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431 - Complicanze gravi dei tamponi nasofaringei per COVID

[Tempo di lettura: 5 min] 
In Italia, come in tutto il mondo, dall'inizio della pandemia di COVID 19, una gran parte della popolazione è stata sottoposta a ripetuti tamponi per la ricerca di SARS-CoV2. L'esecuzione di un tampone nasofaringeo può comportare complicanze o effetti avversi che in qualche caso sono gravi e richiedono l’intervento del chirurgo.

Un gruppo di ricerca statunitense ha identificato gli eventi avversi gravi dei tamponi nasofaringei per COVID segnalati, tra dicembre 2019 e febbraio 2021, nel database sulla sicurezza dei materiali della FDA e nelle pubblicazioni indicizzate nei database bibliografici.

Nel database della sicurezza dei materiali della FDA, sono stati identificati 66 eventi avversi che hanno coinvolto i tamponi di 8 produttori diversi. Considerata la diffusa esposizione della popolazione ai tamponi nasofaringei, il numero di reazioni avverse sembra essere basso, con una probabile sotto-segnalazione.

Sono state inoltre selezionate 15 pubblicazioni che descrivevano 63 effetti avversi verificatisi in Europa, Stati Uniti, Australia o India.

L'evento avverso più comune è stato la ritenzione di un frammento di tampone rotto (60 casi). In 7 casi è stato necessario rimuovere questo corpo estraneo in anestesia generale. In 6 casi non è stato visualizzato dall'endoscopia nasale o in esami di diagnostica per immagini, suggerendo che fosse stato ingerito e poi eliminato per via intestinale.

I tamponi hanno un meccanismo di rottura intrinseco che facilita il trasferimento nella provetta di trasporto.

Questo punto di rottura può rompersi accidentalmente durante la procedura, soprattutto in pazienti non collaboranti o sedati, sui quali viene applicata una forza eccessiva.

Inoltre, quando non viene inserito parallelamente al pavimento nasale, il tampone può entrare in contatto con strutture che possono aumentare il rischio di frattura, come i turbinati inferiore e medio.

Il recupero viene generalmente eseguito con o senza anestesia locale, in rinoscopia diretta o endoscopia nasale. Tuttavia, se il frammento del tampone non viene visualizzato, i pazienti vanno monitorati attentamente per evitare l'ingestione o l'aspirazione del corpo estraneo.

Altri eventi avversi segnalati sono stati epistassi (22 casi) e cefalea (14 casi). Un paziente con epistassi è stato sottoposto a intervento chirurgico.

Anche se l'epistassi è un evento avverso raro e in gran parte autolimitantesi, è necessaria cautela quando il prelievo si esegue su persone con maggior rischio emorragico. Il COVID colpisce molto spesso gli anziani, molti dei quali sono trattati con anticoagulanti orali.

I traumi della mucosa sono l'eziologia più probabile e si possono evitare rimanendo bassi nella cavità nasale.

Gli eventi avversi più gravi sono stati le fuoriuscite di liquido cerebrospinale. Sono state pubblicate cinque osservazioni, tra cui una con meningite.

La fuoriuscita iatrogena di liquor è una complicanza insolita ma potenzialmente fatale.

Mentre un caso riguardava un paziente con un encefalocele noto, 4 pazienti non avevano evidenze radiografiche o visive di un difetto della base cranica prima dell'esame.

La presenza di una deviazione del setto nasale sembra essere un elemento che favorisce le complicanze nella procedura.

La frequenza degli eventi avversi negli studi di coorte variava dallo 0,02% allo 0,16%.

In pratica - Questi dati suggeriscono che occorre essere cauti e fare attenzione a non forzare l'introduzione del tampone, soprattutto se è presente una deviazione del setto nasale, malformazioni note o una storia di traumi o interventi chirurgici che possono aver alterato l'anatomia della base cranica.

La maggior parte di questi eventi avversi può essere probabilmente evitata da una corretta tecnica di campionamento, inserendo il tampone parallelamente al pavimento nasale evitando un asse con orientamento più verticale.


 

Complications Associated With Nasopharyngeal COVID-19 Testing: An Analysis of the MAUDE Database and Literature Review.
Am J Rhinol Allergy. 2022 Mar;36(2):281-284




Gilberto Lacchia - Pubblicato 08/10/2022 - Aggiornato 08/10/2022

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