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L'EMA riconosce che la fibrillazione atriale è un effetto avverso dose-dipendente degli acidi grassi omega-3 e chiede di aggiornare le schede tecniche. [Lettura 2 min]
Questi farmaci, dopo la revisione delle indicazioni del 2018, sono indicati solo per il trattamento dell'ipertrigliceridemia, quando una modifica della dieta e dello stile di vita da sola non è sufficiente a ridurre la trigliceridemia.
Il PRAC ha considerato revisioni sistematiche e metanalisi di studi clinici randomizzati controllati, disponibili orma da anni, che evidenziavano un aumento del rischio di fibrillazione atriale dose-dipendente, in pazienti con malattie cardiovascolari accertate o fattori di rischio cardiovascolare trattati con omega-3 rispetto al placebo.
Il PRAC raccomanda ora un aggiornamento schede tecniche per informare operatori sanitari e pazienti del rischio di fibrillazione atriale. A breve verrà inviata anche una comunicazione diretta agli operatori sanitari contenente ulteriori dettagli.
Se si sviluppa una fibrillazione atriale il trattamento va interrotto definitivamente.
A fine 2018 l'EMA ha tolto ai medicinali a base di acidi grassi omega-3 l’autorizzazione all’uso per la prevenzione secondaria dopo un infarto miocardico, dopo che diversi studi, tra cui una metanalisi del 2013, non avevano evidenziato effetti protettivi dell'integrazione di acidi grassi polinsaturi omega-3 per la riduzione del rischio di nuovi eventi cardiovascolari.
L’inutilità protettiva di questi farmaci è stata ufficialmente riconosciuta diversi anni dopo che le evidenze scientifiche continuavano a fornire dati piuttosto chiari.
Negli ultimi anni alcuni grandi studi (REDUCE-IT 2019, STRENGHT 2020, OMEMI, 2021 e VITAL Rhythm 2021) e metanalisi hanno dimostrato un aumento del rischio di fibrillazione atriale proporzionalmente alla dose assunta di omega-3.
Finalmente abbiamo una presa di posizione ufficiale e un aggiornamento delle schede tecniche che certifica questo rischio; ci si augura che queste informazioni abbiano anche un’ampia diffusione pubblica.
Il consumo di omega-3, come integratori alimentari, è enorme: nel 2019 il mercato globale degli omega-3 era di 4,1 miliardi di dollari e si prevedeva un raddoppio entro il 2025.
A fine 2018 l'EMA ha tolto ai medicinali a base di acidi grassi omega-3 l’autorizzazione all’uso per la prevenzione secondaria dopo un infarto miocardico, dopo che diversi studi, tra cui una metanalisi del 2013, non avevano evidenziato effetti protettivi dell'integrazione di acidi grassi polinsaturi omega-3 per la riduzione del rischio di nuovi eventi cardiovascolari.
L’inutilità protettiva di questi farmaci è stata ufficialmente riconosciuta diversi anni dopo che le evidenze scientifiche continuavano a fornire dati piuttosto chiari.
Negli ultimi anni alcuni grandi studi (REDUCE-IT 2019, STRENGHT 2020, OMEMI, 2021 e VITAL Rhythm 2021) e metanalisi hanno dimostrato un aumento del rischio di fibrillazione atriale proporzionalmente alla dose assunta di omega-3.
Finalmente abbiamo una presa di posizione ufficiale e un aggiornamento delle schede tecniche che certifica questo rischio; ci si augura che queste informazioni abbiano anche un’ampia diffusione pubblica.
Il consumo di omega-3, come integratori alimentari, è enorme: nel 2019 il mercato globale degli omega-3 era di 4,1 miliardi di dollari e si prevedeva un raddoppio entro il 2025.
Sarà per questo che si fa così fatica a dire definitivamente che l'integrazione con omega-3 è inutile (e pericolosa), come la rivista indipendente Prescrire ci sta dicendo da più di 10 anni?
💊 Altri post in tema
EMA - 25-28 Settembre 2023
Prescrire Int. 2013 Sep;22(141):218
JAMA. 2020 Dec 8;324(22):2268-2280
N Engl J Med 2019; 380:11-22
Circulation. 2021;143(6):528-539
JAMA. 2021 Mar 16;325(11):1061-1073
ReportLinker. Published December 2019
Gilberto Lacchia - Pubblicato: 03/10/2023 Aggiornato: 03/10/2023
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