (mantenimento di una postura), tremore a riposo e tremore intenzionale (durante un movimento diretto a un obiettivo). Alcuni fattori utili per la diagnosi del tremore da farmaci sono: 1) esclusione di altre cause mediche di tremore ( p.es . ipertiroidismo, ipoglicemia); 2) rapporto temporale con l'inizio della terapia; 3) rapporto dose-risposta (l'aumento della dose peggiora il tremore e viceversa); e 4) mancanza di progressione (i tremori del morbo di Parkinson e i tremori essenziali si modificano nel tempo). I pazienti più a rischio sono quelli più anziani, per diversi motivi: Interazione con le patologie di base ( p.es . il parkinsonismo indotto da metoclopramide è più intenso in caso di

304 - Scialorrea da farmaci

[Tempo di lettura: 4 min]    Diversi farmaci, utilizzati soprattutto in psichiatria, possono causare ipersalivazione. È un problema che può ridurre la qualità di vita dei pazienti e a volte avere complicanze gravi. La scialorrea (ipersalivazione) è un sintomo soggettivo, percepito dal paziente come eccessiva produzione di saliva. A volte si presenta con una fuoriuscita di saliva dalla bocca perché il soggetto non riesce a trattenerla dietro la barriera labiale. È un fenomeno comune nei neonati, ma è considerata anomala dopo i quattro anni. Può essere causata dalla diminuzione della frequenza di deglutizione o dall’aumento della produzione di saliva. Le cause possono essere locali (odontalgia, protesi mal posizionate, infiammazioni o infezioni orali), neurologiche (nevralgia trigeminale, tumori cerebrali, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica), tossiche (mercurio, iodio, fluoruro di sodio, funghi velenosi, nicotina) o farmacologiche. La scialorrea può avere diverse cons